La nuova sede Cai Aspromonte in un immobile sequestrato alla ‘Ndrangheta

Il bene è stato confiscato alla ‘ndrangheta il 13 maggio 2015. In origine adibito a sala giochi, l’immobile necessita di importanti lavori di manutenzione e adeguamento per consentire al CAI ed alla Stazione del Soccorso Alpino di condurre le proprie attività ma tutti i volontari della sezione si sono rimboccate le maniche e dopo i mesi estivi sarà inaugurata ufficialmente la sede

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Giovedì 18 giugno 2015, davanti a una nutrita platea di soci, il presidente Francesco Polimeni aveva annunciato che dal 1 luglio 2015, la Sezione Aspromonte si sarebbe trasferita in Via Sbarre Superiore 61/c, laddove si trova la nuova sede assegnata dal Tribunale di Reggio Calabria a seguito di istanza avanzata il 13 marzo.

Il bene è stato confiscato alla ‘ndrangheta il 13 maggio 2015. In origine adibito a sala giochi, l’immobile necessita di importanti lavori di manutenzione e adeguamento per consentire al CAI ed alla Stazione del Soccorso Alpino di condurre le proprie attività ma tutti i volontari della sezione si sono rimboccate le maniche e dopo i mesi estivi sarà inaugurata ufficialmente la sede.

L’ubicazione dell’immobile in un quartiere caratterizzato dalla presenza di famiglie rom aggiunge ulteriore valore alla presenza del CAI che con le sue attività si è sempre proposto come servizio alla città in ogni sua componente. Lasciamo l’attuale domicilio di via San Francesco da Paola 106, non senza un po’ di emozione, dopo averci trascorso quasi un ventennio, facendo delle bellissime esperienze di amicizia, di conoscenza e di pratica di cittadinanza attiva.

E’ stato luogo di crescita per tanti soci che in questi anni hanno donato parte del loro tempo per rendere la Montagna, e in particolare l’Aspromonte, più accogliente nelle varie pieghe in cui si offre. Il progetto della nuova sede infatti, fortemente sostenuto da questo Consiglio Direttivo e dal suo attuale presidente Francesco Polimeni nonchè dal past presidente Alfonso Picone Chiodo e dal past vicepresidente generale Goffredo Sottile, è un chiaro esempio di continuità con il passato nella ricerca di buone pratiche da adottare per favorire la legalità e l’aggregazione.

Azioni che producono effetti tangibili sia in montagna che nel territorio circostante perchè presenti all’interno dell’idea del nostro fare associazionismo. Da un Aspromonte nascondiglio di latitanti e prigione per i sequestrati della fine degli anni 80, passando dal Sentiero Italia degli anni 90 quando Teresio Valsesia (all’epoca vicepresidente generale del CAI) e alcuni soci della nostra sezione, ebbero la felice intuizione di far passare attraverso luoghi come: Polsi, San Luca, Pietra Cappa, Zervò, ritenuti impraticabili dalla cronaca del tempo, siamo pervenuti oggi alla realtà di una montagna divenuta Parco Nazionale.

Anche quello del CAI è stato un contributo importare per creare simboli positivi, attraverso la conoscenza effettiva di un’area pieni di stigmi e stereotipi, (senza nel contempo nasconderne le criticità), che ha favorito la nascita e lo sviluppo di un turismo sostenibile che ogni anno conta migliaia di escursionisti giungere da ogni parte d’Italia e d’Europa. Dal nostro impegno di sentinelle della montagna e dei sentieri ovunque si trovino, giacchè in questa provincia gran parte del territorio è Aspromonte.

Dall’incontro con l’Associazione “Libera Associazioni, Nomi e Numeri contro le mafie”, dai tanti legami con le varie associazioni territoriali e dall’impegno dei nostri soci a difesa dell’ambiente è maturato sempre più il concetto che costruire sinergie positive è uno strumento che ti fa raggiungere obiettivi ritenuti impensabili solo qualche anno fa. Il nostro percorso è legato ai valori comuni che la montagna e il territorio offrono con grande generosità.

Un percorso condiviso da donne e da uomini, peculiari come la nostra terra. Senza maschere e orpelli.

 

CAI Sezione Aspromonte – Reggio Calabria

 

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