Miquel Mas e Marc Subirana sull’inviolato Latok Thumb

I due alpinisti catalani hanno aperto "Atracció Instintiva" su una vetta secondaria del Latok II

Miquel Mas Vivere non è essere vivi, vivere è l’atteggiamento con il quale compiere la vita.

Miquel Mas e Marc Subirana hanno aperto Atracció Instintiva (1100 m, 7a, A2+, M5) sul Latok Thumb (6,380 mt) in Karakorum, Gilgit-Baltistan. Una montagna ubicata in un luogo remoto con una bella salita tecnica, difficile, lunga, dal punto di vista alpinistico. Si tratta di una cima secondaria del Latok II (7.108 m), una vetta sinora inviolata.

La salita dei due catalani risale allo scorso mese. Ben 18 giorni in parete. I due ci avevano provato già l’anno scorso. Affrontarono la prima sezione su misto (M5), attraverso un ripido canalone di neve e ghiaccio (70°). Riuscirono, come raccontano, a salire fino al tiro numero 14, intorno ai 5.900 mt. 12 giorni in parete. Poi arrivò il maltempo e i due alpinisti furono costretti a rimandare la chiusura del progetto all’anno successivo. E così è stato.

Gli alpinisti L’obiettivo era affrontare una montagna che non fosse mai stata scalata. Era proprio accanto al Latok II e sembrava soddisfare tutte le nostre aspettative. Situato nella regione del Gruppo del Latok (una delle più selvagge e zone inospitali del Karakorum, Pakistan), la parete era completamente verticale con oltre 1000 m di dislivello, con un marcato tratto di misto all’inizio e alla fine, anche se al centro c’erano anche diverse lunghezze con ghiaccio e neve. Nel luglio 2023 siamo tornati per finire la via. Dopo il periodo di acclimatazione e rispettando tutte le particolari regole sui tempi in cui si può accedere questa parete, abbiamo iniziato a salire. È fondamentale partire dalle ore 9:00, essere al riparo dalle cadute di roccia e valanghe. Da quel momento in poi non bisogna più passare nel canalone d’accesso perché tutto crolla ed è davvero pericoloso. Quando eravamo sulla parete vera e propria, il sole entrava alle 11:00 e se ne andava alle 16:00. Avevamo solo cinque ore per scalare con una temperatura ragionevole. Molto freddo. Questo ci ha fatti muovere lentamente. Siamo riusciti a superare la zona dei tetti e raggiungere quota 6030 m, dove abbiamo stabilito il campo 2. Abbiamo quindi affrontato l’ultima parte della parete in tre giorni molto intensi, arrivando in cima il 18 agosto.

Altri due giorni per la discesa sino al campo base.

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