Parco nazionale del Matese, via libera del Senato

Matese
Matese

Il Senato della Repubblica approva l’emendamento per l’istituzione del Parco nazionale del Matese, dotandolo della relativa copertura finanziaria.

A darne notizia è il senatore molisano Roberto Ruta:

E’ il coronamento di un sogno e l’inizio di una grande sfida per il Molise che ottiene un riconoscimento nazionale della straordinaria bellezza ed unicità del proprio territorio ed insieme uno strumento formidabile per promuoverlo in Italia e nel mondo. La perimetrazione e le regole per il funzionamento del Parco saranno definiti d’intesa con gli enti locali territoriali, così come mi è stato riconfermato in Aula dal Ministro dell’Ambiente Galletti. Inoltre il Centro nazionale di ricerca sugli Appennini e sulle aree interne, voluto dall’Università degli Studi del Molise ed inaugurato dal Presidente della Repubblica Mattarella potrà svolgere il ruolo di volano e supporto scientifico, unitamente alla facoltà di agraria ed al corso di enogastronomia e turismo di recente istituzione a Termoli, puntando tutto sulla qualità delle nostre filiere agroalimentari e sulla loro attrattività. Una sfida avvincente che può rendere straordinariamente appetibile l’offerta mare-montagna che il Molise può mettere in campo creando nuova occupazione e benessere diffusi. E’ un nuovo inizio grazie ad una battaglia vinta, condotta in Aula in piena sinergia con il collega Ulisse Di Giacomo e resa possibile dall’impegno di tanti antesignani, associazioni ambientaliste, forze sindacali e politiche, esponenti della società civile ai quali indirizzo il mio sincero ringraziamento. Ci auguriamo che il ddl Parchi venga approvato al più presto e poi venga trasmesso alla Camera con altrettanta velocità.

IL MATESE

Il territorio del Matese è costituito da una catena di monti prevalentemente calcarei situati tra Molise e Campania (in Campania regolamentato come Parco regionale). E’ un territorio ricco di luoghi selvaggi, popolati da Lupi e Aquile reali, paesaggi dolci, con laghi dalle acque azzurre, borghi caratteristici, tanta storia, fatta anche dei rapporti sempre tesi tra Romani e Sanniti, prodotti tipici genuini, unici e saporiti.

Il Massiccio del Matese fa parte dell’Appennino sannita ed è compreso tra quattro province (Benevento, Campobasso, Caserta e Isernia). La cima più alta si trova in Molise, nel comune di Roccamandolfi, ed è Monte Miletto (2050 mt), seguono la Gallinola (1923 m s.l.m.) che risulta essere la cima più alta in territorio campano, il Monte Mutria (1823 m s.l.m.) che ha la particolarità di essere al confine di tre province, il monte Erbano nel comune di Gioia Sannitica (1385 m s.l.m.).

Da nord a sud il massiccio raggiunge un’estensione di circa 60 km, mentre da est a ovest è di circa 25 km. I monti fanno attualmente parte del parco regionale del Matese. Il Parco Regionale del Matese, previsto nella Legge Regionale n. 33 del 1993, è stato istituito con Delibera di Giunta della Regione Campania n. 1407 del 12 Aprile 2002.

Sul Matese vi si trova un lago di origine glaciale (il lago del Matese), due laghi artificiali (di Gallo Matese e di Letino, formato dalla diga sul fiume Lete) e gli impianti sciistici di Bocca della Selva (BN) e Campitello Matese (CB).

E poi Campitello Matese, che dispone di 40 Km di piste, 7 impianti di risalita (3 seggiovie, 3 skilift, 1 tapis roulant). Le piste ben collegate tra loro partono dalla piazza della località (a 50 metri dagli alberghi) e raggiungono mt. 1890 (punto di arrivo della seggiovia Del Caprio). Il nuovo impianto di innevamento consente in caso di temperature adeguate l’apertura del 70% delle piste da sci. Sono presenti due scuole sci.

Un territorio ricco di storia, con testimonianze secolari. Nel 216 a.C. questo territorio fu invaso anche dai soldati cartaginesi guidati da Annibale. Dopo il V secolo si diffuse il monachesimo che diede origine a molti centri abitati come San Gregorio Matese (CE), San Salvatore Telesino (BN) ecc.

Nel 1800 il Matese servì da rifugio ai partigiani realisti che lottavano contro Murat e i Francesi, diventando il covo dei cosiddetti “briganti” che si aggiravano per le aspre contrade fino al 1815.

Più tardi tra il 1861-65 trovarono rifugio sulle montagne matesine, uomini della più disparata provenienza ideologica: soldati borbonici renitenti di leva con l’aggiunta di veri delinquenti, comandati dall’ex cavalleggero borbonico Cosimo Giordano di Cerreto (BN) con bande che raggiungevano oltre i 500 componenti. Nel 1877 ci fu un tentativo, da parte di Errico Malatesta e dei suoi seguaci, di suscitare un moto di natura anarchica ma dopo pochissimi giorni la banda, stremata dal maltempo, si arrese.

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