Attraverso la Siberia in bici per raccontare la crisi climatica

I due italiani Stefano Gregoretti e Dino Lanzaretti hanno iniziato la loro avventura: pedalare a -50/-60 gradi tra i ghiacci del Polo

I due italiani Stefano Gregoretti e Dino Lanzaretti hanno iniziato da un po’ la loro avventura invernale attraverso la Siberia. In bici. Una bella avventura pedalare a temperature rigidissime tra -50 e -60 gradi centigradi.

Siamo venuti fino a qua per una traversata epica e forse impossibile, su strade e su piste appena accennate; tratte infinite senza alcun abitato anche per centinaia di km, nel mese più freddo del posto più freddo al mondo. Qui, in questo periodo, normalmente si raggiungono temperature anche inferiori ai 60 gradi sotto zero, con umidità dell’85%. Per settimane la colonnina di mercurio non sale mai sopra i -50ºC.
Non è solo ciclismo, è un esercizio di sopravvivenza. Muoversi in autonomia, senza scorta al seguito, contando solo sulla nostra capacità di avanzare ed adattarsi sfruttando le risorse che comunque la natura, seppur dormiente e ghiacciata, ci mette a disposizione. E di questo siamo grati.
Questa è avventura. E noi gli assetati del suo vino.

Da cosa sono mossi?

Il progetto si chiama “Siberia 105°” I due hanno intrapreso questo lugno e faticoso viaggio in pieno inverno in una delle zone più desolate del pianeta per raccontare la crisi climatica.
La durata del tragitto che hano in mente li terrà al freddo e in bici per circa un mesetto.

O cambiamo il nostro stile di vita o causeremo danni irreversibili all’ecosistema e alle generazioni che verranno. Sostituire il capitalismo è un’utopia troppo ben accertata, l’unica nostra speranza è l’avvento di una coscienza comune che possa persuadere ogni essere umano a fare la propria parte.

Vogliono constatare coi loro occhi i cambiamenti del clima in quell’area. Di come cambia anche la vita dei residenti in base a questi sconvolgimenti.
Ciclicamente anche noi in questi ultimi anni stiamo scrivendo di continui record dell’innalzamento della temepratura in Sibieria. Dei roghi che si sono sviluppati.

Il viaggio

Clima rigido che sta creando non pochi problemi ai due, soprattutto per quanto riguarda l’attrezzatura. Ale bici il grasso dei cuscinetti a sfere si è congelato, impossibile pedalare. Per ovviare hanno dovuto eliminare grasso e olio per avitare che si ghiacciasse. Un lavoro minuzioso.  Stessa cosa per i carrelli porta materiale e quindi li hanno dovuti abbandonare in un villaggio e caricarsi sulla bici il materiale. Ovviamente rinunciando a parecchie cose. Le loro bici pesano intorno ai 50 kg.

Ma vanno avanti. Viaggiano a una velocità media di 8-10 chilometri l’ora. Generalmente, macinano km per 6-7 ore al giorno.

Per chi avesse qualche dubbio, SÌ ci stiamo divertendo. NO non vorremmo essere né fare qualcosa di diverso da questo, ora. Perché? Ancora una volta, perché ci piace. Ci appassiona. Soddisfa i nostri desideri coltivati, realizzati in altre fette di mondo, e non ancora placati. No, non stiamo sfidando nessuna natura; ogni giorno chiediamo “permesso” e ringraziamo per averci fatto procedere.

La notte dormono nella tenda e per scaldarsi hanno una stufa al titanio. La temperatura così si alza di una quindicina di gradi, attestandosi intorno ai -35.

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