“Giù le mani dal Parco Velino-Sirente”

Il Cai manifesta la propria contrarietà alla proposta di legge regionale dell'Abruzzo che ne prevede il ridimensionamento dei confini

Il Club alpino italiano manifesta la propria contrarietà alla proposta di legge regionale che, in Abruzzo,  intende ridimensionare i confini del Parco regionale Sirente Velino.

Di seguito il testo della lettera, firmata dal Presidente generale Vincenzo Torti, inviata al Consiglio regionale.

Il presidente Cai

Nella seduta di mercoledì 9 dicembre la discussione sulla proposta di legge “Nuova disciplina del Parco naturale regionale Sirente Velino e revisione dei confini” approvata dalla Giunta con DGR n. 333C del 15/6/2020. Come è noto, la proposta prevede, oltre a una revisione dell’articolato della disciplina del Parco, anche la riduzione dei confini dello stesso di circa 8000 ettari nel territorio soprattutto della Valle Subequana, ma anche sull’Altopiano delle Rocche.

Nei mesi scorsi molte Associazioni hanno manifestato la propria contrarietà alla proposta ed è stato chiesto alla Regione Abruzzo e al signor presidente Marco Marsilio di pensare a un vero rilancio dell’unico Parco regionale d’Abruzzo.
Le richieste vengono supportate da più parti, tra le quali quelle rappresentate nella petizione on line lanciata dalle Associazioni , che ha superato le 86.000 firme.
Cinquanta personalità della scienza e della cultura abruzzesi e italiane hanno firmato un appello rivolto al Presidente della Regione e all’Assessore Emanuele Imprudente per scongiurare la riduzione dei confini e delle prerogative del Parco regionale.
L’Amministrazione comunale di Tione degli Abruzzi, con deliberazione del 28 ottobre c.a., ha chiesto alla Regione Abruzzo di non ridurre il territorio protetto del Parco regionale Sirente Velino che insiste sui propri confini amministrativi.

Il Cai, con altre Associazioni, anche a livello nazionale, ritiene che il Presidente e il Consiglio Regionale non possano ignorare l’attenzione suscitata intorno alle aree protette abruzzesi. L’Abruzzo è conosciuto e riconosciuto per la sua natura protetta e ben conservata, e tale riconoscimento concorre in grande parte a definirne l’identità.

Pertanto, il Cai in merito alla proposta di legge sul Parco regionale Sirente-Velino ribadisce quanto più volte e in più sedi sostenuto:

– purtroppo, attualmente il Parco rappresenta un esempio di grave abbandono amministrativo: commissariato dal 2015, lo era già stato per diverso tempo anche in precedenza. L’area protetta ha vissuto anni di gestione commissariale (o con presidenti facenti funzione, subendo ridimensionamenti immotivati anche dal punto di vista territoriale (nel 1998, nel 2000 e nel 2011 sono stati già tagliati molti ettari, creando l’attuale perimetro poco funzionale alla continuità ambientale visto che è presente un cuneo di territorio non protetto che si insinua all’interno del Parco stesso).

– sarebbe importante superare la fase commissariale attuale con la nomina di un Presidente di alto profilo culturale, espressione del mondo accademico, della ricerca scientifica, con conoscenza e competenza nel campo della conservazione della natura, capace di rilanciare il Parco e conferirgli il posto che merita tra le aree protette italiane.

– è urgente l’approvazione del Piano di assetto naturalistico, strumento fondamentale per intervenire nel territorio anche con azioni di promozione e incentivazione, atteso da 3 anni e ancora non approvato dalla Regione Abruzzo.
– occorre evitare di ridurre i confini del territorio protetto, soprattutto quando la decisione non sia, come risaputo, basata su evidenze scientifiche e di corretta gestione. Le aree interessate dal taglio sono Zone di protezione Speciale e anche, in parte notevole, Siti di interesse comunitario, a suo tempo individuati dalla Regione stessa, validati dal Ministero dell’Ambiente e istituiti dall’Unione Europea: è evidente che sono presenti peculiarità ambientali e naturalistiche da proteggere, altrimenti i siti stessi non sarebbero stati istituiti. Il Parco regionale Sirente Velino ospita habitat e specie animali rari e protetti a livello nazionale e comunitario (l’Orso bruno marsicano, il Camoscio d’Abruzzo, l’Aquila reale, il Grifone, il rarissimo Falco Lanario). Inoltre ospita una delle popolazioni più importanti di Coturnice non solo dell’Italia ma dell’Europa intera, seriamente minacciata di estinzione a livello mondiale. Oggi questo grande patrimonio naturalistico ed anche turistico risulta seriamente minacciato dal prevalere di interessi particolaristici. Il rischio è anche quello di una minaccia di infrazione comunitaria.

– nella progettata revisione degli organi amministrativi, è da considerare la presenza nel Consiglio direttivo di una figura nominata su designazione delle Associazioni ambientaliste: non basta scrivere “esperti in campo ambientale” per definire l’appartenenza ad Associazioni riconosciute a livello ministeriale. Il Parco deve dotarsi di un consiglio nel quale sia prevista la rappresentanza del territorio, della parte tecnica e delle Associazioni ambientaliste.

– quanto alla composizione del Comitato consultivo, prende atto di quanto asserito dalle Associazioni ambientaliste locali, vale a dire che esso purtroppo si compone da un lato da rappresentanti di Enti di ricerca e Associazioni ambientaliste, dall’altro da portatori di interesse molto particolari e di tipo privato, facendo venire meno l’aspetto della predisposizione ed elaborazione di pareri tecnico-scientifici.

– osserva inoltre che andrebbero individuate e istituite delle “aree contigue”, anche allo scopo di dare un segnale ai cacciatori residenti nell’area, riconoscendo la loro presenza storica e il loro ruolo nelle montagne marsicane, peligne e vestine.

– infine è importante il coinvolgimento dei giovani residenti nei Comuni del Parco, perché esercitino un ruolo di presidio dell’area protetta per la sorveglianza e la divulgazione dei valori ambientali del Parco in campo culturale e turistico.

da Lo Scarpone

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