Gogna sul Cervino chiuso: “Nessun divieto in montagna. Si apra un dibattito”

Il Cervino (via italiana) chiuso a causa di crolli dovuti alle alte temperature. Alessandro Gogna, dopo l’ordinanza di chiusura da parte del sindaco di Valtournenche, invita Deborah Camaschella a organizzare un dibattito e auspica che in futuro si giunga ad assenza di divieti in montagna

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Dopo l’ordinanza di chiusura della via italiana al Cervino, in salita e in discesa, a seguito di alcune frane nella zona della Cheminè, nell’ambiente alpinistico si è riaperto il dibattito sulla necessità di chiudere o meno una montagna e su chi effettivamente debba prendere tale decisione.

Ricordiamo che l’ordinanza è stata presa dopo un incidente e che circa circa 25 alpinisti sono rimasti bloccati al rifugio Carrell. L’ordinanza è stata disposta dal sindaco di Valtournenche, Deborah Camaschella, a cause di “anomale temperature alte e fuori della norma” per le quali si sono verificati distacchi che minacciano “l’incolumità degli alpinisti”. La via, in particolare, è chiusa dalla Croce Carrel sino alla vetta. Ed è tuttora chiusa. Nessun divieto sul versante elvetico.

“Non è la prima volta che viene chiuso il Cervino per motivi analoghi, penso al 2003 e al 2009. Ma sulla questione che debba essere un sindaco a chiudere una montagna bisognerebbe aprire un dibattito”, spiega Camaschella.

 

Ebbene, Alessandro Gogna, alpinista, storico dell’alpinismo, guida alpina e opinion maker sulla problematica turistico-ambientale della montagna, sul suo blog dice: “Come ha detto il sindaco Camaschella, non è la prima volta che viene chiuso il Cervino per motivi analoghi, penso al 2003 e al 2009… La novità è nelle parole immediatamente seguenti: …ma sulla questione che debba essere un sindaco a chiudere una montagna bisognerebbe aprire un dibattito”.

E aggiunge: “Anche il presidente delle guide del Cervino, Gerard Ottavio, è convinto che forse sarebbe stato meglio sconsigliare la salita, piuttosto che vietarla”. E riprende le parole di Ottavio: “L’alpinismo è un’attività del tutto particolare, in cui il rischio è sempre presente. Imporre qualcosa non è mai la soluzione migliore. Ma in ogni caso noi guide lassù non portiamo i clienti in questi giorni”.

Quindi Gogna suggerisce: “Ciò che ha detto il sindaco Deborah Camaschella lascia ben sperare in un futuro in cui l’assenza di divieti in montagna possa esistere. La Camaschella ha ragione a sollecitare un dibattito, quindi dovrebbe lasciarmi suggerire di essere proprio lei a organizzarlo in un prossimo futuro.

Come già detto tante altre volte, siamo sempre più fermamente convinti che in realtà il sindaco nulla abbia da temere: limitandosi a “sconsigliare” non corre alcun pericolo giuridico d’essere responsabile di eventuale incidenti. Il divieto è inutile e non corrisponde alle aspettative di crescita di responsabilità del cittadino”.

 

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