Buon compleanno Stelvio. Il primo gipeto nato in natura in Italia

Nel 1998 da mamma Diana e papà Margunet dopo la scomparsa della specie circa 100 anni fa. Il progetto e il monitoraggio

Il 22 marzo del 1998 nasceva, in Valle del Braulio, nell’area lombarda del Parco, il piccolo gipeto “Stelvio” da mamma Diana e da papà Margunet. Stelvio è stato il primo gipeto nato in natura in Italia dopo la scomparsa avvenuta circa cent’anni fa, principalmente a causa dell’uomo, e il secondo gipeto nato sulle Alpi (il primo uovo si schiuse in Francia nel 1997).

Il progetto

Da anni il Parco è impegnato nella conservazione della biodiversità, con particolare riferimento allo studio e al monitoraggio della fauna selvatica vertebrata e invertebrata.
Tra i diversi progetti di conservazione che il Parco Nazionale conduce spiccano, per durata e valenza scientifica, quelli riguardanti il monitoraggio di due grandi rapaci diurni che vivono a stretto contatto tra loro: il Gipeto (Gypaetus barbatus), specie estintasi dalle Alpi ai primi del Novecento e ora tornata a nidificare in natura grazie a un progetto internazionale di reintroduzione tuttora in corso, e l’Aquila reale (Aquila chrysaetos), superpredatore qui presente con densità tra le più alte d’Europa.
Il Parco Nazionale dello Stelvio, dal 2004 a oggi, conduce due distinti monitoraggi scientifici per valutare lo stato di salute delle specie, individuare e contrastare eventuali minacce per la loro sopravvivenza e acquisire dati sul loro andamento riproduttivo tutelando direttamente i nidi e lo sviluppo dei giovani fino all’involo.

Monitoraggio

A circa un secolo dalla sua estinzione, avvenuta ai primi del Novecento su tutto l’arco alpino, e dopo 30 anni esatti dalle prime reintroduzioni (primi rilasci nel 1986 in Austria e 1987 in Francia), oggi la vera fase critica per la popolazione alpina di Gipeto è stata superata.
Attualmente, infatti, sulle Alpi si sono insediati 42 territori; in 33 di questi è avvenuta la deposizione; cifre che rappresentano un assoluto record, a testimonianza dell’estremo dinamismo della popolazione (ultimo aggiornamento: maggio 2016). A conferma del grande successo del progetto, bisogna considerare che grazie alle liberazioni in natura di giovani nati in cattività e all’involo di quelli nati allo stato selvatico, al 2016, si stima la presenza in natura di oltre 270 individui che rappresentano una buona riserva per le future nidificazioni e occupazioni di nuovi territori.
Dal 1997, anno in cui nacque il primo pulcino in natura, a oggi la proporzione di giovani nati allo stato selvatico è andata via via aumentando fino a raggiungere l’attuale 41% della popolazione totale.
A livello alpino europeo si conferma la presenza di due nuclei di maggiore produttività, localizzati nelle Alpi Nord-Occidentali (Savoia e Valle d’Aosta) e Centrali (Parco Nazionale dello Stelvio, Val Venosta e Canton Grigioni in Svizzera), di un promettente nucleo in formazione nelle Alpi Sud-Occidentali (Mercantour e Parco Naturale Alpi Marittime) e di un’area di minor produttività nelle Alpi Orientali (Parco Nazionale Alti Tauri in Austria).
Tutte le informazioni e i dati raccolti nel corso dell’attività di allevamento, reintroduzione, monitoraggio in natura e analisi genetiche da laboratorio sono archiviati nel database internazionale della rete IBM (International Bearded vulture Monitoring) coordinato e gestito dalla SWILD di Zurigo.

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