Sul Parco del Gran Paradiso con aliante e drone, finiscono nei guai
I Tribunali di Aosta e Ivrea hanno sanzionato penalmente i due sorvoli dopo che erano stati beccati dal Corpo di Sorveglianza in Valsavarenche e in Valle Soana
I tribunali di Aosta e Ivrea hanno sanzionato penalmente due sorvoli non autorizzati effettuati nel Parco Nazionale Gran Paradiso con aliante e con drone. Gli episodi si riferiscono ad illeciti accertati e denunciati dal Corpo di Sorveglianza in Valsavarenche e in Valle Soana.
E’ stato quindi confermato dalla magistratura che il sorvolo non autorizzato, nel Parco come in qualsiasi altra area protetta nazionale, rappresenta un illecito di natura penale sulla base della legge quadro 394 sulle Aree Protette.
La regolamentazione dei sorvoli viene applicata per evitare che gli stessi possano compromettere la salvaguardia degli ambienti naturali, la fauna protetta ed i rispettivi habitat. In particolare, relativamente ai voli in aliante e parapendio, numerosi studi condotti negli ultimi anni in ambiente alpino, dimostrano come lo stesso possa causare un notevole disturbo nei confronti della fauna selvatica e in particolare degli ungulati di montagna, come camoscio e stambecco.
Questi studi dimostrano come il volo irregolare e imprevedibile di alianti e parapendio causi reazioni di fuga anche più intense del volo a motore. La fuga degli animali comporta un notevole dispendio di energia con conseguenze potenzialmente negative per quanto riguarda la sopravvivenza e perfino la riproduzione, oltre ad aumentare il rischio di cadute accidentali. Studi condotti in Svizzera, per esempio, dimostrano come le femmine di camoscio abbiano iniziato a calare di peso in zone dove si è iniziato a praticare il parapendio rispetto a zone in cui il sorvolo era vietato, possibilmente a causa di una ridotta alimentazione o un aumento del dispendio energetico a seguito del comportamento di fuga.
“Siamo sicuri che i patiti del volo libero, amanti della natura e delle emozioni che si deve provare a volare fra le nostre splendide montagne, di buon grado rinunceranno a farlo nelle aree protette, per contribuire a conservare questo raro patrimonio naturale per le generazioni future”, spiega Achaz von Hardenberg, biologo del Parco.
L’Ente Parco ricorda inoltre che il regolamento di sorvolo nell’area protetta prevede deroghe solamente per attività di protezione civile e soccorso alpino, ricerca scientifica, trasporto di uomini, mezzi o materiali per lavori in quota e per il trasporto di portatori di handicap.