Prima libera sulla leggendaria “Riders on the storm”

Sean Villanueva O’Driscoll, Nicolas Favresse, Siebe Vanhee e Drew Smith riescono nell'impresa sull'incredibile linea di 1200 metri sulla parete est della Torre Centrale del Gruppo del Paine

Patagonia: Sean Villanueva O’Driscoll, Nicolas Favresse, Siebe Vanhee e Drew Smith chiudono il discorso con la prima salita in libera di “Riders on the Storm”, la leggendaria linea sulla parete Est della Torre Centrale del Gruppo del Paine. Parliamo di una via di 1.200 metri circa.

Il 9 febbraio scorso si è reso possibile l’impossibile. O quasi. Questa linea ha ostacoli incredibili che sinora ha bloccato la salita in libera nella sua interezza. Superato anche il famigerato 16° tiro. Ora è acqua passata. Il team ha trascorso 18 giorni in parete, concatenando tutti i 41 tiri, alternandosi come capocordata per ogni singolo tiro.

La spedizione è stata documentata da Drew Smith.

“Riders on the Storm”

riders on the storm torri Paine
Thomas Senf (ines-papert.com)

Impressionante. Una linea diretta di 1.200 metri sulla Est della Torre Centrale del Paine. Terza via aperta su questa parete, dopo “South African Route” nel 1974 e “Magico Est” nel 1986.
La via fu aperta da Kurt Albert, Wolfgang Gullich, Bernd Arnold, Norbert Batz e Peter Dittrich tra la fine del 1990 e l’inizio del 1991 (7C, A3, 1.300 m). Il team si divise in due gruppi. Circa 20 giorni di arrampicata in sei settimane che rimasero in loco. La via prende il nome dal titolo di una canzone dei Doors.
La prima ripetizione risale al febbraio 2002 ad opera di David Stastny e Jan Kreisinger. A novembre dello stesso anno tocca al team francese composto da Arnaud Boudet, Jean Yves Fredericksen, Yann Mimet e Martial Dumas. Nel 2006 tocca a Nico e Olivier Favresse, Mike Lecomte e Sean Villanueva O’Driscoll.
Nel 2016 la prima salita femminile: Ines Papert e Mayan Smith-Gobat accompagnate dal fotografo Thomas Senf.
Nel 2017 Brette Harrington e Mayan Smith-Gobat tentarono di salire in libera, rinunciarono a causa del maltempo (riuscirono solo due dei quattro tiri). In tutta l’avventura ebbero solo due giorni di bel tempo, per il resto dovettero lavorare con venti forti e tempeste di neve.
Attualmente è classificata 7c+ A2.

Nicolas Favresse Un viaggio verticale di 18 giorni è stato necessario per riuscire nella prima ascesa libera di “Riders on the tempesta“.
La maggior parte dei giorni sulla parete sono stati trascorsi a leggere, suonare e mangiare popcorn mentre c’erano tempeste feroci nei nostri portaledge. Gli unici giorni in cui potevamo arrampicarci, dovevamo pulire il ghiaccio e combattere con dita fredde e dita dei piedi per scalare in libera a temperature sotto zero. La chiave per me per avere successo in questa impresa era avere una grande squadra: poterci stimolare a vicenda con energia positiva ci ha permesso di scavare più a fondo del solito e di scalare in condizioni che normalmente ritengo impossibili. Siamo felicissimi di spingere oltre la visione dei nostri eroi dell’arrampicata che hanno aperto questo percorso eccezionale.18 anni fa @seanvillanuevaodriscoll ed io abbiamo fatto la seconda ripetizione di “Riders on the storm“ con Mike Lecomte e mio fratello Olivier, che è la nostra prima esperienza di arrampicata su grandi pareti in un ambiente alpino. All’epoca avevamo solo 23-25 anni e venivamo per lo più da uno sfondo sportivo. Abbiamo liberato la maggior parte del percorso tranne qualche breve tratto e un pendolo che sembrava impossibile da liberare. Conservo un ricordo molto potente di questa primissima esperienza combattendo con gli amici il tempo patagoniano. Da allora, io e Sean abbiamo continuato a tornare sulla parete est della Torre Centrale. Ma abbiamo sempre tenuto Riders on the Storm in fondo alla nostra mente come un ovvio obiettivo di free arrampicata.

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