Artur Hajzer e la generazione mitica dell’alpinismo polacco

Hajzer ha realizzato epiche salite, alcune delle quali con Kukuczka. Morì nel 2013 sul GI

Artur Hajzer, nato il 28 giugno 1962, ha fatto parte della generazione mitica dell’alpinismo polacco. Per intenderci, quella di Jerzy Kukuczka, di Krzysztof Wielicki, e di tanti altri. Ha effettuato salite storiche (sette Ottomila) come, il 3 febbraio 1987, la prima invernale dell’Annapurna con Kukuczka, con il quale solamente pochi mesi prima aveva aperto una nuova via sul versante nord-est del Manaslu.

Poi, sempre con Kukuczka, nel settembre 1987, salì, in stile alpino, l’inviolata Cresta Ovest dello Shisha Pangma.

Ha tentato la parete Sud del Lhotse dove nel 1987, con Wielicki, i due raggiunsero gli 8516 mt, a soli 200 metri dalla cima. L’anno successivo, con Kukuczka, aveva aperto una nuova via sulla Sud-Est dell’Annapurna East (8010m).

Ha anche organizzato un’operazione di salvataggio sulla cresta ovest dell’Everest per Andrzej Marciniak nel 1989.

Il 30 settembre 2011, ha scalato il Makalu con Adam Bielecki e Tomasz Wolfart.

Gli Ottomila

  • 1986 – Manaslu (nuova via)
  • 1987 – Annapurna (prima invernale)
  • 1987 – Shishapangma (nuova via)
  • 1988 – Annapurna Est (nuova via)
  • 2008 – Dhaulagiri
  • 2010 – Nanga Parbat
  • 2011 – Makalu

Tragedia sul GI

Morì sul Gasherbrum I. Era il 7 luglio 2013. Artur Hajzer e Marcin Kaczkan avevano lasciato il campo 3 diretti alla vetta del Gasherbrum I (8068 m). Volevano salire in successione GI e GII. Ma a 7600m furono costretti a tornare indietro a causa dei forti venti. In discesa verso il Campo 2, a 6400m, la tragedia.
Artur Hajzer precipitò mentre i due scendevano il couloir dei giapponesi.

 

 

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