Topo Mena e Jonatan Garcia rinunciano al Gangapurna

AGGIORNAMENTO

Topo Mena e Jonatan Garcia rinunciano al Gangarpurna (7.455 mt). Appena arrivati al campo base lo scorso 6 marzo i due si sono resi conto delle difficili condizioni della montagna. Parete sud o cresta ovest? Queste le loro due alternative. Hanno iniziato a salire per acclimatarsi e già durante la prima rotazione hanno faticato non poco nella neve alta fino alla cinta. Già allora è iniziata a balenare nella loro mente l’idea della rinuncia, che poco dopo si è concretizzata. Tra i motivi vanno aggiunti il freddo pungente, i forti venti e il fatto che le condizioni della montagna non sarebbero cambiate. Quindi hanno chiamato l’elicottero e hanno abbandonato il campo base, col cuore spezzato, dice Topo Mena, per il fatto di non aver potuto nemmeno testare la parete.

 


Topo Mena (Ecuador) e Jonatan Garcia (Spagna) sono al campo base del Gangapurna (7.455 mt). Montagna del gruppo dell’Annapurna. I due tenteranno di salire in stile alpino sulla parete sud. Non si sa ancora se i due tenteranno di aprire una nuova via o effettueranno una ripetizione su una delle due vie già esistenti (canadese del 1981 e coreana del 2016). Prima di partire i due dissero che tutto sarebbe stato deciso una volta arrivati sul posto, in base alle condizioni della montagna.

Il campo base è stato allestito a 4.700 mt. Di sicuro la coppia tenterà di scalare la parete con un’unica spinta in stile alpino.

Gangapurna

Il loro sogno era la Nord, definita da Garcia “semplicemente fantastica”. Parliamo di una parete vertiginosa, di ghiaccio e neve. Nessuno vi ha aperto vie dirette. Ma salire dalla Nord presenta alcuni problemi: il primo riguarda dove piazzare il campo base, un luogo sicuro dai seracchi; il secondo riguarda il fatto che non ci sono grandi vette nei paraggi per potersi acclimatare.

La parete sud è più semplice. Qui ci sono già vie aperte. Come detto, una da un team canadese formato da James Blench e John Lauchlan nel 1981 e l’altra da una squadra coreana nel 2016 (Choi Seok-mun, Kim Chang-ho e Park Joung-yong).

Le salite

Il 6 maggio 1965, il Gangapurna fu scalato per la prima volta da Erich Reismueller, Ang Temba Sherpa e Phu Dorjee Sherpa durante una spedizione tedesca attraverso la sua parete sud e la cresta est. La seconda scalata di successo è stata guidata dalla spedizione giapponese nel 1974. Nel 1981, i canadesi James Blench e John Lauchlan, come detto, scalarono la montagna in stile alpino, considerato un “risultato notevole per l’epoca”. L’anno successivo, sei giapponesi tentarono di scalare il Gangapurna attraverso la sua inviolata cresta nord-ovest, ma furono trovati sepolti da una valanga il 29 settembre.
Nel 1988, Gudmundur Petursson guidò una spedizione islandese attraverso la sua cresta est, a causa di un temporale di tre giorni che aggiungeva 50 cm di neve alla montagna ogni giorno e rappresentava una minaccia di valanga, abbandonarono la spedizione dopo aver raggiunto i 5.500 metri. Nel 1992, Timothy Brill guidò una spedizione americana in inverno dalla cresta sud, tuttavia raggiunse solo i 5.800 metri. Lo stesso anno, ci furono due spedizioni infruttuose guidate dall’alpinista spagnolo Francisco Jose Palacios.
Nel 2016, i tre alpinisti coreani, come detto, hanno scalato il Gangapurna dalla parete sud.

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