Simon Gietl verso l’inviolata parete nord Devils Paw in Alaska

Il giovane alpinista altoatesino, vincitore del premio Grignetta d’Oro 2016, partirà a luglio per l’Alaska per tentare la difficile parete di 1.600 metri

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Dopo l’assegnazione del premio “Grignetta d’Oro”, Simon Gietl si sta preparando per una spedizione in Alaska a luglio.
Simon Gietl è un giovane alpinista altoatesino di 32 anni che vive a Lutago, in Val Aurina con la sua compagna e i loro due bambini. Da giovane, parallelamente all’apprendistato come falegname, ha scoperto la passione per l’arrampicata, e proprio questa passione si è trasformata in una scelta di vita, portandolo a diventare un atleta e una Guida Alpina. Dopo solo due anni dalla “prima volta” in parete, aveva già scalato tutte e tre le pareti nord delle Tre Cime di Lavaredo in sole 17 ore. Nella sua carriera ha poi aperto nuove vie e scalato varie cime in Groenlandia, in Himalaya e in Patagonia. In Italia vanta numerose prime ascensioni invernali sulle cime di Lavaredo, sulla Cima Scotoni e sul Sasso di Santa Croce.
Il mese scorso ha vinto la “Grignetta d’Oro”, il prestigioso riconoscimento giunto alla sua sesta edizione, che ha animato Lecco dal 14 al 21 maggio 2016: «Ottenere questo premio è stato un grande onore – dichiara Simon – ed è stata una serata meravigliosa che non dimenticherò mai. Il mio pensiero è andato alla mia famiglia, che non ha sempre la vita facile con me, ai miei amici e alle aziende che credono in me».
Simon ama aggiungere nuove pagine al suo “libro delle avventure”, e infatti ogni anno è in giro per il mondo con il suo team, per tentare imprese e scoprire quei luoghi che lui definisce pieni di miracoli e di segreti.
«Il 3 luglio partirà la nostra spedizione in Alaska, insieme a Roger Schäli, Heli Putz e Christian Gamsjäger – racconta Simon al suo sponsor – e ci siamo posti come obiettivo la prima assoluta della parete nord Devils Paw, una cima, ancora inviolata, alta 1.600 metri».
Simon guarda lontano e sta già progettando un’altra ascesa sulle Alpi per il prossimo anno: «Nel corso della prossima estate ho in mente un altro progetto insieme a Vittorio Messini – aggiunge – e vorrei aprire una nuova via sulla parete Nord delle Tre Cime, senza l’ausilio di spit».
Ogni volta che sfida una vetta, Simon lo fa senza troppi mezzi tecnici, perché ritiene che ci si possa arrampicare solo finché la natura lo consente. Ascolta sempre la sua pancia, quell’istinto fondamentale che ti mette in guardia di fronte al pericolo, e si allena duramente per ogni nuova avventura alpinistica che si prefigge.

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