Pelmo, il 19 settembre 1857 scalata la prima vetta delle Dolomiti

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Il Pelmo, montagna delle Dolomiti di Zoldo (provincia di Belluno) di 3.168 m s.l.m. è stata la prima cima dolomitica ad essere scalata: il 19 settembre 1857 l’irlandese John Ball raggiunse la vetta attraverso quella che fu poi chiamata cengia di Ball. Partito da Borca di Cadore, era accompagnato da una guida locale (pare rispondesse al nome di Giovanni Battista Giacin detto Sgrinfa) che però non raggiunse la cima.

Ball scrisse poi di aver scelto il Pelmo per la sua prima scalata perché gli era sembrato il più bello tra tutti i monti delle Dolomiti che aveva visto e soprattutto più facile rispetto al maestoso Antelao.

John Ball nacque a Dublino nel 1818. Sposò l’italiana Elisa Parolini, figlia del naturalista vicentino Alberto Parolini, morta a soli 37 anni d’età. Ball fu politico affermato, ma ad un certo punto della sua vita abbandonò tale attività e si dedicò completamente ai suoi viaggi e agli studi naturalistici. Fu il primo presidente dell’Alpine Club fondato nel 1857. Oggi è ricordato soprattutto per la sua attività di alpinista e per la sua celebre Alpine Guide (Londra, 1863 – 1868), risultato delle sue innumerevoli ascensioni, dei suoi viaggi e delle sue attente osservazioni annotate in stile chiaro e scorrevole. Nel 1858 Ball decise di raccogliere in un volume annuale le relazioni dell’attività dei soci dell’Alpine Club, inventando così il primo periodico alpinistico, il celebre Peaks, Passes and Glaciers. Il primo volume fu pubblicato dall’editore Longman nel maggio del 1859. Dal 1863 le relazioni dei soci furono ospitate sull’Alpine Journal che iniziò la regolare pubblicazione, tuttora in corso.

Come detto il 19 settembre 1857 Ball salì sul Pelmo, Amava le Dolomiti. Così le descrisse nelle annotazioni del suo diario:

In nessun’altra parte delle Alpi si innalzano così bruscamente cime altissime e con così poca apparenza di connessione tra di loro. In nessun’altra parte vi sono contrasti così marcati offerti dalla differenza di struttura geologica come quelli che qui colpiscono il viaggiatore.

Ball viaggiò anche in Marocco (1871) e in Sud America (1882). Morì a Londra nel 1889.

Il Pelmo. La via diretta sud-ovest fu aperta nei giorni tra il 15 ed il 17 settembre 1977 da una cordata italiana formata da Franco Miotto, Riccardo Bee e Giovanni Groaz che giunsero poco sotto al camino finale, ivi ritirandosi per il maltempo. La via è stata compiuta successivamente, all’inizio di ottobre, da Miotto e Bee calatisi dall’alto, e da Giovanni Groaz che con grave rischio risalì dal basso le corde lasciate fisse nel precedente tentativo (200 m nel vuoto), uscendo assieme lungo il camino finale. Dal canalone di La Fessura si attacca la parete nel centro, dapprima per canali e poi sul lato destro del grande diedro. L’uscita è a sinistra del ciclopico tetto sommitale. Difficoltà: VI+ e vari tratti di A1 e A2 in artificiale. I tratti più difficili e pericolosi (VI e A3) furono risolti da Giovanni Groaz. La prima ripetizione fu di Flavio Appi, Ronkovic e Rukic (sloveno) tra il 15 ed il 17 gennaio 1986. La seconda ripetizione dell’1 e 2 luglio 2006 furono gli italiani Alessio Roverato e Luca Matteraglia .

Il poco marcato spigolo nord fu invece superato nel 1924 dalla cordata svizzera Simon-Rossi che ivi aprì la prima via di VI grado delle Alpi, un anno prima di Solleder e Lettembauer sulla parete nord-ovest della Civetta. La via sale le placconate della parete nord con percorso complicato, partendo dal nevaio di val d’Arcia per imboccare poi lo spigolo nella parte sommitale (il passo più duro è un camino valutato VI-). Su tutte le pareti del Pelmo si sviluppano numerosi itinerari molto lunghi e di tutte le difficoltà.

Il Pelmetto fu invece raggiunto nel 1896 dalle guide Clemente Callegari (detto “il Battistrada”) e Angelo Panciera (detto “il Mago”) col cliente Angelo Panciera.

L’immenso spigolo nord-ovest fu superato da Severino Casara e Walter Visentin nel 1936. Tutt’oggi è una classica salita di media difficoltà con un dislivello di 850 (IV e 1 pp di V).

La via normale del Pelmo è una classica ascensione dolomitica, frequentata e non difficile anche se faticosa e con alcuni tratti pericolosi: essa parte dal rifugio Venezia ed attraversa in diagonale la parete sud lungo la Cengia di Ball, l’ingresso al Van scoperto da John Ball durante la prima ascensione, poi sale per rampe detritiche ed un’esile cresta fino in cima. Durante le successive ascensioni sono stati scoperti altri accessi al Van, ed anch’essi sono ben frequentati come varianti alla classica via normale: il primo è la Cengia di Grohmann che taglia a metà il versante sud-ovest, un poco più esposto della via normale ma di eguale difficoltà, il secondo è la Cengia dei Zoldani che attraversa il versante sud-est, più impegnativa e meno battuta delle altre due (difficoltà di I e II).

Le vie alpinistiche più gettonate del Pelmo sono la classica Simon-Rossi lungo la parete e lo spigolo nord (800 m fino al VI-), divenuta pericolosa dopo le frane del 2011. Esistono lungo il percorso alcune varianti che ne rettificano il percorso. Altra importante via è il Pilastro Fiume che sale l’imponenente spogolo nord-est fino a congiungersi con la via Simon-Rossi (800 m di VI sostenuto). Altri itinerari sulla medesima parete, come la via dei Bellunesi, contano poche ripetizioni.

Sul versante opposto, verso il rifugio Venezia, una via degli Scoiattoli Bellodis e Franceschi è apprezzata e ripetuta (700 m, IV+ nel tratto inferiore, V+, VI e A1 in quello superiore), mentre altri itinerari alle spalle del Pelmo, sono poco o per nulla ripetuti. Sul ciglio sud-ovest c’è la discussa via Miotto-Bee-Groaz che sale per fessure e diedri la parete a destra del poderoso diedro che solca l’intera parete, per poi entrarvi nell’ultimo quarto della via, all’altezza del grande tetto, è divisa in due parti, una sotto la Cengia Grohmann (300 m fino al V+), la seconda sopra la cengia che, dopo un breve trasferimento, sale dapprima un pilastrino in libera (VI) eppoi con duri tiri in artificiale la parete gialla e l’ultimo tratto del grande diedro (A3 e passi di VI+).

fonte: wikipedia

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