Reinhold Messner: “Basta croci e messaggi in montagna. Solo omini di pietra”

Mount Live ha ascoltato Reinhold Messner sul tema relativo all’installazione di croci ed infrastrutture sulle vette delle montagne italiane. Battaglia portata avanti da Mountain Wilderness. La posizione di Cesare Bianchi (Guide Alpine) e di Luigi Casanova (MW)

 

“Le croci sulle cime? Quelle esistenti lasciamole. Ma non installiamone altre. Sulle cime solo gli ometti di sassi e nient’altro. Le vette delle montagne non devono essere sfruttate per dei messaggi”.

Mount Live, partendo dalla lotta di Mountain Wilderness, porta avanti la sua inchiesta sul posizionamento di croci ed altre infrastrutture su vette e pendi delle montagne italiane. Nelle settimane scorse, dopo aver ascoltato il portavoce di Mountain Wilderness, abbiamo iniziato a rivolgerci a chi di montagna vive. Tra gli altri, su tale argomento, abbiamo ascoltato anche il riconfermato presidente delle Guide Apine Cesare Bianchi.

 

Ebbene, oggi Mount Live ha ascoltato Reinhold Messner. Per il quale, in modo secco, come si evince dall’attacco del pezzo, le vette delle montagne vanno lasciate come sono, al massimo gli omini di sassi, e nessun messaggio personale, artistico, commerciale, religioso che sia. Una posizione netta quella di Messner, così come quella di Bianchi. Il quale su tale tematica ci disse:

“Sulle nostre montagne ci sono croci e targhe storiche che è bene che restino, magari con una adeguata manutenzione affinché non siano pericolose. Quanto al posizionamento di nuovi elementi, lascerei perdere: è una buona occasione per rispettare l’ambiente, al di là delle credenze religiose e dei ricordi di qualcuno di caro che si è perso in montagna”.

 

E questo è invece quanto riferitoci, tra l’altro, da Luigi Casanova, consigliere nazionale e portavoce dell’associazione Mountain Wilderness.

“Mountain Wilderness ritiene che le montagne debbano rimanere libere da ogni infrastruttura (esclusi bivacchi, rifugi, minima viabilità di accesso e di servizio). Il bisogno dell’uomo di ricordare, evidenziare una sua identità, un passaggio storico, sportivo, culturale, artistico, religioso può trovare soluzione su un passo alpino, in abitati di montagna, ovunque l’antropizzazione si manifesti e sia collegata al vivere la montagna. Le attività come l’escursionismo o l’arrampicare, devono offrirci invece spazi di libertà, di lettura della montagna, specificatamente personale, il meno indirizzati possibile.

In Italia vi è una grande parte del mondo cattolico ancora integralista. A loro modo di vedere in presenza della loro religione si deve concedere tutto ed impongono la loro appartenenza religiosa. Molte volte sono le stesse persone che poi impediscono ad altre religioni di manifestare il loro pensiero. Proviamo a  pensare a cosa verrebbero ridotte le montagne del mondo se ogni credo religioso, diffuso o minoritario, pretendesse di portare sulle vette i suoi simboli. Si deve lavorare sulla cultura del rispetto e dire a questi signori che se seguono il dettato del Vangelo o il messaggio di Papa Francesco hanno diritto di libertà di pensiero anche i non credenti o chi si rivolge ad altre ideologie religiose. Chi rispetta la vita umana, la natura, il pensiero diverso va accolto nella famiglia umana e della vita intera”.

 

Ebbene Mountain Wilderness ha redatto un documento e lo ha portato alle attenzioni di istituzioni ed enti. Sono trascorsi quattro anni da allora. Ebbene?

“Il nostro documento è rimasto totalmente inevaso sia nel profilo istituzionale dei Comuni che nell’ambito dello Stato. Ormai da troppo tempo la politica non dedica più attenzioni alla montagna, se non sotto il profilo clientelare”.

 

46 Commenti

  1. Anche la stazione meteo appena installata in Cima al Monte Bianco è da considerare come una croce alla modernità.
    Inutile spazzatura deturpante la bellezza della natura.

  2. Reinhold Messner questa volta predica bene ma razzola male: sul Plan de Corones (capisco che lì sopra ci hanno costruito tutto e di più) lui ha inaugurato proprio da pochi giorni il suo museo costruito sbancando non so quanti metri cubi di roccia, riportandola sopra la struttura del museo. parte della struttura in un orrendo cemento armato sporge dalla montagna…. insomma a questo punto meglio una croce

  3. Personalmente, pur cattolico, quando vedo una croce di vetta non penso affatto alla mia religione. Per me segna solo l’obbiettivo da raggiungere o un punto geodetico noto.
    Che poi sia un elemento a forma di croce o un semplice cippo, non mi cambia la vita.
    Forse chi ne fa una battaglia religiosa è più becero e integralista del simbolo che vuole abbattere.

    1. La battaglia religiosa la fecero, tra l’altro suppongo senza ostacoli e nemici, proprio i cattolici come lei quando vollero installare le croci in barba al senso di libertà totale che sprigiona la montagna, oltre che in barba alle libertà altrui e al rispetto verso il paesaggio.

  4. Sono trascorsi 4 anni e il nostro documento è rimasto inevaso…. Per forza, siamo a Vaticaglia! Croci nelle scuole, negli edifici pubblici, sulle vette e multe per chi le rimuove. Un sistema divertente per porre fine a questo abuso potrebbe essere, per esempio, quello di fabbricare mezze lune musulmane e collocarle accanto alle croci. Poi il regime dovrebbe giustificare le ragioni per cui lascia quelle e rimuove queste e comunque dovrebbe porsi il problema (vanno bene anche marchi pubblicitari, stelle brigatiste o quanto vi viene in mente)

  5. d’accordo con Davide, Ugo e Marco. E penso anche ad alcuni controsensi scritti nell’articolo: “le attività come l’escursionismo o l’arrampicare, devono offrirci invece spazi di libertà, di lettura della montagna, specificatamente personale, il meno indirizzati possibile”.. bene allora non spittiamo o chiodiamo neppure più le vie, no? mah..

  6. Analogo tema in una mia di qualche tempo fa:

    Matricidio

    Una croce-stauros[1] nella Terra infissa
    è uno stupro alla Dea che ci fu Madre[2]
    fatto da gente mentalmente crocifissa
    da empia casta-banda di gazze ladre[3]

    E’ ago che inietta oppiacei[4] e derivati
    causando orride, purulente bolle papali
    con esso Gea, da cui fummo generati
    tradiamo! Indegni siam’ d’aver’ da Lei natali!

    _____
    Le note disponibili al link

  7. Certo la montagna è bella così come è stata creata. Ma dare la caccia alle croci significa ignorare un contesto culturale che esiste come esistono altre forme di antropizzazione (baite, masi, pascoli, fontane….). Togliamo anche gli stupa e le bandiere di preghiera in Nepal? Posizioni del tutto forzate in nome di un altro radicalismo, quello della volontà di negare le radici culturali dei popoli di mezza Europa. Strappiamo le croci e i simboli sacri dai masi altoatesini, o facciamo come il nostro guru Messner che è riuscito a deturpare un castello del 1300 ficcandoci uno stupa che avrebbe fatto inc….re le 20 generazioni di persone che l’anno costruito, abitato e difeso. Lasciate le croci che ci sono dove stanno, rispettatele come va rispettato ogni credo, è smettete di farvi seghe mentali.. Deturpano di più la montagna i segnavia messi ogni 10 metri….

    1. Le radici culturali cristiane sono una grandissima balla. Alcune persone nate in contesti estremamente religiosi, aka cattolici, la pensano così. Non è il mio caso e le mie idee (non certo radici di cui mi frega ben poco), sono ben altre.

  8. Da appassionato di montagna quale sono, mi trovo TOTALMENTE d’accordo con la campagna. Le montagne vanno lasciate integre il piu’ possibile, come natura le ha fatte. Personalmente accetto i bivacchi/rifugi/sentieri che permettono di godere della montagna anche alle persone meno esperte, Per quanto riguarda i simboli gia’ installati chiaramente andrebbero lasciati il loco, ma sono contrario all’impianto su nuove cime. Non ne faccio assolutamente un discorso religioso, chi professa la fede lo puo’ fare liberamente senza dover installare croci sulle montagne.

  9. Messner … colui che non vuole costruzioni di croci in vetta . Ma lo stesso che vuole la funivia sul Rite , lo stesso che cistruisce musei a 2000 mt scavando la montagna … colui che nelle scalate degli 8000 chissà quanta merda e spazzatura varia ha seminato in quota … bravo messner 🙂 complimenti

    1. Io sono contro i simboli religiosi in montagna (e anche in altri luoghi), ma non faccio nulla di ciò che fa o fece Messner, quindi voi che lo attaccate, che ne fate uno scontro personale, pensate piuttosto al concetto.

  10. Sul tema delle croci, da cattolico, non entro in merito. Caro Messner ti stimo sin da bambino, ma da quando non vieni al sud ? Perché non vieni a vedere lo scempio delle torri eoliche, per giunta ferme, senza neppure produrre un quarto dell’energia pulita promessa. Ma forse solo le Dolomiti o l’Himalaya sono degne di essere chiamare montagne. Dio non ha creato monti di serie A o di Serie b. Così come non ci sono uomini superiori ad altri solo perché nascono sano e senza un,handicap. Vieni nel subappennino Dauno e rifletti.

  11. In assenza di un intervento normativo nel merito, il problema si può risolvere seguendo due strade, o quello della rimozione (ma non credo che sia possible), o quello della proliferazione. Ritengo arguto l’intervento con cui si consiglia di installare simboli di altre religioni, di ideali politici o quel che si vuole accanto ai simboli della CCAR. Poi le autorità si muoveranno di corsa. Due piccole notazioni da rilevare:1) le radici culturali dei paesi del mediterraneo non sono cristiane come erroneamente affermato, ma pagane; 2) non credo che Messner sia favorevole a certe pale eoliche, ma che c’entra? Quando denuncia l’eccessiva antropizzazione dei sentieri e delle vette ha ragione!

  12. Chi vive di alpinismo o escursionismo o sport in montagna la idealizza come luogo da conquistare o luogo di “libertà e lettura ecc…” Ideologie! Stronzate!
    Dopotutto anche a Messner sarà capitato di trovare simboli religiosi in Himalaya altrimenti con cosa avrebbe aperto i suoi musei?

    1. Nessuno vuole eliminare i simboli religiosi dai paesi, ma soltanto dalle vette. Tanto complicato da comprenderlo? Per riuscirsi non è necessario laurearsi. Pure i bambini lo capiscono.

  13. Bah. Son tanto belle cosi come sono le montagne. Io sono dell’idea che è ora di finirla con sta mania di mettere simboli ovunque dal momento che non esistono solo i cattolici al mondo. Non posso cambiare le tende di casa mia senza il permesso del condominio (deturperei la facciata) ma si possono piantare croci a destra e a manca senza chiedere niente a nessuno? Grande, spero che crollino tutte dalla prima all’ultima, ‘ste croci.

  14. Mi sembra una polemica un po’ sterile e confusionaria. Il dibattito sulla croce e’ ridicolo. Una croce di legno fatta con due bastoni ha lo stesso identico impatto ambientale di un omino di pietre. Una croce luminosa di 20 metri e’ un messaggio di cattivo gusto. Dico messaggio citando Messner . Una croce e’ un simbolo dai mille significati , non solo cattolici ovviamente. Non credo sia questa la sede giusta per approfondire ma qui leggo commenti veramente superficiali … Poi ci stupiamo che la gente creda alle guerre di religione. Io sono per una montagna più naturale e incontaminata e la prima cosa che mi fa storcere il naso non sono le croci ma i mega impianti turistici o sciistici. Gli eco mostri dei vecchi impianti in disuso e mai smaltiti del tutto. Per non parlare di tutti quei terreni agricoli o destinati a pascoli che , come per magia, diventano edificabili e fanno ricchi gli amici degli amici. Decine di nuove costruzioni che saturano un ambiente urbano di montagna sempre più fiorito di cartelli ” affittasi” e ” vendesi”, gonfiabili di plastica nei prati, spiagge farlocche a bordo di laghi artificiali. Queste sono le brutture che vedo io , oltre alla maleducazione di chi sporca l a montagna con i suoi rifiuti. Viva la montagna sempre e il rispetto che essa dovrebbe insegnare a chi l’ascolta con umiltà .

    1. Non ci sono solo croci piccole fatte di 2 pali di legno. E anche se fossero tutte tali, perché dovrei vedere un paesaggio definito naturale, protetto, in cui sono presenti delle croci che rappresentano una religione ben precisa e che non c’azzeccano nulla con la natura, il paesaggio e la montagna?

  15. Io faccio una semplicissima domanda: ma veramente stanno proliferando così tanto le croci in vetta negli ultimi anni? Qui in Lombardia non ne vedo comparire di nuove da parecchio tempo… quindi di cosa stiamo parlando? Sono davvero le croci il punto? che necessità c’era di menzionarle… capisco parlare di nuove installazioni in senso generico, ma perché usare proprio l’esempio della croce? Bah… mi puzza di cattiva informazione o peggio strumentalizzazione…

  16. Siiiiii!!!! Siiiii!!!!! Siiiiii!!!!!
    Io in cima alle montagne ci metterei una bella ” gnoca “per i maschietti e un bel” gnoco” per le femminucce,così ci metterebbero metà tempo per raggiungere la cima e godersi il ” PANORAMA ”
    Siiii!!!! Siiiii!!!!! Siiiii!!!!!

    1. mettiamoci anche un cerchio, un rombo, delle rette parallele e un triangolo equilatero…

      ma chi l’ha detto…

      vivete leggeri, lasciate perdere queste ideologie malsane, godetevi la natura per i pochi giorni a nostra disposizione e non scassate i cabasisi agli altri

  17. Le croci sulle montagne sono il simbolo di una società bigotta e ignorante che ancora non vuol svegliarsi dal torpore intellettuale del medioevo. W la scienza, unica fonte di verità.

  18. Ma dobbiamo proprio leggere queste cagate?
    (Con tutto il rispetto del caso per il grande Messner e chi la pensa come lui)
    Vivete e lasciate vivere. proteggete pure la natura delle montagne e fregatevene di tutte le porcate che si producono per mantenere lo stile di vita corrente che non credo in molti sono disposti ad abbandonare. E’ troppo facile e scontato puntare il dito contro un simbolo (religioso o non, non fa differenza) messo tra l’altro in cima ad un monte. Vorrei tanto che quello che ho letto sopra sia poco più di una chiacchiera da bar, una frivolezza. Abbiamo e lasceremo ai posteri danni e problemi ben più impegnativi…

  19. La montagna e la storia, di chi ci ha vissuto ed anche combattuto e perso la vita, contano piu’ delle persone che oggi ne fanno una scusa per esprimere le loro posizioni ideologiche, come se fossero dei dogmi filosofici assoluti!
    Con tutto il rispetto che va dato ai grandi dell’alpinismo, in primis Messner, non bisogna semplificare troppo le cose solo perche’ adesso va di moda essere dei finti-ambientalisti: cosa fa di male una croce alta 2 metri sopra una montagna grande vari km cubi? Tutte le civilta’ hanno i loro simboli e le loro montagne su cui metterli, in segno anche di rispetto e di venerazione proprio verso la montagna. E queste usanze vanno rispettate; se ci fosse un buon motivo per mettere una croce o un altro simbolo su di una vetta o una sella etc, che non impedisca le operazioni del soccorso alpino, ci puo’ essere un dialogo ed un dibattito, non bisogna dire di no a priori. Adesso fa anche molto chic andare contro il cattolicesimo in nome di un bieco, mero e superficiale politically correct!
    Il cattolicesimo oltre a tante contraddiziini, errori e problematiche ci ha dato anche tanti valori ed insegnamenti! Non dimentichiamocelo!
    Grazie

  20. Il sig.Messner si scandalizza per le croci in cime alle nostre montagne ma le centinaia di rifugi ,bar , ristoranti giochi per bambini non li vede? E tutti gli impianti di risalita non lo disturbano? La verità è che tutto ciò che porta soldi diventa trasparente e la croce diventa enorme e deturpante e poi togliere le croci oggi fa tendenza fa molto intellettuale . Messner sono anni che critica e disprezza ma in Italia le croci sono sempre esistite perché è un paese cattolico e se lui diversamente si sente ladino austriaco tedesco o francese può sempre varcare il confine ma non so quanto gli converrebbe . Detto questo delle croci sulle montagne non me ne frega nulla me questi quattro sapientoni hanno rotto i coglioni.

    1. Quella è tutta roba utile. Mentre le croci non lo sono. E queste le troviamo dappertutto, anche in parchi protetti.

  21. Ma quante caxxatte si leggono! A partire da Messner campione nel predicare bene e razzolare male. Le croci sulle vette sono l’espressione della nostra cultura e civiltà cristiana dell’occidente, che piaccia o no. Oggi l’occidente si sta “islamizzando” (purtroppo) e almeno sulle montagne lasciamo i nostri segni culturali. Del resto il sig. Messner non mi sembra che abbia mai criticato le bandierine sulle montagne himalayane: non sono forse simboli religiosi anche quelli? E’ la solita storia: quando fa comodo si scomodano sociologi, intellettuali, atei e chi più ne ha più ne metta per critire le croci sulle cime, che non hanno mai fatto male a nessuno ma che sono un innegabile simbolo ALPINO!

    1. L’Occidente si è evoluto anche grazie all’Illuminismo, alla Rivoluzione industriale. Fosse per i cattolici vivremmo nelle barbarie come molti musulmani ancora oggi. Se siamo liberi e possiamo abrogare leggi volute dai cattotalebani in parlamento, non è certo grazie ai cattolici che diventano delle vipere quando gli vengono toccati i loro finti e orrendi valori patriarcali.

  22. Argomento da trattare con moderazione: personalmente credo sia meglio evitare che sulle CIME (= punti culminanti) delle montagne si erigano manufatti, simbolici o meno; un tanto a beneficio della libertà della vetta e dei suoi fruitori, portatori di pluralità di rispettabili opinioni. Ovviamente nessuno è perfetto, nemmeno Reinhold Messner, ma in questo caso (parlando di CIME e non di montagna in genere) direi di essere sostanzialmente d’accordo.
    Un caro saluto a tutti con speciale affetto agli Alpini.

  23. Ipocrisia assoluta!
    Lui ci piazza sei musei sulle cime immacolate, poi critica le altre iniziative.
    Per non parlare del fatto di quando era parlamentare europeo per i Verdi e allo stesso tempo andava a caccia.
    Che bello ricordare i nostri morti in montagna con un museo al posto di una croce…
    Assurdo che gli abbiano permesso di cementificare le cime.
    Il Sign. Reinhold Messner, pensa troppo ai suoi affari che al vero bene della montagna.

    1. Veramente da ciò che so, ha creato un museo a Plan de Corones, posto in cui ci sono altri musei, ristoranti e impianti di risalita.

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