Arco, vietato arrampicare sulla falesia più difficile d’Italia

Il proprietario vieta l'ingresso alla falesia di Laghel. L'appello di Stefano Ghisolfi

NELLA NOTIZIA
  • Una situazione difficile, non nuova visto che in passato ci sono stati molti casi di chiusure ed anche di battaglie vinte. 

Tempi difficili per le falesia, in Italia ma anche altrove. L’ultima, in ordine di tempo, riguarda Arco. Una delle falesia più belle d’Italia, e non solo.

La brutta notizia del giorno la dà Stefano Ghisolfi:

Attenzione! Una brutta notizia… La falesia di Laghel, la falesia più difficile d’Italia e forse una delle più difficili al mondo (con King Line Project, un possibile 9c, e altre vie estreme), si trova su un terreno privato. Lo sappiamo già ma nessuno si è mai lamentato e tutto stava andando bene, il proprietario sapeva della falesia e ci faceva salire. Ma il mese scorso, il proprietario è venuto sulla falesia e “gentilmente” ci ha detto di smettere di salire e andare via dal suo terreno, così siamo andati subito via. Il proprietario ha il diritto di farlo, ma il problema è che Laghel non è una solita falesia ma è qualcosa di unico ad Arco e in Italia. Stiamo per chiedere aiuto a @gardatrentino e alla città di Arco, ma nel frattempo è vietato andare a scalare lì (ed è un enorme peccato perché le condizioni per provare la King Line erano ottime). Noi cercheremo di trovare un accordo con il proprietario, ma per ora vi prego di non andare a Laghel e speriamo che tutto vada nel migliore dei modi possibili. Se avete qualche suggerimento su cosa possiamo fare… tutto potrebbe aiutare, vi prego di diffondere la voce nella nostra comunità di arrampicata, grazie!

Una decina di giorni fa, notizia simile arrivava dalla Spagna: anche qui il proprietario dell’area boulder di Hoya Moros si è detto intenzionato a vendere il terreno, di conseguenza il rischio di chiusura degli accessi a una location eccezionale. È partita anche una petizione e una raccolta fondi per acquistarla.

Una situazione difficile, non nuova visto che in passato ci sono stati molti casi di chiusure ed anche di battaglie vinte.

A volte l’inciviltà (di pochissimi!) ha portato i proprietari a chiudere, a volte la paura di essere tirati in ballo in seuito a incidenti. Poi il numero sempre crescente di appassionati e quindi aree prese d’assalto da decine se non da centinaia di atleti.

foto: stefano ghisolfi

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