L’avventura di Luca Schiera e Paolo Marazzi sul Campo de Hielo Norte

Il report dei Ragni di ritorno dalla Patagonia

La stagione patagonica che si è appena conclusa è stata una delle più memorabili nella storia dei Ragni, segnata da momenti esaltanti e memorabili, nonché, purtroppo, da vicende terribili.

I Ragni si riferiscono alla salita sul Cerro Torre e all’incidente a Thomas Aguilo “Tomy” e Corrado Pesce “Korra”, quest’ultimo purtroppo deceduto a causa delle ferite riportate dalla scarica di ghiaccio e pietre durante la discesa.

I Ragni tornano a casa con l’apertura della via in stile alpino sulla Est del Cerro Torre (Brothers in Arms) ad opera di Matteo Della Bordella, David Bacci e Matteo De Zaiacomo; una via dedicata a Matteo Bernasconi e Matteo Pasquetto.

Di questa via vi abbiam già parlato…

 

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Sul Campo de Hielo Norte

La spedizione esplorativa di Luca Schiera e Paolo Marazzi sul Campo de Hielo Norte è, invece, un passo in avanti, nella costruzione di una nuova avventura.

 

ragni di lecco
ragni di lecco

 

Report della spedizione al Campo de Hielo Norte

di Luca Schiera

Come sempre le cose non sono andate come avevamo previsto. Una cosa che ho imparato in Patagonia è che bisogna sempre essere pronti ad adattarsi alle forze della natura, che spesso è un vento feroce…

Questa volta volevamo attraversare il Campo de Hielo Norte da nord a sud per arrivare alle grandi pareti da scalare fra le montagne che si trovano nell’infinita distesa di ghiaccio.

Era la nostra terza esperienza in questo posto e sapevamo abbastanza bene cosa avremmo trovato, ma fin dal primo giorno non sono mancati gli imprevisti. Però, comunque sarebbe andata, sapevamo che avremmo trovato l’avventura totale e il senso di incertezza che cercavamo.

Con il prezioso aiuto di Andrea, scalatore italiano trasferito in Patagonia proprio per esplorare lo Hielo, siamo arrivati sulle rive del lago Leones da dove abbiamo iniziato a traghettare tutta la attrezzatura fino all’inizio del ghiacciaio.

Il 16 gennaio abbiamo iniziato a camminare sullo Hielo. La prima sorpresa è stata trovare subito uno spesso strato di neve fresca, che ha reso pericoloso oltre il ragionevole la salita per arrivare sul Campo de Hielo, dopo diversi consulti e un tentativo anche di notte siamo scesi per sperare in un miglioramento.

Così abbiamo passato lunghe giornate nella tenda scossa dal vento prima di un’altra finestra di bel tempo.

Siamo partiti il 25 gennaio per un giro di quattro giorni: all’alba del secondo finalmente abbiamo salito il passo, da lì ci siamo goduti una lunga discesa sugli sci. Poi il resto del giorno lo abbiamo passato tirando la slitta fino ad arrivare sotto alle prime pareti di roccia.

Al terzo giorno è iniziato il conto alla rovescia: entro l’alba successiva saremmo dovuti essere già fuori dal ghiacciaio per non rimanere bloccati dal brutto tempo.

Abbiamo quindi scalato una via semplice, 300 m fino a 6a, dalla cui cima ci siamo fatti una idea del percorso migliore da seguire al ritorno e siamo scesi alla nostra tenda.

Dopo una breve pausa guardando il tramonto siamo ripartiti verso sud. L’idea era di “pellare” intorno a questo gruppo di montagne, sperando di trovare un percorso più semplice rispetto a quello di andata. Ci aspettavano ancora decine di chilometri e dovevamo salvare il più possibile le energie. Abbiamo passato tutta la notte cercando i crepacci sotto agli sci e navigando con gps e cartina nel buio totale su terreno sconosciuto.

Il piano funzionava alla perfezione ma più ci avvicinavamo al passo più la mancanza di sonno, unita allo stress costante nel trovare la via più sicura, ci stava portando al limite. In passato ci è capitato più volte di camminare o arrampicare di notte, ma questa situazione è stata del tutto surreale. Quattro giorni più tardi eravamo sulle rive del lago ad aspettare la barca per il ritorno.

 

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