Orso M49, WWF: Lasciamolo libero, sta solo vivendo la sua vita

Si continua a parlare di M49, l’orso che il Ministro Costa ha ribattezzato “Papillon”, ma che per il WWF Italia si chiama Libero e che libero deve rimanere. Dopo un suo probabile avvistamento nella zona della gola del Bletterbach, il presidente della provincia di Bolzano Arno Kompatscher ha dichiarato legittimo il provvedimento di cattura e la possibilità di abbatterlo “in caso di serio pericolo preventivo per l’uomo”.

Il WWF Italia, non solo condivide pienamente le richieste del Ministro dell’Ambiente Sergio Costa sulla necessità di lasciar vivere l’orso M49, ma è pronto a mettere in atto qualsiasi azione legale di denuncia e di protesta nei confronti del presidente della Provincia di Bolzano, come già è stato fatto per Trento.

“L’orso M49, che per noi si chiama Libero, sta semplicemente vivendo la sua vita libero in natura, come tutti gli animali dovrebbero fare – afferma Isabella Pratesi, responsabile Conservazione del WWF Italia -. Siamo di fronte a un individuo che non è mai stato pericoloso per gli uomini, che è già stato sottoposto ingiustamente a fatti i traumatici (come scosse elettriche), maltrattato e braccato solo per aver seguito la sua natura e aver causato danni per poche migliaia di euro, è giusto che i danni siano risarciti, ma impariamo a considerare gli orsi un valore del nostro territorio, non una minaccia. In altri paesi il turismo legato alla possibilità di avvistare un orso in natura crea un’economia verde e sostenibile, altro che danni economici. Senza poi considerare il ruolo ecologico cruciale di questi grandi mammiferi negli ecosistemi naturali”.

Il WWF Italia vuole ricordare alle autorità altoatesine che l’orso è una specie protetta da leggi italiane ed europee, sulle quali nessuna autorità locale (comprese le province autonome) può vantare alcun diritto. Le decisioni sulla sua sorte spettano al Ministero dell’Ambiente e all’Ispra, quindi alla scienza, non alla demagogia. Anche la sola cattura dell’Orso M49 è illegale, inopportuna e immotivata e ancora più illegittima sarebbe qualsiasi ordinanza che preveda anche l’uccisione di un animale protetto. Il richiamo da parte del presidente Kompatscher a un “serio pericolo preventivo”, risulta fumoso e inesistente dal punto di vista giuridico. La Quarta Sezione del Consiglio di Stato, infatti, in un’ordinanza del 26 luglio scorso dice che: “nel bilanciamento d’interessi, in relazione al principio di precauzione, deve attribuirsi prevalenza al benessere, salute e sicurezza degli animali (…) rispetto ai pregiudizi di natura economica”.

WWF

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