Rifugio Sella sul Monte Bianco, il Cai Torino chiede aiuto per ricostruirlo

bivacco sella MB

 

Il Rifugio Quintino Sella sul Monte Bianco non se la passa bene e il Cai Torino, proprietaria della Capanna, ha rivolto un accorato appello a tutti gli amanti della montagna.

 

Caro amico della montagna,

stiamo parlando di uno dei più antichi rifugi di tutte le Alpi e di uno dei primi sul versante italiano del Monte Bianco. È giunto fino a noi nelle sue sembianze sostanzialmente originarie, perché nei decenni ha subito limitati interventi di manutenzione e adeguamento.

È testimonianza dell’alpinismo eroico ottocentesco, sia per la sua concezione e realizzazione, frutto del sacrificio volontaristico e dell’entusiasmo dei nostri predecessori, sia per le tracce che ancora reca: come le iscrizioni a lapis dei frequentatori (varie generazioni delle principali famiglie di guide di Courmayeur e loro clienti), riscontrabili fin dall’anno di costruzione sui rivestimenti lignei e gli scuri degli interni.

È dedicato, come altri tre rifugi sull’arco alpino meridionale (sul Monte Rosa, al Monviso e nelle Dolomiti di Brenta), al padre fondatore del CAI, ma rispetto agli altri è il più epico, il più remoto e il meno frequentato, collocato com’è a nido d’aquila su uno sperone roccioso a 3370 metri di quota, lungo l’antica via italiana al Monte Bianco che richiedeva 15 ore di salita partendo da Courmayeur.

Il rifugio Quintino Sella ai Rochers del Monte Bianco, costruito nel 1885 dal CAI centrale sotto la supervisione dell’avvocato Francesco Gonella, costò 6.200 lire. Il fabbricato, in ossatura e pareti in legno modulari, predisposto a valle in falegnameria, trasportato a spalla e montato pezzo a pezzo e infine rivestito di muratura in pietrame a secco reperito in loco, misura 9 x 2,7 metri ed è suddiviso in tre ambienti uguali: un ingresso centrale con cucina e refettorio; due camere ai lati per 15 posti letto totali.

Caduto rapidamente in disuso a seguito della scoperta del più agevole accesso alla vetta delle Alpi dal lato italiano (la via del Dôme, servita dal futuro rifugio Gonella fin dal 1891), e poco frequentato a motivo della collocazione remota e dell’impegno degli itinerari, il ricovero versa da tempo in gravi condizioni di degrado che ne pregiudicano la funzionalità.

Ora, grazie a significativi contributi stanziati dalla Regione autonoma Valle d’Aosta, dalla Banca Sella e dal Club4000 (affidatario della struttura in qualità di sottosezione del CAI Torino), sono stati raggiunti i due terzi degli oltre 200.000 euro stimati per i lavori. Questi, su progetto dello studio torinese Ingegneri, prevedono operazioni di recupero con approccio filologico: in particolare, lo smontaggio e la successiva riapparecchiatura del paramento esterno in pietra previo inserimento di strati isolanti e sistemi protettivi della carpenteria lignea interna, la quale non subirà alterazione alcuna e per la pulitura verrà trattata con agenti non abrasivi; similmente si agirà per il pavimento, integrandone i sostegni e interponendo un isolante.

Il preventivo di spesa comprende la dotazione di estintori, illuminazione e cartellonistica, ma soprattutto il miglioramento della sicurezza del percorso d’accesso al rifugio, resosi necessario per le mutate condizioni del sottostante ghiacciaio e del canalone roccioso.

In questi ultimi anni la sezione di Torino del CAI è fortemente impegnata nell’azione di rinnovamento del patrimonio dei numerosi rifugi e bivacchi di cui è proprietaria. In particolare, sul massiccio del Bianco, vanno ricordati gli interventi più spiccatamente rivolti alla sostituzione e all’innovazione tecnologica: ampliamento del rifugio Dalmazzi al Triolet (cui va aggiunto, in Valtournanche, quello del rifugio Teodulo) e rifacimenti del rifugio Gonella al Dôme e della capanna Gervasutti alle Grandes Jorasses.

A questi, tutti conclusi, si affiancano quelli ora in progetto, rivolti prevalentemente alla tutela dell’esistente attraverso il recupero: al rifugio Torino al Colle del Gigante, al rifugio Boccalatte alle Grandes Jorasses e, appunto, al rifugio Sella ai Rochers.

Nel caso di quest’ultimo, onde raggiungere la cifra necessaria all’avvio del cantiere, programmato per l’estate 2015, la sezione CAI Torino conta non solo sull’apporto del fondo nazionale rifugi CAI e di eventuali sponsor e partner (come l’associazione culturale Cantieri d’alta quota, già resasi disponibile), ma anche sul tuo supporto di appassionato della montagna.

A tale scopo è stata aperta una pubblica sottoscrizione, cui tutti possono contribuire. Anche pochi euro potranno essere determinanti per raggiungere l’obiettivo e far partire i lavori. Tutte le donazioni saranno riportate in un elenco dei benefattori che sarà custodito presso la sede del CAI Torino.

Dona ora mediante bonifico sul cc. 000103565012 intestato a “CAI TORINO CLUB 4000”, Iban IT91B0200801137000103565012, UniCredit Banca ag. 37, specificando come causale “Contributo Capanna Sella”.

Ti ringraziamo di cuore per quanto potrai fare.

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