Sul Kangchenjunga un’altra lezione dei polacchi

Bartek Ziemski e Oswald Rodrigo Pereira gli unici in questa stagione a salire sull'Ottomila, tutti gli altri rinunciano a C4 e anche gli sherpa interrompono il fissaggio corde fisse a 7500 metri e loro salgono senza ossigeno supplementare e supporto sherpa, poi Ziemski scende con gli sci (togliendoli in qualche punto) sino al campo base

Bartek Ziemski e Oswald Rodrigo Pereira sono al campo base, al sicuro, dopo aver raggiunto la vetta del Kangchenjunga e dopo essere ridisceso, il primo, con gli sci.

Bartek Ziemski e Oswald Rodrigo Pereira: Kangchenjunga

Gli alpinisti hanno confermato di essere saliti il 27 maggio alle 14:45 in vetta all’Ottomila. E il loro è stato l’unico vertice del Kangchenjunga in questa stagione, tranne qualche sorpresa dell’ultimo minuto. Tutti gli altri scalatori al campo 4 hanno interrotto la loro spinta e le condizioni difficili in quota hanno prima ritardato e poi interrotto il lavoro degli sherpa (con successiva polemiche al cb) nel fissaggio delle corde fisse (presenti sino a 7.500 metri circa). Il resto del percorso, i due polacchi l’hanno fatto da soli, senza ossigeno supplementare e supporto sherpa. Hanno lasciato il Campo 4 poco prima delle 19:00 e hanno avuto bisogno di 20 ore di lotta per raggiungere la vetta.

La discesa

Ziemski ha sciato giù dalla cima, anche se ha avuto bisogno di togliere gli sci per due traversate e una salita di 20 metri su un seracco poco prima del campo 4.
A piedi e da solo, Pereira ha avuto una discesa molto più lunga e dura. Ad un certo punto, riferisce la squadra di casa degli scalatori, è caduto e si è ferito il piede. Ha finito per bivaccare a 7.600 m. La mattina seguente, Ziemski è salito di nuovo per andare incontro al suo compagno e lo ha trovato in condizioni relativamente buone e così entrambi sono rientrati a C4. Ieri, 29 maggio, Ziemski ha ripreso a sciare mentre Pereira ha continuato a piedi. La discesa di Ziemski dal campo 4 al campo 2 è stata pulita, ad eccezione di una salita necessaria su un seracco di 10 metri vicino al campo 3 inferiore.
Tra il campo 2 e il campo 1, Ziemski ha dovuto togliere gli sci su un terreno roccioso, rendendo impossibile la sua intenzione di discesa integrale con gli sci.

Mad Sky Project

Il loro lavoro sul Kangchenjunga fa parte del piano “MAD Ski Project”, i due polacchi hanno scalato anche il Makalu e Ziemski ha utilizzato gli sci per gran parte della discesa.
Partenza dal campo base il 10 maggio, diritti sino al Campo 3 (7.400 m), dove sono stati fermi un gorno, sono ripartiti il giorno successivo alle 22:00, alle 10:38 del giorno seguente erano in vetta.
Qui Bartek Ziemski ha indossato gli sci, e si è lanciato nella discesa. Togliendoli per un breve tratto nel French Couloir. Poi li ha rimessi ed ha continuato la discesa con gli sci fino al Campo 3, dove hanno trascorso la notte. Il giorno successivo Bartek è sceso fino all’ultimo punto innevato, ovvero a 6.000 metri di quota, costretto a togliersi gli sci per un piccolo tratto sotto il Campo 1.

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