Ötzi, gli scienziati vogliono ricostruire la sua voce
Il progetto, presentato a Bolzano, nasce dal professore Piero Cosi, coordinatore dell’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del Cnr, da anni impegnato nell’elaborazione di segnali acustici vocali
Gli scienziati sono convinti di poter ricostruire la voce di Ötzi, la mummia conservata sino a noi nei ghiacci delle Alpi ed esposta, ora, in un museo a Bolzano. L’idea di ricostruire la voce del progenitore dei tirolesi, fa sapere l’Ansa, nasce dal professore Piero Cosi, coordinatore dell’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del Cnr, da anni impegnato nell’elaborazione di segnali acustici vocali.
La particolarità dello studio su Ötzi consiste nel non dover sottoporre la mummia a nessuna indagine invasiva. Attraverso l’elaborazione delle immagini tomografiche già eseguite su Ötzi – spiegano gli studiosi – si è potuta ricavare una determinazione definita piuttosto attendibile del condotto vocale di Ötzi. Ora gli scienziati contano di sintetizzarne la voce con un elaborato software realizzato nell’Istituto retto dal professor Cosi.
Il progetto è stato presentato all’ospedale San Maurizio di Bolzano. Secondo il dottor Francesco Avanzini, foniatra dell’ospedale di Bolzano, da una prima analisi sembra che il timbro di voce della mummia di Similaun fosse piuttosto alto, ma per conoscere davvero il suo suono e ascoltarlo nel museo archeologico dell’Alto Adige, occorrerà ancora qualche mese.
IL RITROVAMENTO
La Mummia del Similaun, anche nota come Uomo del Similaun (nonché Uomo venuto dal ghiaccio e, informalmente, Ötzi o Oetzi) è un reperto antropologico ritrovato precisamente il 19 settembre 1991 sulle Alpi Venoste, ai piedi del monte omonimo (ghiacciaio del Similaun, 3.213 m s.l.m.) al confine fra l’Italia (la Val Senales in Alto Adige) e l’Austria (la Ötztal nel Tirolo).
Si tratta del corpo di un essere umano di sesso maschile, risalente a un’epoca compresa tra il 3300 e il 3100 a.C. (età del rame), conservatosi grazie alle particolari condizioni climatiche all’interno del ghiacciaio (in Siberia sono stati ritrovati mammut conservatisi in condizioni analoghe). L’esame degli osteociti ha collocato l’età della morte fra i 40 e i 50 anni.
Il corpo di Ötzi, inizialmente conteso tra Italia e Austria, è attualmente conservato al Museo Archeologico dell’Alto Adige di Bolzano. Nella valle del rinvenimento è invece situato l’Archeoparc-Museum Val Senales, un museo interattivo che illustra le numerose scoperte ottenute grazie al ritrovamento e ricostruisce l’ambiente di vita di Ötzi.
LE SUPERSTIZIONI
Analogamente alla cosiddetta maledizione di Tutankhamon, alcuni hanno visto un sortilegio anche nella sequenza di disgrazie che ha colpito chi ha partecipato al ritrovamento e allo studio della mummia del Similaun. L’alpinista tedesco Helmut Simon (Norimberga, 11 dicembre 1937 – Bad Hofgastein, 18 ottobre 2004) che ha scoperto la mummia, è morto a causa della caduta accidentale in una scarpata durante un’escursione sulle Alpi Salisburghesi; lo hanno seguito nel destino fatale Rainer Hölzl, operatore della ORF rete televisiva austriaca, Kurt Fritz, alpinista che aiutò a trasferire la mummia a Bolzano e Günther Henn, medico legale, che aveva studiato per primo il ritrovamento. Infine Konrad Spindler, l’archeologo tedesco che per primo studiò Ötzi e che ne descrisse la storia in un famoso libro, morto il 17 aprile 2005 per una forma aggressiva di sclerosi multipla. Chiude la lista il 4 novembre 2005 Tom Loy, l’archeologo molecolare e anatomo-patologo statunitense che per primo ne studiò il DNA, morto nella sua casa di Brisbane (Australia) in circostanze non del tutto chiarite, forse per un incidente domestico.
I TATUAGGI
Ötzi è considerato il primo essere umano tatuato di cui si abbia conoscenza; sul suo corpo si trovano ben 61 tatuaggi; per questa ragione, è diventato molto famoso tra i tatuatori di tutto il mondo.
La tecnica utilizzata nel calcolitico appare diversa da quella moderna: non venivano usati aghi, ma erano invece praticate delle piccole incisioni della pelle, poi ricoperte con carbone vegetale per ottenere l’immagine.
I tatuaggi dell’uomo del Similaun consistono in semplici punti, linee e crocette: si trovano in corrispondenza della parte bassa della colonna vertebrale, dietro il ginocchio sinistro e sulla caviglia destra. Siccome esami radiologici hanno individuato forme di artrite proprio in quei punti, si presume che tali immagini avessero una funzione di tipo curativo o religioso, al fine di alleviare i dolori.
L’AGOPUNTURA
Altri studiosi hanno proposto che i tatuaggi fossero i punti per la pratica dell’agopuntura.
I punti di pressione dell’agopuntura moderna (che è rimasta invariata per millenni in Cina e in Asia in generale), si discostano di poco da quelli dei tatuaggi dell’Uomo dei Ghiacci, perciò è stato ipotizzato che i tatuaggi siano punti di pressione per questa tecnica; in questa ipotesi il valore dei tatuaggi sarebbe puramente di reminiscenza e mnemonico perÖtzi e non avrebbero alcun valore “spirituale” o magico.