Sulla “Montagna del Sesso” rapporti con sconosciuti per avere fortuna nella vita


Il rituale giavanese affonda le sue radici nel 16° secolo: la tradizione vuole che un giovane principe indonesiano si fosse innamorato della sua matrigna a tal punto che i due decisero di fuggire sulla montagna. Ma una notte, proprio mentre stavano facendo sesso, i due furono interrotti, catturati, uccisi e sepolti. «Dove furono deposti i corpi adesso sorge un santuario – ha raccontato Abboud – Da allora si crede che chiunque riesca a concludere l’atto sessuale per sette volte avrà fortuna, a differenza dei due sfortunati amanti».
E tutto il mondo è paese. Nonostante ci troviamo in un Paese musulmano, tale tradizione è diventata talmente popolare che il governo locale l’ha fatta diventare una sorta di attrazione turistica, spingendo ambulanti e artisti di strada a stabilirsi in maniera permanente proprio sulla montagna. «È assolutamente contraddittorio – ha sottolineato Abboud – il governo sa dell’adulterio ma chiude un occhio. C’è da tener conto che si tratta di un rituale giavanese che è molto diverso dal mondo musulmano e da tutto il resto dell’Indonesia, dove non sarebbe ammissibile. Le credenze sono una miscela di Islam, Hindi e Buddismo».
E le contraddizioni non finiscono qui. Ovviamente, quando si parla di sesso, è inevitabile fare i conti con chi della materia ha fatto un lavoro. E così prolifera la prostituzione, senza contare l’aumento delle malattie sessualmente trasmissibili. «Ho parlato con un medico – ha raccontato Abboud – mi ha raccontato che la maggior parte dei lavoratori del sesso ha malattie sessuali. Gli uomini non usano i preservativi, così l’HIV è in crescita».
Eppure i pellegrini alla montagna del sesso sono in aumento. Mardiyah, una vedova che da anni è in difficoltà economica, si è raccontata dopo aver concluso il tour de force. «Vengo qui da qualche mese. Dopo il rito la fortuna è arrivata: i miei affari sono migliorati e le entrate sono aumentate» ha detto la donna. Un uomo e alcuni amici, che hanno preferito rimanere anonimi nel timore che le mogli li scoprissero, hanno detto di essere in cerca «di svago e di fortuna».
Un mondo sospeso tra religione, culto e credenze del mondo antico che, inevitabilmente, dovrà fare i conti con le contraddizioni che lo rendono un microcosmo unico al mondo. «Non troverete mai un rituale come questo in un’altra parte del mondo musulmano – ha concluso Abboud – L’interpretazione giavanese è molto più liberale».