Olimpiadi 2026: il Cio dice no a nuova pista da bob a Cortina

ll CIO (Comitato Olimpico Internazionale) ha detto no a una nuova pista da bob a Cortina in vista delle Olimpiadi invernali 2026.

Il Cio a CIPRA Nel caso della pista di bob di Cortina, la nostra posizione è che non sia necessario costruire nuovi impianti nell’ambito di un progetto di Giochi Olimpici Invernali e che dovrebbe essere utilizzata una struttura esistente nella regione o in un altro Paese.

La risposta di Cipra non si è fatta attendere ed ha invitato il Comitato organizzatore dei Giochi di Milano Cortina 2026 a chiedere ai gestori della pista di bob di Igls (Innsbruck), di formulare un’offerta per organizzare le gare di bob su quell’impianto.

Le associazioni ambientalistie da tempo sostengono che la pista da bob non andrebbe costruita.

Sarebbero non pochi i servizi dedicati alle comunità montane del Bellunese che si sarebbero potuti offrire con i milioni risparmiati per costruire una pista che – come insegnano le esperienze passate, prima fra tutte quella di Torino 2006 con la pista di Cesana abbandonata dopo pochi anni – sarà utilizzata per pochi giorni da pochi atleti.

Questa la posizione della stessa CIPRA, insieme a Club alpino italiano, Federazione Nazionale Pro Natura, Federparchi e Mountain Wilderness.

La volontà degli organizzatori

L’annuncio di proseguire con la realizzazione della pista da bob era stato dato al termine della riunione della cabina di regia sulle Olimpiadi 2026 del 27 febbraio scorso dai Ministri Salvini e Abodi, dai presidenti di Regione Lombardia e Veneto Fontana e Zaia, nonché dal Presidente del CONI Malagò e dall’AD Sant’Andrea.

Si parla di 85 milioni di euro, ma è facile prevedere una ulteriore lievitazione dei costi.

Gli ambientalisti

Le associazioni dicono che così viene a cadere anche l’ultima opportunità di dare alle Olimpiadi invernali un tocco di sostenibilità.

Se avevamo apprezzato la scelta degli organizzatori che avevano saggiamente abbandonato il progetto del palazzo del ghiaccio coperto di Baselga di Pinè, un progetto troppo grande e dispendioso per una piccola località montana non possiamo non dirci contrariati da questa decisione assunta da politici e organizzatori che, dopo aver fatto credere nel dossier di candidatura che Cortina disponesse già di una pista da bob, si ostinano a volerla ricostruire demolendo i resti di quella utilizzata nel 1956.

E il Villaggio olimpico?

Un altro progetto annunciato dalla cabina di regia riguardava il villaggio olimpico di Cortina che nelle dichiarazioni degli organizzatori verrà realizzato mediante container che saranno rimossi a conclusione dell’evento, non più in località Fiames ma in località Campo, sempre a Cortina.

Ambientalisti Se da un lato è da cogliere positivamente l’idea di una infrastruttura provvisoria rimovibile, dall’altro si ritiene poco opportuna questa collocazione in quanto, nonostante la temporaneità, ogni trasformazione risulterebbe comunque incompatibile con le caratteristiche dell’area. Anche comprendendo l’esigenza di dover ospitare gli atleti, ammesso che le varie migliaia di posti letto degli alberghi di Cortina non siano sufficienti, la scelta della Piana di Campo pare piuttosto infelice: essa è infatti un’area a valenze ambientali e naturalistiche di pregio, dalla presenza di diverse specie in via di estinzione. Per le sue dinamiche idrogeologiche ogni intervento di natura infrastrutturale altererebbe irreversibilmente i delicati equilibri. Per ospitare gli atleti per le poche settimane dell’evento olimpico, con tutte le strutture necessarie non rimovibili (fondamenta, strutture fognarie, impiantistica elettrica e gas) si recherebbero danni irreversibili ad una Piana dal grande valore ambientale, storico, paesaggistico e che non può avere altra destinazione se non quella agricola.

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