Nanga Parbat, la neve fa cedere la tenda del cb di Nardi. Anche la traccia è da rifare

nardicb nardicb2Questo il dispaccio odierno di Daniele Nardi dal CB Nanga Parbat.
“Questa notte ha nevicato, ce lo aspettavamo, circa 40 cm. La traccia verso la montagna si vede ancora, non è stata completamente coperta dalla neve caduta. Questo vuol dire che gli effetti sulla montagna sono minori di quelli disastrosi della neve abbondante. Resto ottimista, anche se sarà faticoso ribattere la traccia.
Il cuoco Nachammadin, sicuramente ho scritto male ma si pronuncia cosi, “Naciamadin”, è molto bravo a cucinare ma poco esperto di spedizioni. Durante la notte la neve si è accumulata sopra il tetto della tenda mensa. Avrebbe dovuto svegliarsi e smuoverla per evitare che l’eccessivo peso la facesse implodere. Non l’ha fatto perché non lo sapeva. La mattina si sveglia ed umile, coraggioso e forte, decide di prepararci la colazione. Mentre scalda l’acqua la tenda cede. Noi a pochi metri di distanza non facciamo in tempo ad avvertirlo. Accorrono subito Roberto e Federico. Io sono qualche metro indietro. Namaciadin esce dalla tenda sorridendo sconsolato. E’implosa solo la parte centrale e lui era di lato. Gli do una pacca sulla spalla e gli dico di non preoccuparsi, l’importante è che lui stia bene. Ci mettiamo subito all’opera, smontiamo tutta la tenda e spostiamo la cucina altrove. Un lavoro duro, ma con  grande spirito  di squadra risolviamo tutto nella mattinata.
E’ un lavoro durissimo quello della cucina qui al campo base. Devi sciogliere la neve, le uova prima di cuocerle si devono scongelare in acqua calda, le verdure anche, e cosi tutto il resto. Se dimentichi di lavare un piatto, tutto si congela e ci vuole la piccozza per togliere le incrostazioni. Il cuoco Namaciadin, nonostante avessi previsto due aiuto cuoco, è rimasto solo. Uno di loro  è andato via con Ali per aiutarlo nella scelta dei rifornimenti, che scarseggiano qui al campo base, l’altro con Elisabeth, come sapete senza avvertirmi. Namaciadin stamane, dopo la giornata intensa di ieri, è molto stanco.
Altaf mi confessa che avrebbe preferito che l’altro Poliziotto fosse sceso con Tomek e non con Elisabeth; questi erano i programmi, ma cosi non è andata. Qui al campo base abbiamo cibo, kerosene e petrolio per il generatore solo per 5 giorni.  Noi qui incrociamo le dita e confidiamo nella risalita veloce di Ali. Nel frattempo siamo a “stecchetto” con il cibo e l’energia. Ma in fondo è anche questo quello che siamo venuti a cercare no? Avventura allo stato puro. Come dicono qua…Inshallah, che Dio voglia!
Il nostro pensiero è ancora per Tomek
Tomek dovrebbe esser giù a Gundagalì a qualche ora di trekking dal campo base. Non abbiamo ancora notizie.  Tomek è uno in gamba. Ieri gli abbiamo curato la botta che ha preso al ginocchio. Forse una distorsione, sotto era abbastanza gonfio, lo abbiamo visto andar via zoppicando sui due bastoncini che gli abbiamo regalato. Ieri crema, garze e nastro per bloccare la gamba ed un po’ di eparina per sciogliere il sangue ed aiutare la ripresa del flusso alle dita. Aiuta sempre dopo un po’ di freddo. Niente di grave ma le dita dei piedi, dopo 12 giorni in alta quota ed una caduta in un crepaccio, ne hanno risentito. Tosto l’amico Tomek. Dovrebbe arrivare a Ser oggi, dove ha tanti amici. FORZA TOMEK!!!!”

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