No all’asfalto nel cuore del Parco nazionale d’Abruzzo

Gli ambientalisti si oppongono con decisione alla realizzazione dell’asfaltatura del tratto di strada sterrata sui Prati d’Angro fino alla Fonte dell’Aceretta, a Villavallelonga. Anche l’Ente Parco diffida e fa un’ordinanza per l’immediata sospensione dei lavori. Una storia datata…

Sentiero asfaltato in Parco d'Abruzzo, ira ambientalisti

Un putiferio. E’ quel che sta accadendo nel Parco nazionale d’bruzzo, Lazio e Molise. Tutto a causa di una stradina, nel cuore del Parco e oasi dell’orso bruno marsicano, che sta vedendo lavori di manutenzione con tanto di bitume. Sì, asfalto!

“Un terribile sfregio a un santuario della natura, regno di lupi e orsi; è come aver segnato con un pennarello nero la Primavera di Botticelli. Bisogna fermare gli interventi. Da decenni non si vedeva un attacco simile a natura e paesaggio del più famoso parco italiano”.

Ecco come la pensano Forum H2o, Stazione Ornitologica Abruzzese e Nuovo Senso Civico. Che aggiungono:

“Un nastro d’asfalto di chilometri deturpa un santuario della natura nel Parco nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise”.

Sono i lavori di manutenzione e asfaltatura di un tratto di strada sterrata sui Prati d’Angro fino alla Fonte dell’Aceretta, a Villavallelonga (L’Aquila), sito della rete Natura2000. Lavori che potrebbero mettere a rischio i progetti comunitari di tutela dell’orso. Dopo migliaia di condivisioni sui social per l’unica immagine inizialmente diffusa le associazioni divulgano foto e video dello “scempio”: la Fontana dell’Aceretta coperta di catrame, i prati sovrastati dal colore del bitume.

Ma ora pare che nemmeno il Parco ci sta. Con un’ordinanza firmata il 13 luglio scorso, il direttore del Parco, Dario Febbo, ha ordinato la sospensione dei lavori di manutenzione e asfaltatura di un tratto di strada che da Villavallelonga (L’Aquila) attraversa i Prati d’Angro fino alla Fonte della Aceretta. Circa dieci km esistente fin dal 1980 e che l’allora direttore del Parco, Franco Tassi, autorizzò il 25 febbraio 1992 con “asfaltatura ecologica”.

Quale è la questione? Pare che la ditta che ora sta eseguendo i lavori per conto del Comune di Villavallelonga abbia iniziato ad asfaltare anche la zona prescritta dall’attuale direzione, quella che dall’incrocio del Vallone di Cervara porta alla Fonte della Aceretta, nell’area B di preparco.

Inizialmente è partita una diffida da parte dei Guardiaparco. Prima orale, poi scritta. Poi ancora l’ordinanza di immediata sospensione dei lavori. Il direttore del Pnalm tiene già pronta la denuncia penale se i lavori non dovessero fermarsi.

Febbo “La commissione tecnica ha dato il via libera ai lavori di manutenzione trattandosi di una vecchia autorizzazione, mentre la commissione scientifica del Parco ha valutato l’incidenza ambientale subordinando l’autorizzazione a due condizioni: di mettere una sbarra e di non asfaltare la strada nell’ultimo tratto di due chilometri, quella che insiste nella zona B del Parco. Se la ditta dovesse insistere nell’intento di asfaltare anche la zona tutelata, allora mi vedrò costretto a presentare una denuncia penale e a fare le pulci alle carte del Comune”.

E questa è la presa di posizione dell’associazione Salviano l’orso.

Il fatto che la strada fosse stata asfaltata per un breve tratto negli anni 90 del secolo scorso (quasi 30 anni fa) non rende l’attuale intervento giustificato. Al contrario lo rende ancora piu’ demenziale perchè un vecchio errore non ne giustifica uno nuovo, specialmente alla luce degli intecorsi sviluppi della normative vigente in materia di tutela della biodiversità e degli impegni presi in merito alla conservazione dell’orso. C’è dell’altro: seguendo questa logica l’Ente Parco intende forse autorizzare uno sviluppo urbanistico in località Cicerana o alla Camosciara, le famose speculazioni di più di 30 anni fa ed i cui segni sono asfalto ancora visibili in quei luoghi solo perchè all’epoca fu fatto? Il 12 gennaio del 2015 il Servizio scientifico del parco rilascia un parere favorevole ai lavori (con alcune ridicole prescrizioni…) senza tener conto delle ovvie criticità che una strada asfaltata avrebbe creato in un ambiente delicatissimo per la fauna protetta dalla Direttiva CEE/HABITATS vale a dire dalla legislazione nazionale ed europea. Una strada che permette di penetrare nel cuore del PNALM in un’area dove l’orso marsicano ha le sue tane invernali, da dove si accede alle faggete più vetuste del parco (Val Cervara) candidate a diventare patrimonio dell’UNESCO non puo’ che essere INCOMPATIBILE con le generali finalità di conservazione della natura dell’Ente e stride fortemente con le leggi regionali vigenti (cfr. L. reg. n. 3/2014, per la tutela delle foreste e dei pascoli), nonché con i recenti e particolari impegni sottoscritti da parco e e dalla Regione Abruzzo nel “Protocollo per l’implementazione delle azioni urgenti del PATOM“; ricordiamo che, tra questi, c’è l’intento di ridurre il disturbo all’orso nelle aree critiche di presenza, nonchè mitigare la minaccia degli investimenti della fauna protetta sulle strade regionali. Asfaltare, anche se in asfalto ecologico, la strada dei Prati d’Angro significa permettere ai veicoli di percorrere quella strada a velocità elevate, anche di notte, con tutti i rischi che ne conseguono. Per colmo dell’ironia lo stesso Ente con una lettera inviata ad alcuni Comuni del PNALM nel Maggio 2015 e firmata dal suo Presidente Antonio Carrara, appellandosi alla L.R.n 3/2014 chiedeva la chiusura e la regolamentazione del traffico di una serie di strade forestali tra cui la “nostra” strada dei Prati D’Angro ! Insomma da una parte ne autorizzava l’asfaltatura e dall’altra ne chiedeva la chiusura ….quale prova migliore del caos amministrativo e dell’insipienza che regna nell’Ente? La Direzione del PNALM basandosi sul parere dei propri Servizi scientifici (gli stessi che hanno coordinato un costosissimo progetto Life (Life Arctos) tra le cui azioni principali c’era proprio la chiusura delle strade nelle aree critiche per l’orso) rilascia il 31/01/2015 un primo nulla osta al progetto; si tratta di un incredibile ulteriore sbaglio , in quanto non aveva preventivamente ottenuto la necessaria ed indispensabile VINCA (Valutazione di incidenza ambientale ) dal Comune di Villavallelonga, documento propedeutico al rilascio di qualsiasi nulla osta. Questo, di fatto, rende ILLEGITTIMO il nulla osta rilasciato dal parco. A seguito del nostro intervento, e delle lettere inviate da Salviamo L’Orso alla Direzione del parco ed al Comune di Villavallelonga nel Maggio del 2015, l’intervento rimane sospeso e finalmente il parco si decide a richiedere la VINCA al Comune. Al ricevimento della VINCA nel Giugno scorso il parco, nonostante che nelle premesse del suo parere scriva testualmente <<…che la strada rischia di allontanare Orso, lupo e Picchio dorsobianco dalle aree per il disturbo, e che il ripristino di migliori condizioni della strada aumenterà il traffico in tutte le ore del giorno…>> ,decide incredibilmente di rilasciare un nuovo nulla osta in soli due giorni senza nemmeno preoccuparsi prima di ricevere e di leggere le “Osservazioni” alla VINCA redatte dalle associazioni, il cui arrivo era stato ampiamente preannunciato al Dott. Febbo direttore del PNALM . Le “Osservazioni” contestano e smentiscono un documento (la VINCA del Comune) palesemente insufficiente e privo di qualsiasi base scientifica. Nonostante tutto il parco liquida la faccenda lavandosene le mani ed aggiungendo alcune prescrizioni a questo secondo nulla osta, prescrizioni poi puntualmente e tranquillamente ignorate dalla Ditta che nei giorni scorsi ha eseguito i lavori. Gli stessi lavori che l’Ente, tardivamente e senza successo, ha poi tentato di bloccare dimostrando anche in questo frangente la sua cronica lentezza, inefficienza e mancanza di autorevolezza. A chi come noi è sempre stato al fianco dell’istituzione, ne ha difeso in passato alcune scelte difficili o impopolari, ha creduto in progetti comuni fino ad investire in essi il lavoro dei nostri volontari ed i fondi raccolti tra i nostri soci (sicurezza stradale sulla SP83 e campagna contro il randagismo canino) ciò che accade oggi dispiace ancor di più, ma questi purtroppo sono i fatti, come dimostrano i documenti in nostro possesso e lo stesso comunicato dell’Ente.

La ferita ai Prati d’Angro (e non solo) è stata ormai inferta…”.

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