Annapurna, il primo Ottomila a essere scalato dall’uomo

Il 3 giugno 1950 i francesi in vetta all'Annapurna. Considerato l'Ottomila più pericoloso

L’Annapurna è situato nel Nepal centrale, la cima più alta raggiunge gli 8.091 mt ed è il decimo monte più alto della Terra. Insieme alle altre cime rientra nel cosiddetto Santuario dell’Annapurna, noto anche per il famoso percorso escursionistico dell’Annapurna Circuit.

Il massiccio dell’Annapurna comprende 6 cime principali:

  • Annapurna I (8.091 m);
  • Annapurna II (7.937 m);
  • Annapurna III (7.555 m);
  • Annapurna IV (7.525 m);
  • Gangapurna (7.455 m);
  • Annapurna Sud (7.219 m).

Ascensioni

Tecnicamente non è l’ottomila più difficile da scalare, ed è stato il primo ad essere conquistato dall’uomo, ma è considerato quello più pericoloso. Il motivo è per le continue valanghe che cadono dai suoi versanti, detenendo con un valore superiore al 40% il più alto rapporto tra numero di morti e numero di alpinisti giunti in vetta.

 

Prima ascensione dell’Annapurna

Nel 1950, malgrado la scarsa esperienza di spedizioni alpinistiche extra-europee, i francesi organizzarono quella che sarebbe diventata la prima spedizione a raggiungere la vetta di un Ottomila.

Ne facevano parte Maurice Herzog, in qualità di alpinista e capo-spedizione, gli alpinisti Jean Couzy, Marcel Schatz, Louis Lachenal, Gaston Rébuffat e Lionel Terray, il medico Jacques Oudot, il regista cinematografico Marcel Ichac, gli ufficiali di collegamento Francis de Noyelle e il nepalese Ghan Bikram Rana.
Sul posto furono assoldati 8 portatori d’alta quota.

La partenza dalla Francia avvenne il 30 marzo; dopo aver raggiunto Pokhara, capoluogo della regione, la spedizione si assestò nella località di Tukucha, da cui prese ad esplorare la zona per individuare la migliore via di accesso e di salita.
Il campo base fu installato solo il 22 maggio, allorché poté iniziare l’ascensione vera e propria. Per superare i 3.478 metri di dislivello tra il campo base e la vetta furono necessari 5 campi intermedi, e la mattina del 3 giugno i due alpinisti Herzog e Lachenal riuscirono ad arrivare in vetta, la prima di un ottomila ad essere scalata.
Contrariamente a quanto avvenne nella maggior parte delle prime ascensioni dei restanti ottomila, la spedizione francese non fece uso di ossigeno, e percorse i 680 metri di dislivello tra l’ultimo campo e la vetta in 8 ore, a una media di salita di 85 metri l’ora.

Il prezzo del successo ottenuto fu altissimo: la scarsa esperienza, l’equipaggiamento inadeguato e il peggioramento delle condizioni atmosferiche furono tra le cause per cui Herzog e Lachenal riportarono accecamenti e congelamenti estesi di mani e piedi; Lachenal subì amputazioni ad entrambi i piedi.

Prima ascensione femminile

La prima ascensione femminile fu compiuta nel 1978 da una spedizione statunitense, chiamata American Women’s Himalayan Expedition e guidata da Arlene Blum.
Il 15 ottobre raggiunsero la vetta Vera Komarkova e Irene Miller, insieme a due portatori d’alta quota. Altre due alpiniste, Alison Chadwick-Onyszkiewicz e Vera Watson, persero la vita durante la salita.

Prima ascensione invernale

La prima ascensione invernale fu realizzata da Jerzy Kukuczka e Artur Hajzer il 3 febbraio 1987. Kukuczka guidava la spedizione polacca di cui facevano parte anche Wanda Rutkiewicz e Krzysztof Wielicki.
Per Kukuczka si trattava della terza prima invernale di un ottomila, dopo il Dhaulagiri (1985) e il Kangchenjunga (1986), o della quarta, considerando l’ascesa come secondo team del Cho Oyu (1985).

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