Olimpiadi 2026, petizione contro la pista da bob a Cortina

Varie associazioni chiedono un'Olimpiade più sostenibile, basta cemento sulle Dolomiti. La pista costerebbe 61 milioni di euro e a Innsbruck già esiste una pista olimpionica

Lanciata una petizione contro la realizzazione della nuova pista da bob a Cortina per le Olimpiadi invernali del 2026.
È stala lanciata da diverse associazioni (Italia Nostra, Peraltrestrade Dolomiti, Pro Natura – Federazione nazionale, Mountain Wilderness Italia, Comitato Civico di Cortina, CAI TAM Veneto – FVG, CAI – Regione del Veneto.
Destinatari: Comitato olimpico internazionale, Coni e Fondazione Milano Cortina.

Nella Petizione Ve lo immaginate un ecomostro di cemento che si staglia nel paesaggio alle pendici delle Tofane e a ridosso del sito Dolomiti Unesco Patrimonio dell’Umanità?

I Promotori

Chiediamo di tener fede all’impegno di realizzare l’Olimpiade della sostenibilità e del consumo zero di suolo, decidendo di effettuare le gare di bob, para bob, slittino e skeleton in altre località, non a Cortina. Ad esempio nella pista di Innsbruck o in altre strutture idonee e già esistenti nell’arco alpino.

Un botto di soldi

Il testo sottolinea, come sottolinea il Cai su Lo Scarpone “come il 9 novembre scorso, il Governo abbia finanziato e commissariato, su richiesta della Regione Veneto, l’adeguamento della vecchia pista da bob olimpica Eugenio Monti di Cortina d’Ampezzo, dismessa e poi chiusa nel 2008. Un intervento che costerà 61 milioni di euro, finanziato da fondi della Regione con un contributo del Comune di Cortina e della Provincia di Belluno e da un finanziamento statale di 24 milioni e mezzo di euro. A questa cifra si aggiungono i circa 400.000 euro all’anno per ripianare il deficit della gestione futura della pista”.

Soldi che potrebbero servire…

Si tratta di denaro interamente a carico dei contribuenti, che potrebbe essere destinato a ben altri utili e risolutivi interventi a favore delle popolazioni della montagna.

Distruzione boschiva

Il fatto che l’opera non aumenterà il consumo di suolo e permetterà di riqualificare un’area centrale di Cortina oggi dismessa e abbandonata viene confutato dalle associazioni.

Il rifacimento sulla pista esistente, con il recupero degli spazi necessari a una pista moderna, sicura, ben attrezzata e accessibile ad atleti, tecnici, giornalisti e, a debita distanza ma a larga visuale, anche agli spettatori, richiederebbe la liberazione di un ampio intorno da qualsiasi presenza e manufatto. Tutta la parte alta del tracciato si trova immersa in un ambito boschivo dove alberi d’alto fusto fiancheggiano strettamente il tracciato da entrambi i lati, in alcuni brevi tratti avvolgendolo addirittura a galleria. Dalla metà alla fine, poi, il tracciato si ritrova preso in un contesto di diffusa urbanizzazione insediativa, tra abitazioni, viabilità, altri impianti sportivi che lo assediano, talora in totale contiguità. Ubicazione che tra l’altro non consente spazi di sicurezza e aree per ambulanze ed elisoccorso.
La realizzazione comporterebbe la distruzione di una grande fascia boschiva nella parte nord e di case, strade e attrezzature urbane nella parte sud, strettamente avvolta nell’espansione urbana dagli anni ’60 in poi.

 


LA PETIZIONE 


 

Gare altrove

L’alternativa proposta dalle Associazioni è di spostare le gare a Innsbruck, motivata dalla presenza di una pista olimpica già funzionante, dove ogni anno si tengono le competizioni di Coppa del Mondo di bob.

Le Associazioni Questa sarebbe una scelta in linea con quanto dichiarato dal Cio, che ha stabilito di “rendere i Giochi completamente sostenibili dal punto di vista economico, ambientale e sociale” raccomandando l’uso di strutture esistenti anche al di fuori della città ospitante.

 

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