Silvio Mondinelli e Roberto Manni, vetta sfiorata sul Makalu

I due italiani hanno superato gli 8000 metri di quota, hanno tentato senza ossigeno e sherpa. Le previsioni meteo si sono rivelate imprecise...

AGGIORNAMENTO 17/05/2022

Silvio Mondinelli e Roberto Manni rientrano dalla spedizione sul Makalu, vetta mancata per poco sulla 5^ montagna più alta al mondo.

Hanno tentato senza ossigeno e supporto di sherpa, hanno entrambi superato gli 8000 metri (Manni qualche centinaia di metri più in alto di Mondinelli, a 8.300 mt di quota) ma poi si sono entrambi girati e scesi al campo base. Il perché? Il meteo non ha retto, le previsioni si sono rivelate imprecise. Mondinelli, poi, iniziava a non sentirsi più i piedi ed ha deciso di rinunciare.

Altri con ausilio di ossigeno supplementare sono saliti ed hanno raggiunto la cima. I due italiani sono contrari all’utilizzo di ossigeno. Rientrano comunque soddisfatti per l’esperienza e le persone conosciute sulla montagna.

 


Silvio “Gnaro” Mondinelli, 6° uomo al mondo sui 14 ottomila senza ossigeno supplementare, torna sulle Giganti della Terra. A 63 anni torna (con Roberto Manni, guida alpina e maestro di sci) sul Makalu (8.463 mt).

La spedizione è patrocinata dalla Federazione Medico Sportiva Italiana.

FMSI La bandiera della Fmsi sta partendo per una nuova conquista: il Makalù, la quinta cima più alta del mondo. Dopo l’Everest, il K2, il Lhotse e il Kangchenjunga, il Makalù rappresenta una delle mete più ambite da alpinisti e scalatori: avventurarsi su quella cima è senza dubbio un’impresa, a causa della sua posizione isolata, che la rende particolarmente soggetta ai forti venti himalayani, e per la necessità di superare il maggior dislivello, visto che si parte dai 470 metri da Thumlingtar per arrivare ai 8.463 metri della vetta.
Manni e Mondinelli sono due tra i più esperti scalatori italiani e tra i pochi al mondo ad aver raggiunto già diversi 8.000, anche senza l’utilizzo delle bombole d’ossigeno: Mondinelli, detto “Gnaro”, già nel 2007 aveva raggiunto tutti i quattordici 8.000 senza l’uso di ossigeno supplementare, compiendo altre sette volte l’ascesa oltre gli 8.000, e oggi tenterà la scalata per la ventiduesima volta; Manni già nel 2008 raggiunse la cime del monte Everest, dove il 25 maggio piantò la bandiera FMSI, prima delle olimpiadi 2008.

I due sono già in Nepal. A breve inizieranno il cammino per il campo base.

Sport e scienza

Per la Federazione Medico Sportiva Italiana è un grande onore brandizzare questa spedizione e studiarne gli aspetti scientifici. La FMSI ha interesse, infatti, a indagare il rapporto tra mente e muscolo negli ambienti estremi e ha definito uno specifico protocollo di visita medico-sportiva, che prevede l’effettuazione di test fisiologici per il monitoraggio delle capacità condizionali e la valutazione della performance fisica e prestativa negli alpinisti, in collaborazione con l’Istituto di Scienza dello Sport del CONI e l’Istituto di Medicina dello Sport di Sport e Salute.

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