Scatta l’ora di Africa Extreme 2015. Intervista a Danilo Callegari
Danilo Callegari, l’alpinista-esploratore friulano, pronto nuovamente a sfidare i limiti dell’impossibile in quella che è la 3^ tappa del progetto “7 Summits Solo Project”. Stavolta vedrà come scenari l’Africa, l’Oceano Indiano e la vetta del Kilimanjaro
Countdown per ‘Africa Extreme 2015’, l’incredibile avventura che vedrà protagonista Danilo Callegari, l’alpinista-esploratore friulano pronto nuovamente a sfidare i limiti dell’impossibile in quella che è la terza tappa del progetto “7 Summits Solo Project “.
Questa volta vedrà come scenari l’Africa, l’Oceano Indiano e la vetta del Kilimanjaro.
Iniziato nel 2011 con il South America Extreme, il “7 Summits Solo Project” è l’ambizioso progetto con cui Danilo Callegari si propone di raggiungere le sette vette più alte dei 7 Continenti unendo all’impresa alpinistica vera e propria altrettante sfide di outdoor estremo. Archiviati Sud America (Cerro Aconcagua, 6.962 mt) ed Europa (Elbrus, 5.642 mt) ecco la tappa africana.
E questo è ciò che l’attende.
- Partenza a nuoto dall’isola di Zanzibar – costa ovest
- Punto di arrivo sulla costa africana della Tanzania la città di Bagamoyo
- Distanza da coprire a nuoto entro le 24 ore continuative: 50 km circa
- Dalla città di Bagamoyo attraversando buona parte della Tanzania, le sue pianure, i vasti altipiani, la savana, raggirando un grande lago a ridosso di Uganda e Kenya a confine col Parco del Serengheti per addentrarsi attraverso il Parco del Kilimanjaro e raggiungerne la sua base
- Distanza complessiva da coprire correndo a piedi: 1.200 km circa di piste sterrate
- Tempo per coprire l’intera distanza: 27 giorni. Questo significa 42 km al giorno per 27 consecutivi
- Raggiunta la base del Kili a quota 1.600 metri raggiungerà la cima a quota 5.895 metri con discesa dal versante opposto compiendo quindi la traversata completa della montagna, all’interno delle 24 ore no-stop senza campi, tende, sacchi a pelo ecc.
Abbiamo rivolto alcune domande a Danilo Callegari alla vigilia della sua nuova avventura…
L’estremo ti calza addosso alla perfezione, ce l’hai nel sangue…
L’estremo inteso nel senso più puro del termine è una ricerca e spesso diventa un’esigenza.
Pratichi anche paracadutismo, vero?
Sì
A tal proposito, hai vissuto, come dici tu stesso, la “triste e cruda realtà” della guerra in Iraq. Ci pensi ancora quando sei in solitaria in montagna. Cosa ti ha lasciato dentro?
Ogni tanto si mi capita di ripensarci e non solamente quando mi trovo “solo” nei luoghi più sperduti del pianeta, ma succede spesso anche a casa, a volte di notte. Dentro? Un frullato di emozioni e sensazioni molto difficile da spiegare. E’ stata un’esperienza che ha cambito per sempre il mio modo di vedere il mondo
Hai alle spalle imprese in India, Islanda, sud America a piedi, bici e canoa, sempre attraverso scenari estremi e per lo più in orizzontale. Gli Ottomila non ti attirano più di tanto?
Sì, e più di ogni altra cosa! Sono salito su un Ottomila nell’ottobre del 2013. Nasco come alpinista sollo che attorno a grandi montagne creo grandi e lunghe avventure. Ho scalato montagne dalle Ande alle Alpi, dal Caucaso all’Himalaya. Amo il verticale così come amo l’orizzonte che si perde verso l’infinito.
Ok, ora parliamo della tua nuova avventura ormai alle porte: quali pensi possano essere le maggiori difficoltà che potresti incontrare?
Nel nuoto il pericolo degli squali. Nelle maratone temo problemi articolari e infiammatori. Nella salita al Kili, sviluppandola no-stop senza quindi alcuna sosta lunga, temo le patologia da mal di montagna, in particolare l’edema.
Come ti senti, hai superato alla grande tutti i test preparatori…
Mi sento teso, ho paura e quindi, mi sento pronto come spirito.
Segui una preparazione particolarissima per affrontare tali avventure estreme. Sei seguito da un’equipe speciale, vero?
Sì, ho con me qui in Italia un equipe di esperti da medici, a preparatori atletici, da coloro che mi curano l’alimentazione al preparatore mentale indiano.
Quindi, parole d’ordine: alimentazione sana, allenamenti duri e stile di vita corretto. Di cosa Danilo Callegari, però, non riesce proprio a fare a meno ed esce dai “binari”?
Meglio che non lo renda pubblico!!
Poi mancheranno Antartide, Oceania, Nord America ed Asia. Quando pensi di terminare il /Summit Project?
Dipenderà molto oltre che dal mio stato di saluto anche dagli sponsor. Credo per il 2021.