Alla riscoperta di Moggessa di Qua e Moggessa di Là

Prosegue l’inchiesta di Mount Live alla riscoperta dei borghi montani abbandonati. La collaboratrice Silvia De Cristofaro ci porta oggi in Friuli. 

moggessa

La particolarità dei due nomi, Moggessa di Qua e Moggessa di Là, deriva dal fatto che i due borghi fantasma immersi in una natura incontaminata ai piedi delle cime alpine dell’udinese, sono divise da un torrente, il Rio del Mulin, che non ha mai permesso l’unione delle due frazioni ad oggi completamente disabitate.

Partendo da Moggio Udinese e percorrendo un sentiero alto e roccioso, fitto di vegetazione, e per una camminata di circa un paio d’ore, il primo borgo che ci si presenta è quello di Moggessa di Qua caratterizzato dalla presenza sparsa, non certo ordinata, di costruzioni in rovina che si alternano a case ristrutturate. Nel paesino è presente un vecchio e diroccato mulino funzionante sino al 1962. Attraversando il fiume con l’aiuto di un ponte, si giunge a Moggessa di Là, paesino in cui le abitazioni hanno resistito al tempo ed all’abbandono perché costruite con materiali più resistenti. Sopravvissuta è anche la meridiana situata al centro della piazzetta del borgo con su una scritta ancora leggibile, quindi non cancellata dal tempo, “sine sole sileo”.

In quest’ultima frazione è previsto un programma di ristrutturazione grazie anche ad una stradina che sale da Grauzaria che ne facilità l’accesso. Diverse persone del luogo hanno dunque scommesso sulla rivalutazione di Moggessa di Là che è caratterizzata anche dalla presenza di numerose ed antiche fontane in pietra che stanno ad indicare una forte presenza di acqua che deriva proprio dalla vicinanza del torrente. I poggioli in legno che si possono ammirare negli stretti viottoli caratterizzano l’architettura rurale del luogo. Per poi far ritorno a quel che definiamo “civiltà”, e quindi ai nostri rumori, alla gente, alla folla, si deve ripercorrere un sentiero tutto in discesa lungo il torrente Glagnò per raggiungere Stavoli e Campiolo. Ripercorrendo all’inverso il sentiero, per tornare sulla via di Moggessa di Qua, il visitatore si ritroverà ad osservare diverse lapidi. Anticamente, ossia ai primi del Novecento, Moggessa di Qua contava 170 abitanti. Altro discorso per Moggessa di Là frequentato soprattutto d’estate da un gruppo di persone che possiedono le case ristrutturate.

Durante l’anno sembra che rimanga solamente un certo Silvio Simonetti, un ottantenne che non ne vuol sapere di lasciare questo luogo a lui tanto caro, affezionato alle fontane “da cui sgorga acqua purissima” ed alla madonnina ristrutturata nell’unica chiesetta del borgo. In solitudine resta con una ventina di gatti selvatici che però vengono accuditi, curati, sterilizzati da volontari del comune di Moggio assieme all’aiuto costante di un veterinario.

Silvia De Cristofaro

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