Linea Bianca riparte dalla Sicilia
Da oggi la nuova stagione del programma di Rai Uno condotto da Massimiliano Ossini, Giulia Capocchi e Lino Zani
Linea Bianca riparte nella ricorrenza della Giornata Internazionale della Montagna.
Si riparte dalla Sicilia
Una faggeta tra le più estese d’Europa, la roccia dolomitica, paesaggi unici, il piacere del turismo di prossimità, l’intimo rapporto con la natura. I Monti Nebrodi e Peloritani, a ridosso della costa nord-orientale della Sicilia, sono al centro del nuovo appuntamento con “Lineabianca”, in onda sabato 11 dicembre alle 15.20 su Rai1.
A raccontare questi territori Massimiliano Ossini, Giulia Capocchi e Lino Zani. Si parte da quota 1.340 metri sul livello del mare, in vetta al “Cervino di Sicilia”. Si prosegue tra torrenti scroscianti che regalano la tipica melodia dei boschi di montagna, pascoli sterminati dove è possibile incontrare esemplari di suino nero, e una faggeta incontaminata: è il cuore del Parco Naturale Regionale dei Nebrodi, meraviglioso affaccio naturale sull’Etna e le isole Eolie, l’incontaminata bellezza del bosco dei Mangalaviti.
Un affascinante complesso di megaliti intorno ai quali aleggia ancora un’aura di mistero, un gruppo di grandi rocce di arenaria quarzosa modellate in forma curiosa e suggestiva: tra i comuni di Montalbano Elicona, Tripi e Roccella, sull’altopiano dell’Argimusco, alla scoperta di uno degli angoli meno conosciuti, ma più suggestivi, del Sud d’Italia.
“Grazie a un sogno ho incontrato me stesso e mi è venuta voglia di volare”: in un piccolo rifugio incastonato sulle Rocche del Crasto, sotto un cielo dove volteggiano grifoni e aquile, la coraggiosa scelta di vita di Angelo Pidalà, l’eremita “sociale”.
Una tradizione che si tramanda di padre in figlio, la riscoperta dei grani antichi siciliani, una vecchia chiave di ferro gelosamente custodita: all’ingresso di Novara di Sicilia, la magia del Mulino Giorginaro, costruito nel 1690, l’unico “sopravvissuto” dei quattordici mulini ad acqua dislocati lungo il corso del torrente San Giorgio.