Marmolada, identificate le 11 vittime. Ora raccolta reperti e riapertura montagna

AGGIORNAMENTO 11/07/2022

Le analisi scientifiche del Reparto Investigativo Speciale dei Carabinieri hanno permesso di “chiudere il cerchio” identificando tutte le 11 vittime coinvolte dal crollo di un seracco sulla Marmolada. Si chiude dunque un capitolo molto triste per la montagna italiana.
Sulla Marmolada inizia ora la “Fase Due” caratterizzata da ricerche con i droni per dieci giorni e la successiva raccolta dei reperti ogni tre giorni. Quindi la “Fase Tre”, con la valutazione di una parziale riapertura della montagna.

 


AGGIORNAMENTO 08/07/2022

“Il bilancio di questa tragedia è pressoché definita: ci sono undici persone tra i deceduti e i dispersi. Ad oggi l’identificazione degli otto deceduti riguarda tre veneti identificati e una trentina. Dei feriti, sette sono ancora in ospedale e un paio sono gravi. Lo ha riferito il governatore del Veneto, Luca Zaia.

Il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, ha fatto sapere: “Abbiamo fatto un riepilogo della tragica situazione. Rispetto ai numeri di ieri la novità è che due persone sono state riconosciute, due cittadini della Repubblica Ceca. I quattro di ieri l’altro più i due riconosciuti ieri dai famigliari, che si sono recati dove ci sono le salme ed è stato eseguito il riconoscimento” ha invece detto il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti.

Le vittime sono quindi 10, all’appello manca una sola persona dispersa.

 


AGGIORNAMENTO 07/07/2022

Le vittime accertate salgono a nove. Due in più rispetto a ieri, di cui 4 riconosciute dai famigliari e 5 non identificati. I feriti sono 7: 4 ricoverati a Trento, 3 in ospedali veneti. Lo ha detto il presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti.

 


AGGIORNAMENTO 05/07/2022

Otto delle 13 persone che si temevano disperse sono state rintracciate dalla compagnia dei carabinieri di Cavalese, in collaborazione con le autorità della Provincia autonoma di Trento e della Regione Veneto. Scende dunque a 5 il numero delle persone – tutti di nazionalità italiana – di cui non si hanno notizie dal pomeriggio del 3 luglio, quando è avvenuto il crollo del ghiacciaio della Marmolada. Nel frattempo, continua l’azione di riconoscimento delle 7 vittime del crollo del 3 luglio scorso, accanto alle operazioni di monitoraggio e recupero. Al momento la situazione è questa: i familiari hanno riconosciuto l’ultimo degli 8 feriti coinvolti nel crollo del ghiacciaio della Marmolada che non era stato ancora identificato. Il numero dei ricoverati scende peraltro a 7: in giornata è infatti avvenuta una dimissione. Sono state inoltre riconosciute ufficialmente 4 vittime, tutte di nazionalità italiana, mentre altri due corpi sono in fase di riconoscimento (in attività di conferma dalle autorità consolari). Infine, attraverso articolate verifiche, sono stati individuati i proprietari e gli utilizzatori delle autovetture parcheggiate all’imbocco dei sentieri che portano al ghiacciaio. Tutti risultano negli elenchi in possesso delle forze dell’ordine.
Tutti i punti di accesso alla montagna sono chiusi per motivi di sicurezza. È dunque interdetto anche l’accesso all’area compresa tra Punta Serauta e la Forcella Marmolada, cui sia accede dalla Val Contrin, secondo quanto previsto dalle ordinanze dei tre Comuni di Canazei, San Giovanni di Fassa e Rocca Pietore (Belluno). Sul posto sono stati installati cartelli di divieto di accesso e transito. È stato inoltre disposto il presidio di Passo Fedaia da parte di Polizia locale e Corpo forestale del Trentino. Lo ha comunicato il sindaco di Canazei, Giovanni Bernard, al termine della riunione di coordinamento interforze, che si è tenuto questa mattina presso il centro operativo comunale. Il presidente del Corpo nazionale del Soccorso alpino e speleologico, Maurizio Dellantonio, incontrando la stampa ha confermato la prosecuzione delle operazioni di ricerca, che si svolgono per ora esclusivamente attraverso l’impiego di droni. La priorità è di garantire l’incolumità degli operatori sul campo. Le condizioni della parte superiore della montagna vengono monitorate dal personale della Protezione civile della Provincia autonoma di Trento, anche attraverso l’impiego di interferometri e radar doppler, ossia speciali apparecchiature di monitoraggio che misurano i movimenti della parete ghiacciata.

AGGIORNAMENTO 04/07/2022

È di 7 vittime (di cui 3 identificate) il bilancio provvisorio della tragedia che ha interessato il ghiacciaio della Marmolada nel pomeriggio di ieri. Otto i feriti trasferiti negli ospedali di Trento, Bolzano, Belluno, Feltre e Treviso, di cui 2 in gravi condizioni. Quattro persone ritenute disperse sono state rintracciate, sono in salvo. Al momento, solo quattro dei sette morti sono stati identificati, sono tre italiani, di cui due guide alpine. Sono 13 le persone disperse, il cui mancato rientro è stato denunciato dai familiari . Dieci dispersi sono di nazionalità italiana e 3 di nazionalità ceca. Le autorità stanno ancora accertando la proprietà di 4 delle 16 auto parcheggiate nei pressi dei sentieri che portano al ghiacciaio: tutte hanno targhe straniere (1 tedesca, 2 ceche e una ungherese).
Le informazioni sono state fornite nel corso di una conferenza stampa presso il centro logistico della Protezione civile a Canazei, alla presenza del presidente del Consiglio dei ministri, Mario Draghi, dei presidenti delle Province autonome di Trento e Bolzano, Maurizio Fugatti e Arno Kompatscher, del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia e del capo Dipartimento della Protezione Civile, Fabrizio Curcio. In mattinata le ricerche sull’area interessata dal distacco sono proseguite con l’impiego di droni e attraverso il sorvolo dell’elicottero di Trentino emergenza, fino all’arrivo di un temporale nella tarda mattinata.
Le ricerche proseguiranno nei prossimi giorni nello stesso modo, poiché il rischio di ulteriori distacchi non permette di garantire l’intervento da terra. Viene confermata la chiusura dell’area con ordinanza del sindaco di Canazei, Giovanni Bernard, mentre sono in corso le indagini tecniche dei glaciologi della Provincia autonoma di Trento.
Il premier Draghi – che ha incontrato i familiari delle vittime e dei dispersi – ha voluto ringraziare tutti gli operatori impegnati nelle operazioni per la loro generosità, professionalità e coraggio: “Voglio esprimere la più sincera, affettuosa e accorata vicinanza alle famiglie delle vittime, dei feriti e dei dispersi, oltre che alle comunità che sono state colpite da questa tragedia. Questo è un dramma che certamente ha dell’incredibile, ma dipende dal deterioramento dell’ambiente e della situazione climatica. Oggi l’Italia piange queste vittime e tutte le italiane e gli italiani si stringono a loro con affetto. Il Governo deve ora riflettere su quanto è accaduto ed è chiamato ad assumere i provvedimenti necessari, perché quanto è accaduto possa essere evitato in futuro”.
Il presidente Fugatti ha ringraziato il premier per la visita sui luoghi della tragedia e – nel fare proprie le parole del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ringraziato gli uomini e le donne che, con tempestività sono intervenuti in una situazione oggettivamente complessa: “Canazei, che in passato era già stata colpita da altre tragedie, sta vivendo un dolore particolarmente profondo”. Il presidente Zaia ha assicurato: “Le ricerche continueranno: lo dobbiamo ai familiari e a chi è ancora lassù”.
Il presidente Kompatscher ha rivolto un ringraziamento speciale ai soccorritori e un pensiero ai familiari delle vittime e dei dispersi.
Il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio ha ricordato come “in questo momento difficile per il Paese, la risposta operativa è stata importante ed ha visto una collaborazione proficua tra forze diverse. Il sistema nazionale è a disposizione per supportare le attività in questa grande tragedia.

 

 


Tragedia Marmolada: si cercano i dispersi. Sono 20. I vigili del fuoco e il Soccorso Alpino hanno presidiato tutta la notte con i droni la zona del crollo.

Nel frattempo a Canazei sono arrivati due gruppi di parenti di vittime e dispersi, che sono saliti di numero: sono infatti tre o quattro in più dei 16 comunicati ieri.

Le vittime

Le vittime sono tutte al Palaghiaccio di Canazei, dove è stata allestita la camera ardente e dove i parenti, in mattinata, inizieranno il doloroso rito dei riconoscimenti dei corpi.
Al momento sono 6 le vittime confermate: tre italiani, un cecoslovacco, più un uomo ed una donna non ancora identificati, ma il bilancio è verosimilmente destinato ad aggravarsi. Le condizioni meteorologiche saranno determinanti per valutare l’intervento diretto dei soccorritori: il freddo e le basse temperature sono fondamentali per garantire un minimo di sicurezza alle operazioni, visto che sulla montagna è rimasto un’enorme quantità di ghiaccio pericolante. Per valutare come procedere sarà fondamentale la valutazione dei meteorologi di Arabba e Meteo Trentino.

Soccorso alpino in azione

Sono proseguite anche nel corso della notte le attività dei soccorritori sul ghiacciaio della Marmolada per cercare eventuali superstiti dopo il disastro di ieri. Nei sopralluoghi è stato impegnato personale della Protezione Civile trentina, con il supporto del soccorso alpino e dei droni dei Vigili del fuoco dotati di termocamere, in grado di individuare anche al buio la fonte di calore emessa da una persona. Al momento non vi sono notizie sull’esito dei sopralluoghi.

Cambiamenti climatici

Poco più di un mese dal crollo di alcuni seracchi avvenuto sul versante svizzero del massiccio del Grand Combin, un fenomeno analogo è avvenuto sulla Marmolada: episodi che sono un campanello d’allarme sullo stato di salute dei ghiacciai alpini.

Il glaciologo Massimo Frezzotti (UNiversità Roma Tre all’Ansa I cambiamenti climatici hanno reso più instabile l’alta montagna e i ghiacciai non sono più in equilibrio. I seracchi sono il risultato di un processo naturale, ma quando la temperatura diventa troppo elevata il rischio di crolli può aumentare.

 

Il 2 luglio scorso sulla Marmolada era stato raggiunto il record della temperatura più alta, con circa 10 gradi in vetta, e in genere la temperatura media è intorno a 7 gradi. A fornire un indizio importante è inoltre l’isoterma zero, ossia l’altitudine minima nella quale la temperatura raggiunge zero gradi:”attualmente l’isoterma zero sulla Marmolada si trova circa mille metri più in alto rispetto alla vetta più elevata.

E’ chiaro che i crolli avvengono quando i processi di fusione sono più alti e, se pensiamo ai ghiacciai come a fiumi congelati che scendono verso valle, è chiaro che in queste condizioni fare delle escursioni in ambienti simili non è prudente. Il crollo di un seracco è un pericolo oggettivo che in montagna può sempre accadere, ma ci sono momenti in cui il pericolo aumenta e, con esso, la probabilità di un crollo. Considerando poi le condizioni anomale di questo periodo, con temperature altissime già all’inizio di luglio, la situazione è ancora peggiore.

 

Reinhold Messner Con il caldo globale i ghiacciai sono sempre più sottili e, quando cadono, vengono giù pezzi come grattacieli. I seracchi cadono da sempre  ma negli anni Sessanta il pericolo che accadesse era di gran lunga minore. Purtroppo anche la montagna risente dell’inquinamento delle grandi città. Sulla Marmolada ci sono salito più volte, anche se ormai non ci vado da tanti anni. Lì non c’è quasi più ghiaccio, non deve essere molto grande il seracco. Fa troppo caldo, dieci gradi ieri è una cosa incredibile, il permafrost se ne va e sotto il ghiaccio si formano veri e propri fiumi d’acqua che portano via tutto.
Non sto dicendo che chi oggi era là è stato imprudente. Salire là, lungo la via normale, è una abitudine per chi va in montagna da quelle parti. Un alpinista bravo, però, non va sotto un saracco in questo periodo: l’arte dell’alpinismo sta nel non morire in una zona dove questa possibilità esiste e, per riuscirci, bisogna tenere occhi e orecchie bene aperti. Sempre….

Segnalazione dispersi

Un numero dove segnalare gli eventuali dispersi nel crollo del seracco di ghiaccio sulla Marmolada. Lo ha istituto il Soccorso Alpino sottolineando, in italiano e in inglese, che deve essere utilizzato esclusivamente per segnalare il mancato rientro di amici e familiari. Il numero da contattare è 0461/495272.

Indagine

Gli inquirenti Un disastro inimmaginabile, una carneficina tale che solo difficilmente ci permetterà di identificare con esattezza l’identità delle vittime perché i corpi sono stati smembrati.

La procura di Trento ha aperto un fascicolo. Disastro colposo è il reato ipotizzato, al momento a carico di ignoti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio