Lo Yeti non è mai esistito… era solo un orso bruno himalayano

Questa la teoria di una ricerca britannica condotta dal biologo venezuelano Eliecer Gutierrez, della Smithsonian Institution. Parla il Dna dei risultati ottenuti sui peli della misteriosa creatura

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Tutti noi siamo cresciuti con il mito dello Yeti… e invece, a quanto pare, quella creatura, non esiste e non è mai esistita. Dopo Lochness ed altri mostri marini e terrestri se ne va un altro mito. Lo Yeti, l’abominevole uomo delle nevi alto due metri e ricoperto di pelliccia… per alcuni ricercatori britannici non è altro che un orso bruno dell’Himalaya. Lo dice l’analisi del Dna, condotta dal biologo venezuelano Eliecer Gutierrez, della Smithsonian Institution.

 

I RISULTATI I risultati indicano infatti che i peli che si riteneva potessero appartenere alla misteriosa creatura delle nevi appartengono in realtà al molto più familiare orso bruno himalayano, come si legge nello studio pubblicato sulla rivista Zookeys.

“Nel luglio 2014 Bryan Sykes e i suoi colleghi dell’università di Oxford dice l’Ansa – avevano alimentato le fantasie di complottisti e amanti della leggenda dello Yeti sostenendo che, dopo aver analizzato 57 peli ‘sospetti’ inviati da tutto il mondo, due di questi campioni potessero appartenere ad una specie di orso sconosciuta, che combaciava col Dna di un orso polare preistorico ricavato da un fossile di 40.000 anni fa. Si immaginava, insomma, una sorta di ‘ibrido’ tra l’orso bruno e quello polare.
Le analisi condotte Gutierrez hanno però smontato questa teoria, dimostrando che è impossibile collegare con certezza le caratteristiche genetiche presenti nei campioni forniti da Syke a quelle dell’orso bruno e dell’orso polare. Potrebbero infatti appartenere a entrambe. Ma poiché l’orso bruno si trova nell’Himalaya, non c’è ragione, secondo Gutierrez, di credere che i campioni in questione appartengano ad una specie diversa dall’orso bruno himalayano”.

 

TRA LEGGENDA E STORIA Lo Yeti è una creatura leggendaria che fa parte della cultura e delle credenze popolari delle popolazioni locali dell’Himalaya, entrata ormai anche nell’immaginario collettivo della cultura mondiale.

Conosciuto anche come abominevole uomo delle nevi, termine originato da un’errata traduzione giornalistica dell’espressione in lingua nepalese Metoh Kangmi (letteralmente “uomo-orso delle nevi”), il termine Yeti deriva invece da yeh-teh che significa “Quella cosa là”, espressione tipica usata dagli sherpa per indicare la mitica creatura.

La figura dello Yeti dell’Himalaya sembra avere “parentele” simili sparse in tutto il mondo: nella regione caucasica e nella vasta fascia che va dal Pamir, attraverso l’Asia Centrale e la Mongolia, fino alla Siberia Orientale vivrebbe l'”Alma”; sulle montagne della Cina Centrale, in Indocina e in Malesia si nasconderebbe lo Xuèrén o “uomo selvatico”; negli altipiani della Russia il Chuchunaa; nel nord ovest americano, tra le Montagne Rocciose e il Pacifico, si dice vivrebbe il “Sasquatch” o “Bigfoot”.

 

RICERCHE Ogni stato citato ha promosso proprie ricerche scientifiche per indagare e fare luce sull’effettiva presunta esistenza di queste creature. Ma dal primo presunto avvistamento effettuato dal Colonnello Britannico A.L. Waddell, nel 1889, ad una quota di 5.000 metri di altezza, alla frontiera tra Nepal, Tibet e Buthan, fino ad oggi sono state avvistate e fotografate solo impronte, con l’eccezione di scalpi e pellicce rinvenuti e conservati come reliquie da alcuni monaci, che si sono rivelati poi appartenere a specie animali note. Nel 1980 Meng Quingbao ha avvistato un migliaio di impronte di cui ha riportato alcuni calchi, addirittura della lunghezza di 46 cm, di forma e dimensioni dissimili da quelle della fauna circostante conosciuta, oltre ad alcuni peli. C’è chi sostiene che appartengano ad un antenato del Gigantopiteco, vissuto nel tardo Pliocene, ritenuto estinto, ma di cui potrebbero essere rimasti in vita alcuni esemplari isolati (d’altronde non sono poche in zoologia le cosiddette “specie Lazzaro”).

In base alle conoscenze zoologiche e antropologiche, sarebbe comunque impossibile, per una specie così antica e isolata, vivere in piccoli gruppi familiari in un ambiente di altissima quota dove è difficile trovare nutrimento e con l’isolamento che genererebbe una progenie malata nel DNA per riproduzione tra consanguinei. È opportuno inoltre ricordare come, fino ad oggi, non sia mai stato rinvenuto neppure un reperto osseo riconducibile direttamente alla leggendaria creatura.

 

LA TEORIA DI MESSNER Il 17 ottobre 2013 gli scienziati, confrontando il DNA di alcuni peli presumibilmente appartenenti allo Yeti con quello di un orso polare, hanno stabilito che la creatura leggendaria coinciderebbe in realtà con una sottospecie ibrida di orso, alla base del mito popolare, fornendo così una prova sperimentale alla teoria mitologica sostenuta per primo dall’himalaysta Reinhold Messner alla fine degli anni novanta.

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