Inverno senza nessuno in vetta agli Ottomila

Tutti a casa: sei spedizioni su K2, Everest, Broad Peak e Gasherbrum

Ottomila a secco quest’inverno. Niente da fare su Everest, K2, Broad Peak e Gasherbrum. Sei spedizioni nel totale su questi Ottomila. Ognuna con la propria storia.

K2

Mingma Sherpa (Supersherpa) con la sua squadra sul K2, conclusasi quasi prima di iniziare, anche con strascichi polemici. Sul K2, doveva andarci anche Urubko, aveva il permesso di scalata in tasca ma non ne ha avuto il tempo impegnato sul Broad Peak.

Everest

Sull’Everest c’era Alex Txikon, il basco veniva dal bis Antartide e Ama Dablam e cercava la scalata invernale senza ossigeno sul Tetto del mondo. Sempre sull’Everest il giovane tedesco, il tosto giovane tedesco, col progetto di salire dalla cresta ovest. Da solo. Senza ossigeno. Si è arreso anche lui, dopo essere stato anche colpito da una valanga e dopo vari problemi fisici. Negli ultimi giorni sull’Everest anche una squadra di sherpa nepalesi che cercava il record di salita in velocità. Niente da fare. Per tutti l’Everest era troppo pericoloso, le nevicate degli ultimi giorni, il forte vento e il pericolo valanghe hanno fatto desistere tutti. Tutti i team hanno superato i 7000 metri.

  • Tamara Lunger
  • simone moro

Gasherbrum

Poi il Gasherbrum (tentativo di traversata di GI e GII), con Simone Moro e Tamara Lunger. Inizialmente i problemi sul ghiacciaio, poi la caduta di Moro in un crepaccio e le ferite riportate da Lunger. Si torna a casa.

Broad Peak

Sul Broad Peak c’era Denis Urubko, inizialmente con Lotta Hintsa e Don Bowie. Problemi respiratori per entrambi, soprattutto per Bowie che ha comunque provato ma alla fine si è dovuto arrendere. Urubko è rimasto e ha provato da solo. Maltempo, valanghe e crepacci hanno fatto il resto. Anche Urubko a casa.

Al prossimo inverno

Appuntamento all’inverno 2020-2021. Occhi puntati sul K2. Dovrebbe tentare una spedizione polacca, forse con innesti di alpinisti di altre nazioni. Denis Urubko ha annunciato di essersi ritirato dall’alpinismo estremo, ma c’è chi non ci crede più di tanto…

4 Commenti

  1. Ci voleva ancora gente come Renato Casarotto e Jerzy Kukuczka…, senza mezzi tecnologici, meteo precisi, straordinari portatori e sponsor faraonici, avevano concluso grandi salite…forse saremmo qui a festeggiare una loro grande impresa!!!

    1. Davvero non capisco una parte del suo commento. Concordo che massimo i 15 20 professionisti potrebbero usare più stile alpino e meno portatori ma se è mai stato in quei posti dovrebbe sapere che x alcune comunità è quasi l unico mezzo di sostentamento ma qui il discorso si farebbe troppo lungo. X i mezzi tecnologici davvero non capisco il problema. GPS può salvare la vita le previsioni del meteo uguale che poi non sempre tutt ora attendibili al 100% a quelle latitudini, i materiali per forza di cosa diventano sempre più funzionali ma non vedo neanche qui il problema. Alpinismo sia quello più impegnativo ma anche quello amatoriale tranne x le poche persone che dicevo all inizio e fatto solo di passione e gloria 0 quindi non capisco xke si dovrebbe utilizzare metodi di 50 anni fa a rischio della propria vita in quanto già abbastanza alto x un romanticismo che non esiste più. Ma non xke è morto ma solo xke l esplorazione tranne x 2 3 vie è già stata fatto e rifatto tutto.

  2. Jerzy kukuczka… Colui che la montagna ce l’aveva dentro, concordo con Warren, loro ce l’avrebbero fatta comq e senza tutti i mezzi di oggi!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio