Marmolada, flash mob per dire “Basta impianti”

Un gruppo di alpinisti, imprenditori e amanti della montagna sulla Marmolada per chiedere uno sviluppo sostenibile

Marmolada: flash mob per dire “Basta impianti” e per uno sviluppo sostenibile. A realizzarlo due gruppi di alpinisti che si sono ritrovati sulla cima del Col de Bousc e in prossimità della ex cabinovia di Pian dei Fiacconi.

Striscioni sulla Marmolada

I manifestanti, in pochi per evitare assembramenti causa Covid-19, hanno esposto striscioni sulle rocce della Marmolada.

 

Fermiamo lo sfruttamento indiscriminato delle montagne, non costruiamo nuovi impianti di risalita.

 

Gli organizzatori

Gli organizzatori, tutti imprenditori, guide alpine, professionisti o semplici amanti della montagna:

Pensiamo sia indispensabile costruire un progetto turistico sostenibile per la salvaguardia e la valorizzazione della Marmolada. Sostenibilità ambientale, economica e sociale sono le linee guida per un progetto di riqualificazione turistica volta alla valorizzazione delle risorse ambientali, naturalistiche e storico-culturali, in una chiave di lettura esperienziale.
Così come la Marmolada è stata 70 anni fa la pioniera del turismo di massa con gli impianti di risalita, ora può tornare ad essere capofila di un nuovo modello basato su una logica di sviluppo a lungo termine che tiene conto della valorizzazione del nostro patrimonio culturale, la conservazione e il rispetto dell’ambiente, mantenendo intatta l’attrattività dei luoghi di questo patrimonio mondiale dell’umanità.

 

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Dallo studio del MUSE “Verso un turismo sostenibile per l’area della Marmolada” è emerso come il bacino di utenza turistica presenti già una dotazione di piste e impianti completa, sia per tipologia che per posizione, e come le infrastrutture impiantistiche esistenti non vengano utilizzate al pieno delle proprie potenzialità.

Immaginiamo un progetto condiviso, grazie alla collaborazione attiva di protagonisti come la Sat, il Muse, gli operatori locali, le guide alpine, la comunità fassana e le istituzioni, le associazioni ambientaliste, l’istituto ladino di Fassa, assieme a tutti coloro che vorranno portare la loro esperienza a un progetto veramente innovativo. Pensiamo che il futuro del turismo in montagna debba cambiare strada, rendendo efficienti gli impianti esistenti e diversificando l’offerta turistica.

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