Reinhold Messner: “Dolomiti, ticket di ingresso come a Venezia”

Reinhold Messner: “Sulle Dolomiti un ticket come a Venezia“. L’alpinista altoatesino lancia un appello alla politica – l’ennesimo – e chiede di introdurre un biglietto di ingresso per per accedere ai Passi Dolomitici, e non solo. Una questione sul tavolo della politica da tempo, ma nessuna delle decisioni prese ha sortito un effetto risolutore di questo problema.

Reinhold Messner: Dolomiti, ticket come a Venezia

Il Re degli Ottomila sposa la formula introdotta a Venezia e cita anche i Parchi degli Stati Uniti, dove è appunto previsto un ticket di ingresso.
Proposta fattibile? Messner dice che per giungere ad una decisione del genere occorre che si siedano ad un tavolo le Province di Belluno, Bolzano e Trento, e trovino un accordo.
Non è la prima volta che Messner dice la sua sui Passi Dolomitici, sul trovare una soluzione al problema del silenzio in montagna, di restituire il Patrimonio Unesco agli escursionisti, ai ciclisti. Ovvero, a un turismo lento, non mordi e fuggi, non fatto di inquinamento atmosferico ed acustico.

Era il 2028, durante una serata del Trento Film Festival, Messner disse:

Le montagne richiedono silenzio, rallentamento e un paesaggio incontaminato. Non è ammissibile che in montagna ci sia la stessa aggressività, lo stesso rumore, lo stesso inquinamento atmosferico dei centri urbani.  La gente viene da noi dalle città e trova tutto questo, solo ancora peggio. È una follia.

Due anni prima sulle colonne del quotidiano l’Alto Adige, propose di chiudere i Passi per diverse ore durante la giornata:

È vero che se ne parla da anni ma adesso è arrivato il momento di fare. Per me la soluzione ideale è chiudere i passi a macchine e moto in una determinata fascia oraria: un’idea potrebbe essere dalle 10 di mattina alle prime ore del pomeriggio. Questo consentirebbe a chi vuole comunque salire in macchina o in moto di farlo ma fino ad una determinata ora, poi stop ai motori e largo a chi va in bici o a piedi. Ad eccezione ovviamente di chi gestisce i rifugi e delle guide. Chi non vuole camminare utilizzerà gli impianti di risalita, oppure verranno istituiti bus navette”.
Solo se andiamo a piedi o in bici, ovvero con un ritmo lento, possiamo veramente apprezzare ciò che ci circonda. Altrimenti è tutta una corsa, al termine della quale non ci rimane niente. Per non parlare del rumore: vai nel gruppo del Sella e senti il rumore delle moto che affrontano i tornanti del passo. Un incubo per chi s’illudeva di immergersi nel silenzio delle montagne.

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2 Commenti

  1. Non so se un ticket possa risolvere il problema del turismo “mordi e fuggi”,purtroppo negli ultimi anni la montagna ,non solo le Dolomiti,e’ stata meta di chiunque la potesse raggiungere facilmente.Vogliamo godere di panorami moffafiato senza faticare.Io personalmente preferisco camminare nel silenzio godendomi il panorama,assaporando ogni attimo dell’escursione e spesso ho rinunciato ad escursioni sapendo che mi sarei trovata in situazioni tipo parcheggio di un centro commerciale.Frequento le Dolomiti da anni e spesso mi sono trovata in situazioni esasperanti per il traffico stressante,o per persone che non hanno idea di cosa stiano facendo.Ho perso ogni speranza che le persone capiscano cosa voglia dire andare in montagna.

  2. Il territorio deve imparare a comunicarsi e ad educare il visitatore. Formazione e consapevolezza reputo essere le soluzioni. Vivo tra le Dolomiti e posso solo constatare che l’approccio finora è stato di far crescere il turismo e sfruttarlo indefessamente. Il sovraffollamento delle valli in alta stagione è una conseguenza di aver resto quest montagne accessibili a chiunque con sentieri che sembrano autostrade, funivie che arrivano ovunque, ferrate che salgono su qualsiasi sasso. Non vedo utilità nella proposta di Messner e tanto meno coerenza.

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