Juan Carrito è tornato. L’incontro con un cane a Villalago

L'orso "confidente", figlio di Amarena, era stato trasferito in un contesto montano isolato dal personale Pnalm pochi giorni fa dopo le visite a Roccaraso

Era stato catturato e trasferito pochi giorni fa. Juan Carrito è tornato. Parliamo dell’orso confidente. L’orso che a Roccaraso ormai era di casa. Quello che negli ultimi giorni prima di essere “trasferito” aveva fatto visita anche a una pasticceria.

A volte tornano

Ebbene rieccolo. Si è rifatto vivo a Villalago. Sì, il figlio di Amarena. Nel video che gira sul web (pubblicato da Abruzzo Live) lo si vede voler giocare con un cane. Il pastore tedesco si avvicina, abbiaia e lui che non fa una piega. Anzi, a un certo punto, si mette anche giù come per giocare.

 

IL VIDEO 

 

L’allontanamento

Pnalm L’obiettivo è quello di provare ad indurre l’orso a modificare il proprio comportamento fortemente condizionato dal cibo antropico e da una estrema confidenza nei confronti della persone, inducendolo ad un, si spera, sempre più prossimo svernamento, rilasciandolo in un contesto montano isolato.
Juan Carrito è un orso condizionato e confidente, monitorato costantemente da maggio scorso anche grazie ad un collare GPS, che è stato protagonista di diverse scorribande, non ultima quella in una pasticceria del centro di Roccaraso, luogo in cui si è praticamente stabilito da circa 2 mesi e, approfittando  dell’assenza di misure di prevenzione adeguate e della continua accessibilità a risorse alimentari di origine antropica, fra cui rifiuti all’interno dei cassonetti RSU e cibo offerto da alcune persone, ha rafforzato il suo comportamento confidente e condizionato, su cui certamente hanno influito le sue origini: figlio di Amarena cresciuto in un ambiente fortemente antropizzato. L’insieme delle condizioni in cui M20 ha passato gli ultimi mesi ha contribuito a rafforzare il suo condizionamento verso il cibo facile, vanificando gli sforzi messi in campo. Inoltre, volendo guardare ai prossimi mesi, la giovane età, la sua indole e la presenza costante di cibo sono alcuni degli elementi che possono contribuire a ridurre la durata del periodo di svernamento, aumentando notevolmente quindi il rischio che l’orso possa continuare a frequentare il centro abitato di Roccaraso, che essendo la più grande stazione sciistica dell’Appennino, durante la stagione invernale registra presenze di migliaia di turisti, certamente impreparati all’incontro con un orso, con gravi rischi sia per l’incolumità pubblica, sia per l’orso stesso.

Motivi

Tutto questo ha reso necessaria l’operazione odierna al fine di: 

  • decongestionare la situazione nel comprensorio di Roccaraso e zone limitrofe, dove nel corso delle ultime settimane si sono moltiplicati i passaggi all’interno del centro abitato;
  • tentare ulteriormente di favorire un cambiamento di comportamento dell’orso in un contesto non antropizzato, favorendo il letargo;
  • creare una finestra temporale per attuare immediati interventi gestionali (messa in sicurezza dei cassonetti RSU) e superare il periodo di maggior affluenza turistica.

 

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