Colin Haley in 16 ore sulla vetta della Torre Egger in solitaria

Il forte climber americano ha anche effettuato il primo passaggio in solitaria a Punta Herron: “Sono sicuro che l’arrampicata di ieri è tra le migliori realizzazioni che ho fatto nella mia vita fino ad ora”

colin haley

 

Colin Haley ha appena completato una delle salite più impegnative e prestigiose della Patagonia. La prima solitaria della difficile Torre Egger, compreso il primo passaggio in solitaria a Punta Herron.

Haley è inarrestabile: con un’esperienza di oltre dieci anni a El Chalten, il climber americano ha accumulato un bagaglio invidiabile che ha fatto scalpore in numerose occasioni. Oltre alle nuove vie, salite e ripetizioni, Haley ha brillato per le sue solitarie, molte in prima assoluta.

“Nella mia esperienza, le mie solitarie sono generalmente sottovalutate in relazione alle salite con altri. Penso che questo è dovuto in parte al fatto che salire da solo non produce immagini d’impatto, e soprattutto perché le persone non apprezzano pienamente la differenza”, dice Colin Haley. E aggiunge: “In ogni caso, sono sicuro che l’arrampicata di ieri è tra le migliori realizzazioni che ho fatto nella mia vita fino ad ora”.

 

Per molti, in effetti, la Torre Egger è il più difficile di picco della Patagonia. Colin Haley lo sapeva bene: “Nel novembre 2010, ho fatto la prima salita solitaria ad Aguja Standhardt. Da allora, la Torre Egger è diventata il centro delle mie aspirazioni. Negli ultimi cinque anni ho speso molto tempo a fantasticare su questo obiettivo, sulle competenze necessarie per sviluppare, su quale strategia adottare, di quali attrezzature da trasportare.

Negli ultimi anni sono andato un paio di volte per provare. Infine, ieri: sono arrivato alle 12:45 in vetta alla Torre Egger, circa sedici ore più tardi, avendo anche fatto la prima salita solitaria di Punta Herron. La salita era più veloce e agevole di quanto mi sarei aspettato”.

 

Patagonia

Alcune cime del gruppo. 2: Cerro Torre, 3: Torre Egger, 4: Punta Herron, 5: Aguja Standhart.

 

La Torre Egger è una montagna della Patagonia. È situato in un regione contesa tra Argentina e Cile, ad Ovest del monte Fitz Roy. La cima si trova tra Cerro Torre, la più alta tra le quattro montagne della catena, e il Cerro Standhardt.

Il suo nome (utilizzato per la prima volta da Cesare Maestri) deriva da quello dell’alpinista Toni Egger morto sul vicino Cerro Torre nel 1959.

Nel 1976, John Bragg, Jim Donini e Jay Wilson, tutti e tre statunitensi, scalarono la Torre Egger, salendo prima sulla sella tra il picco e il Cerro Torre, il colle della Conquista, e poi su verso la vetta. La salita è stata ostacolata dal maltempo e durò dal dicembre 1975 al 22 febbraio 1976, quando la squadra composta da 3 persone raggiunse la cima. Donini sulla cima depose un moschettone appartenuto a Toni Egger, morto sul vicino Cerro Torre.

 

Altre salite:

  • 1986 – Psycho Vertical (parete sud) (UIAA ED+ VII+ A3 90deg, 950 m), Janez Jeglič, Silvo Karo, Franc Knez (Yugoslavia, oraSlovenia), 7 dicembre 1986.
  • 1987 – Titanic (pilastro est) (UIAA VI+ A2), Maurizio Giarolli ed Elio Orlandi (Italia), dal 2 al 5 novembre 1987.
  • 1994 – Badlands (YDS VI 5.10 A3+ WI4+, 850 m), Conrad Anker, Jay Smith e Steve Gerberding (USA), 12 dicembre 1994.
  • 2005 – Huber-Schnarf (spigolo nord) (6b+, 80°, 200 m), Thomas Huber (Germania) e Andi Schnarf (Svizzera), questa è la parte finale della via che gli italiani Bruno de Donà e Giuliano Giongo hanno sostenuto di aver percorso nel 1980 (e ritenuta da parte della stampa italiana come prima via ad aver raggiunto la vetta, avendo gli americani percorso nel 1976 la via Maestri-Egger al Cerro Terro per il 70%), tuttavia non ci sono prove del loro passaggio.
  • 2011 – Venas Azules (parete sud) (M5, A1, 95°, 350 m dal Colle della Conquista), Bjørn-Eivind Årtun e Ole Lied (Norvegia).
  • 2013 – Notti Magiche (parete ovest) (UIAA VIII, A2, 1000 m), Matteo Bernasconi, Matteo Della Bordella e Luca Schiera. Via che arriva fino al Col de Lux (posto tra torre Egger e punta Herron), dal quale gli italiani (escluso Bernasconi che ha lasciato il gruppo pochi giorni prima del successo finale) hanno seguito la via Huber-Sharf fino alla vetta.

 

fonte: wikipedia

 

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