Orso, la Provincia di Trento al ministro Galletti: “Subito misure urgenti”

Il presidente della Provincia Ugo Rossi alla vigilia del summit in ministero ha inviato una lettera a Galletti dove si chiede la revisione delle misure di gestione delle emergenze all’indomani degli ultimi casi di cronaca e la successiva nascita di comitati, preferendum e petizioni

orso

 

Ha come oggetto “Misure urgenti per la gestione della popolazione di orso bruno presente in Trentino” la lettera che il governatore del Trentino, Ugo Rossi, ha inviato al ministro dell’ambiente Gian Luca Galletti in vista dell’incontro tecnico in programma domani 17 luglio alla presenza di rappresentanti del ministero e di Ispra.

Nel testo Rossi parla esplicitamente di diffusa preoccupazione che è cresciuta dopo le recenti aggressioni e che richiama le istituzioni a dare risposte concrete, responsabili, efficaci e tempestive. Presidio del territorio, monitoraggio, intensificazione delle attività di informazione non sono più sufficienti, dice Rossi che ricorda che “solo per un caso fortuito” in occasione dell’ultima aggressione, “le conseguenze non sono state estreme” e che da allora “ci sono aree del nostro territorio che non vengono più frequentate”.
Al ministro Galletti il governatore del Trentino offre anche gli ultimi aggiornamenti conseguenti all’ordinanza adottata dopo Cadine: si è provveduto ad individuare, attraverso la caratterizzazione genetica, l’esemplare responsabile, e, sempre sulla base all’archivio genetico costruito in questi anni, è stato possibile definire l’area ed i percorsi tradizionalmente frequentati da questo animale. In corrispondenza dei punti a più alta frequentazione, sono state attivate tre trappole tubo, localmente attivati lacci da cattura, predisposti punti di alimentazione e messe in campo fototrappole. Inoltre, è stato intensificato il monitoraggio per intercettare possibili segnali di presenza e materiale biologico sul quale condurre ulteriori analisi genetiche.
“Ma queste cose – scrive Rossi – non bastano più. In questo momento, sono in gioco la sicurezza di un’intera comunità, la sua possibilità di godere ed utilizzare in modo equilibrato e sostenibile delle risorse territoriali che sono uno dei valori fondanti di questa terra”.
Di qui un invito deciso a passare dalla “gestione delle emergenze”, ad un approccio nuovo, teso alla loro prevenzione attraverso una responsabile e radicale revisione dell’impianto progettuale a suo tempo definito.
Non è più possibile dunque ignorare quanto gli indicatori sociali da un lato e quelli tecnico sociali dall’altro stanno dicendo, pena esporre i cittadini a rischi che i fatti hanno dimostrato come reali e concreti ma anche, viceversa, compromettere gravemente gli esiti del progetto che quasi venti anni fa è stato avviato, che puntava a rendere possibile la convivenza tra uomo e orso in un contesto altamente antropizzato come quello trentino.
“Rispetto alla situazione che si è determinata e che sta quotidianamente evolvendo, sul piano sociale, in senso negativo – scrive Rossi citando la nascita di comitati e la promozione di referendum e petizioni – è necessario che chi ha responsabilità politiche le eserciti con determinazione e con coerenza nel perseguimento dell’interesse collettivo”.
Il che si traduce nella richiesta di “adeguare gli strumenti di gestione attualmente vigenti, con particolare riferimento alla gestione celere ed efficace delle situazioni problematiche, e la definizione di un contingente massimo di soggetti compatibile con la situazione ambientale e sociale che caratterizza il territorio trentino, contingente che, di certo, oggi, almeno in una parte di tale territorio è stato decisamente superato”.
“A questo riguardo – conclude Rossi – Le chiedo di trasferire questi indirizzi anche alle Sue strutture tecniche, anche in funzione della videoconferenza già programmata per il prossimo 17 luglio, con l’indicazione della necessità che vengano assicurati tempi celeri nella definizione della relativa proposta”.

 

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