Wojtyla, il Papa che amava la montagna

Valle d'Aosta, Dolomiti, Parco nazionale d'Abruzzo, Gran Sasso: questi i tesori di Papa Wojtyla. San Giovanni Paolo II amava tantissimo andare a meditare in montagna

Oggi ricorre l’anniversario della morte di San Giovanni Paolo II, l'”Atleta” di Dio.

Papa Francesco qualche anno fa disse Lo ricordiamo come grande Testimone di Cristo sofferente, morto e risorto, e gli chiediamo di intercedere per noi, per le famiglie, per la Chiesa, affinché la luce della risurrezione risplenda su tutte le ombre della nostra vita e ci riempia di gioia e di pace. L’esempio e la testimonianza di Wojtyla sono sempre vivi tra noi.

IL NUOVO PAPA

Le sue prime parole furono per scusarsi del suo italiano non proprio perfetto, “se sbaglio mi corrigerete” la frase rimasta nelle memoria di tutti. È il 16 ottobre del 1978, dopo due giorni di conclave, cinque scrutini e tre fumate nere, nel tardo pomeriggio una fumata bianca annuncia al mondo che è stato eletto il nuovo Papa.

UN AMORE CHIAMATO MONTAGNA

“L’atleta di Dio”: così venne chiamato per l’amore per lo sport e soprattutto per la montagna.  La sua amicizia con la guida alpina Lino Zaini lo ha portato ad amare la montagna che appena poteva raggiungeva anche per fare lunghe passeggiate. Zani ha scritto, con Maria Simoneschi “Era santo, era uomo”, in cui racconta questo legame durato una vita. Dal suo libro è stato tratto un film, trasmesso da Rai 1 (erano i giorni della canonizzazione di Wojtyla) per la regia di Andrea Porporati, con Giorgio Pasotti nei panni di Lino Zani, Aleksei Guskov in quelli del Papa, Claudia Pandolfi e Katia Ricciarelli.”Non avere paura” il titolo del film-tv.
I due si conobbero così: tutto ha inizio il giorno in cui Stanislao Diviz, segretario personale dell’allora papa, fa un’incursione in incognito tra le montagne, arrivando in uno sperduto rifugio alpino tra Lombardia e Trentino. Saggia la neve, osserva l’ambiente circostante e probabilmente valuta proprio la famiglia Zani, alla quale deve fare la richiesta che segnerà la loro vita e quella del rifugio che gestiscono “Ai caduti dell’Adamello”: ospitare, in gran segreto, la visita del Santo Padre. Per la verità all’incursione parteciperà anche Pertini (che, non sapendo sciare, passerà il tempo sul gatto delle nevi in compagnia del fratello di Lino) e i resoconti dell’epoca ci dicono che tra elicotteri in movimento e passaparola dei curiosi, la riservatezza della visita andrà, è il caso di dirlo, a farsi benedire. Ci sono altri pendii che sono serviti al papa per delle brevi fughe dal Vaticano, a partire dai vicini monti laziali e abruzzesi: basti pensare a Ovindoli, o Campo Imperatore, al Parco nazionale d’Abruzzo dove, ad esempio, nei pressi del Santuario di Canneto, vi è una cascatella a lui dedicata, lì dove egli stesso giunge nel luglio dell’85.
Tutti angoli in quota, adatti alla meditazione e al raccoglimento. Amava molto i panorami mozzafiato delle Dolomiti bellunesi, in particolare Lorenzago di Cadore. La regione più famosa per le “ferie montane” del papa, comunque, resta la piccola Valle d’Aosta: come non ricordare le sue passeggiate estive sul massiccio del Monte Bianco.
Vette da affrontare ricordando quello che per l’avventuroso Zani, sempre in partenza per nuove spedizioni, è stato uno degli insegnamenti più importanti del suo Santo amico: «Guarda, Lino, che poi quando arrivi in cima non puoi fare altro che scendere…».

I VIAGGI NEL MONDO

Papa Woityla è stato il primo Papa a viaggiare in tutto il mondo, 104 i suoi viaggi. il primo in Messico e Santo Domingo. Poi, tra i tanti, Lituania, India dove incontra Madre Teresa di Calcutta, Cuba, Nigeria ma anche Sarajevo e Israele.

L’ATTENTATO

Il 13 maggio del 1981 in piazza San Pietro, durante l’udienza generale, Alì Agca tenta di ucciderlo. Il killer turco sparò tre colpi di pistola, colpendolo all’addome. Wojtyła fu sottoposto ad un intervento di 5 ore e 30 minuti. Due anni dopo, nel Natale del 1983, il Pontefice volle andare in prigione per incontrare il suo attentatore e dargli il suo perdono.

ALLA CASA DEL PADRE

“Carissimi fratelli e sorelle, alle 21.37 il nostro amatissimo Santo Padre Giovanni Paolo II è tornato alla casa del Padre. Preghiamo per lui”.
Con queste parole il cardinale Leonardo Sandri, allora Sostituto alla Segreteria di Stato, ha dato l’annuncio della morte di Papa Giovanni Paolo II. Era il 2 aprile del 2005, l’ultima apparizione del Pontefice pochi giorni prima, il 30 marzo quando dalla finestra di San Pietro tentò inutilmente di parlare.

 

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