È il primo attacco mortale di orso in Italia. Il caso-Trentino

È il primo caso di un uomo ucciso da un orso in Italia. Pare sia il 4° caso documentato in tutta Europa da 150 anni. Nel veccho continente si registrano circa 10 aggressioni ogni anno. Caso a parte la Romania, dove è consentita la caccia all’orso e dove si registrano più aggressioni all’uomo. In Trentino meno di 10 i casi negli ultimi 20 anni, nessuno di questi con esiti gravi o letali.
Ma ora ha perso la vita un giovane runner, 26 anni. Amici e fidanzata lo aspettavano a cena, ma lui a quel tavolo non ci si è mai seduto. È stato aggredito mentre correva, zona monte Peller, sopra Caldes. La conferma è arrivata ieri, in serata, dall’esame autoptico. Andrea Papi si è difeso, pare con un bastone. Ma nulla ha potuto contro l’aggressività dell’orso.

Perché è stato attaccato? Non lo sappiamo. L’orso non è un predatore, se attacca c’è un motivo. La specie che vive in Trentino, non è proprio “docile”, se così si può dire. Fu introdotta dalla Slovenia, oggi dell’orso trentino autoctono, puro, probabilmente nemmeno più l’ombra. Forse era un’orsa che voleva difendere i suoi cuccioli, difficile pensare ad un attacco predatorio. Andrea era da solo, niente cane stavolta (come accaduto il mese scorso, sempre in Trentino, e in Abruzzo qualche tempo fa). Forse il plantigrado si è sentito minacciato dalla corsa e/o altri atteggiamenti del 26enne? Si sono scontrati in un luogo dove l’animale si è sentito braccato? O forse, come dicono, trattasi semplicemente di un orso problematico.

In Trentino la popolazione di orso conta oggi circa 100 esemplari. In un’area turistica e dall’antropizzazione diffusa, in questi ultimi 20 anni gli episodi di interazione aggressiva di orsi a persone sono stati 7, nessuno dei quali ha portato a conseguenze letali per le persone.

Ora la Provincia autonoma di Trento fa la voce grossa. Davanti alla morte del giovane, il presidente Fugatti, ha subito detto, a chiari lettere, ciò che farà l’Ente: ovvero, l’uccisione del plantigrado, una volta identificato, e stessa sorte toccherà ad altri tre esemplari etichettati come problematici.

Da sottolineare che il WWF Italia, tenuto conto della gravità dell’episodio, della dinamica, ritiene che vada applicato il protocollo previsto dal Pacobace che contempla anche la rimozione dell’individuo.
“Saremmo in questo caso, dicono dal WWF, davanti ad un episodio ben diverso da quelli che hanno portato in passato (ultimo caso con l’orso MJ5 a marzo scorso) a ordinanze di cattura e abbattimento, a nostro parere spesso immotivate e non proporzionate, da parte della Provincia Autonoma di Trento. Se un individuo mostra conclamati comportamenti pericolosi per l’incolumità umana, arrivando ad aggredire mortalmente una persona, la rimozione di questo individuo diminuisce i rischi di nuovi episodi simili e migliora l’accettazione sociale della popolazione verso la specie. Il ricorso alla rimozione deve, ed è sempre bene ribadirlo, essere in ogni caso l’ultima soluzione, quando la pericolosità dell’animale è conclamata e non esistono altre possibili soluzioni”.

Le alternative? Occorrono, di sicuro, misure ad hoc e corretti comportamenti che rendono possibile diminuire le probabilità di episodi di questo tipo. Ovvero attività di sensibilizzazione e proposte operative che portano a una migliore coesistenza uomo-orso sulle Alpi. Cartellonistica nei pressi dei sentieri, liberalizzazione dell’utilizzo dello spray anti-orso al peperoncino (bear spray), maggiore accessibilità all’informazione sulle aree di presenza di femmine con i piccoli, campagne di comunicazione con residenti e turisti sulle buone pratiche di comportamento in aree di presenza dell’orso.
Ossia: non seguire le tracce; tenersi sempre distanti, soprattutto se sta mangiando una preda; fare attenzione al cibo durante pic-nic, campeggi, vicino a baite e bivacchi; fare rumore camminando nelle zone dove è segnalata la presenza degli orsi; tenere il sangue freddo e fare marcia indietro; non gridare e fare movimenti bruschi; non correre; lasciare vie di fuga all’orso.

Ma il problema è anche territoriale. Ossia, ci son troppi orsi in Trentino. Lo ha sottolineato Fugatti ieri, oltre un centinaio di esemplari. Il rilascio di 10 esemplari provenienti dalla Slovenia per ripopolare i boschi trentini tra il 1999 e il 2002, erano stati preceduti da un dettagliato studio di fattibilità, curato dall’Istituto nazionale per la fauna selvatica, che aveva accertato l’idoneità ambientale di un territorio sufficientemente ampio ad ospitare una popolazione vitale di plantigradi (40-60 orsi), che costituiva l’obiettivo finale del progetto. L’areale doveva andare ben oltre i confini del Trentino, interessando le regioni e i Paesi confinanti. Ma questi orsi, dagli studi effettuati, si sposta all’interno di un’area di circa 1.500 chilometri quadrati. Troppo poco. E per di più fortemente antropizzata.

Forse la politica di reintroduzione non è stata così saggia? Oggi, come già detto, l’orso delle Alpi non è più l’antico orso del Trentino. Era meglio effettuare un ripopolamento graduale e limitato, come sottolinea Wilderness Italia, come stanno facendo i francesi nei Pirenei? Tra le prerogative doveva esserci quella di cercare di salvare la stirpe originaria?

 

13 Commenti

  1. Lo sgomento per quanto successo lascia senza parole e posso immaginare il dolore dei famigliari. Oncora una volta dobbiamo decidere se dobbiamo essere solo noi l’unica specie a vivere su questo pianeta. Penso che la risposta sia logica. È chiaro che esistono pericoli ma è anche vero che non esiste solo l’uomo. Per me che vivo in città ogni giorno so che potrei essere vittima di un incidente qualsiasi che so un ubriaco o sotto effetto di droghe o al telefonino. Quindi uccidiamo tutti questi signori o meglio criminali che fanno più morti di un orso. Eppure continuano a girare tra noi come se la questione non ci riguardasse. Ci sono mille cose che possono provocare una morte che potrebbe essere evitata se eliminata la causa. Non voglio semplificare il dramma ma il pericolo si chiama orso o con altri cento nomi.

    1. Buongiorno Lorenzo condivido appieno ciò che scrivi….l’uomo o meglio l’essere umano ( che di umano ha poco vedendo i maltrattamenti sugli animali) sta minacciando da decenni l’ habitat degli animali…può essere che loro si sentano minacciati e lo difendono?
      Amo immensamente la montagna e so che potrebbe accadere a me a chiunque…con una probabilità una su mille su un milione??
      Mentre da appassionata di ciclismo il rischio è uno a dieci forse meno
      Povero ragazzo non voglio immaginare cosa abbia provato
      Sicuramente amante dello sport e della natura se si trovava lì … certo pensando di essere al sicuro
      Una giovane vita volata via

    2. Sono convinta che il ventiseienne incontrato l’orso invece di immobilizzarsi ed eventualmente retrocedere e lasciare una via di fuga all’animale abbia preso il bastone per minacciarlo, probabilmente in preda alla paura e al delirio di onnipotenza. L’orso ha reagito. Tutti gli animali compresi gli “umani”se si sentono in trappola reagiscono. L’orso vittima dell’ignoranza umana

      1. Non so se il delirio di onnipotenza è di un ragazzo montano abituato a vivere in montagna e che certamente da come comportarsi o suo che ha la convinzione “onnipotente” di sapere come è andata. Si faccia delle domande

    3. Ma allora caro Lorenzo dobbiamo aver paura andare a farci un giro in montagna? E con il turismo come la mettiamo visto che è una zona che vive su questa attività? In passato esisteva anche la caccia agli animali feroci senza doverci sottoporre al giudizio spietato di chi magari vive in città

  2. Gli orsi in Trentino erano estinti si poteva andare a correre o passeggiare in tranquillità nei boschi, ma purtroppo la sinistra vuole il male del popolo e quindi… Il rischio ubriachi ladri assassini e stupratori è aumentato nelle città per lo stesso motivo…..

  3. Può essersi trattato di un fatto eccezionale, una serie di concause, la sorpresa della corsa, una femmina con i cuccioli, il fatto che il runner ha cercato di difendersi (bastone insanguinato) ma adesso siamo arrivati all’aggressione mortale, già c’era paura ad andar per boschi, troppi incontri io l’ho incontrato in strada…bisogna come minimo ridurne il numero a 50-60 esemplari e autorizzare lo spray anti animali selvatici, perché c’è anche il lupo.

  4. Aggiungo ai commenti precedenti che condivido, l’atavica reazione agli attacchi di grandi predatori concorrenti nella catena alimentare. Nessuno si agita per le decine di morti causate da vespe e calabroni, nemmeno da morso di vipera ma se è un lupo o un orso ad attaccare allora diventa un problema da risolvere a schioppettate. Inoltre la reintroduzione o la nuova presenza di animali ormai estinti in Italia probabilmente ci ha colto di sorpresa non dandoci il tempo di sviluppare una conoscenza dei pericoli ed un adattamento necessari ad una convivenza.

  5. Se io fossi l’orso mi sentirei braccato, umiliato, offeso di non aver chiesto io di ritrovarmi a vivere in una zona così ristretta. Penserei di aver avuto paura e di aver agito male solo per difendermi. Con il mio cervello sviluppato e intelligente, penserei di aver fatto una cosa sbagliata, così mi spingerei in alto, lontano. Il mio istinto mi farebbe capire di esser braccato e la mia paura aumenterebbe. Piangerei. Avrei bisogno di aiuto e capirei che nessuno mi aiuterebbe, nessuno cercherebbe di capirmi. Mi sentirei un oggetto servito solo per gli esperimenti e per i guadagni del vero colpevole della tragedia a cui ho dovuto sottoporre i miei artigli. Sicuramente dovrei difendermi ancora per il mio istinto di sopravvivenza, sperando che la mia imminente e possibile morte sia almeno veloce e fulminea. Mi inorridirebbe pensare di dover soffrire morendo per una colpa che non volevo commettere!

  6. “LIFE URSUS”permane un IRRAZIONALE progetto in contrasto ad un contesto a marcata antropizzazione diffusa essendo un’area turistica che il nostro territorio esprime, questo lo afferma perfino il direttore del Parco d’Abruzzo Lazio e Molise (PNALM) non siamo alle dimensioni di Yellostone e nemmeno con quelle delle Brooke Falls, nelle isole Aleutine, in Alaska. Pertanto tale scelta progettuale si sta confermando come più volte espresso e da più parti, quale soluzione sostanzialmente DISPOTICA giacché si basò su una semplice rilevazione di PREORIENTATI INTERVISTATI (1500 circa) anziché su un DEMOCRATICO REFERENDUM che sproporzionalmente si sono indicati al 70% favorevoli quando nella realtà sono ben al 75% quelli contrari. Pertanto è stata una decisione, di per sé,oltretutto confliggente con una tanto ostentata VOCAZIONE TURISTICA TRENTINA! Allora dopo questo DOLOROSO DRAMMA, la situazione non può che reclamare radicali sostanziali drastici provvedimenti per retrocedere da un siffatto penoso decrepito disegno.Urge cambiare per non continuare a far peggiorare una siffatta sempre più angosciante situazione riprodotta da quel assurdo progetto frutto d’una totalizzante assenza di un COMUNE BUON SENSO e lungimiranza da parte di quell’allora KASTA a REGIME, che priva d’ogni COSCIENZA di quanto stava innescando con quel anacronistico milionario progetto”Life Ursus”ha indefessamente proseguito, senza remora alcuna, oltretutto mentre i territori vicini (Alto Adige, Lombardia, Baviera, cantone svizzero dei Grigioni) si rifiutavano di entrare nel progetto, ciononostante la suddetta KASTA è andata avanti con orgoglio! Purtroppo tutta questa azzardata stramberia attualmente s’è tradotta in un’INNOCENTE VITTIMA che senz’altro indelebilmente dovrà rimanere sulla coscienza di quegli spregiudicati esperti decisori di un siffatto disdicevole anacronismo. Specialmente quando prima di quest’ultima tragedia siano state da questi orsi non proprio tanto“docile”giacché ALIENI essendo stati introdotta dalla Slovenia, rispetto all’orso trentino che era AUTOCTONO, PURO, del quale non v’è nemmeno più l’ombra. Conseguentemente grazie a questa operazione rischiosa e totalmente avventata da parte di quella KASTA vi sono state ben 7 aggressioni nei confronti della nostra cittadinanza che continua ad essere giocata e sempre più nuovamente sferzata da siffatti ASSURDI RISCHI, dopo una tragica pandemia subisce deprovevole continuative sottrazioni di: SICUREZZA,TUTELA all’INCOLUMITA’ PUBBLICA. Giacché il cittadino continua a ritrovarsi sempre più impoverito da siffatte continuative drastiche riduzioni di WELFARE… nei servizi per la SALUTE PUBBLICA rimessi ad immanenti allungamenti nei tempi d’attesa per una visita sanitaria specialistica. Defezioni che sembrano giocate a preponderante favore dei soli ORSI elevati ormai ad incontrastante AUTO-RESILIENZA essendo sfuggiti ormai ad ogni controllo. Questo comprovato anche da un’intervista rilasciata dal veterinario esperto del progetto Life Ursus che ha raccontato che al momento in Trentino,rispetto al progetto che ne prevedeva 40/50, oggigiorno ci ritroviamo con più di 200 esemplari. Pertanto il quadro descritto è quello di una situazione fuggita di mano, di un progetto consapevolmente abbandonato e fuori controllo. Non è un caso che la gestione degli orsi in Trentino sia stata tolta ai forestali e affidata alla protezione civile, che non sia stata portata avanti alcuna iniziativa educativa e comunicativa, nessun monitoraggio del fenomeno… Attualmente lo stesso Presidente PAT:afferma che il progetto ORSI è fallito! Confermando così che tali precedenti SCELTE erano state alquanto SCIAGURATE ed ABOMINEVOLI in quanto cozzanti contro ogni criterio d’ECONOMICITÀ dello stesso territorio ormai esausto per i danni di questi ORSI-ALIENI come già riportano le stesse autorità locali poiché contestualmente questi danneggiano: la CONVIVENZA, il TURISMO, le COLTIVAZIONI, gli ALLEVAMENTI e tutto l’indotto che ne consegue un processo che sta indirettamente drenando DIRITTI e la LIBERTÀ perfino dell muoversi nello spazio esterno. Quali tutti ingredienti che assommati alla PANDEMIE, alle CARESTIE da RISORSE ALIMENTARI ed ENERGETICHE, alla SICCITÀ, e non ultime alle GUERRE stanno confezionando quel allucinante COCKTAIL “INCUBO 4.0” da lasciar ereditare alla NEW GENERATION!? Pertanto almeno localmente urgono intraprendere pronti, inderogabili, radicali, drastici provvedimenti per”risanare”invertendo la rotta!!!

    1. capisco tutto, ma quando si va in montagna a fare trekking si sa quali sono i rischi, come per chi va a funghi, o per qualsiasi sport estremo, non capisco la differenza, se so che vado a correre in un bosco dove è conclamato che ci siano orsi dovrei sapere a quali rischi vado incontro, quindi sta a me decidere se correre nel bosco o rimanere in paese…..se ti lanci con un paracadute sai bene cosa rischi nel caso ci sia un malfunzionamento giusto? si precipita
      se vai a funghi e sbagli a prendere dei funghi sai bene cosa rischi, di morire avvelenato, così come che se vai a camminare su un ghiacciaio e si stacca una slavina sai che rimarrai sotto di essa…..se vai nel bosco e sai che nei boschi dove vivi ci sono orsi sei a conoscenza dei rischi che puoi correre e che potresti essere sopraffatto da uno di essi…detto questo la tragedia per quella povera famiglia rimane, e non mi permetto di giudicare né il ragazzo o la famiglia, di sicuro quell’esemplare andrà abbattuto come si fa con i cani in casi di aggressione, ma pensare di abbattere ogni orso mi sembra una gran cagata…. e la prima vittima di un orso in 150 anni in Italia, tutte le settimane muoiono nei boschi persone in Italia per motivi vari, di solito per non aver valutato i rischi a cui andavano incontro e questo mi sembra lo stesso caso ….io vado a funghi, ci vado la mattina alle 5.00, al buio con la torcia, da solo e dove giro conosco il bosco a memoria, ma ogni volta ci vado con la consapevolezza che potrei farmi del male o anche perdere la vita , così come succede ad altre persone purtroppo.

  7. Oggi il sig. Fugatti afferma che il progetto è fallito e che bisogna abbattere 50 esemplari.

    Ovviamente se il progetto è fallito la colpa sarebbe dell’orso. E non di chi negli anni ha letteralmente giocato con la vita di esseri che da sempre hanno fatto parte dell’ambiente senza creare problemi.
    I problemi purtroppo nascono quando l’uomo crede di potersi sostituire a Dio. E nonostante ammetta lo sbaglio, continua a farlo, decidendo per la vita o la morte di un altro essere senziente.
    Mi spiace per la morte del giovane. Ma la causa è l’effetto dell’idiozia di alcuni uomini.

  8. Sicuramente a monte esiste un’errata o negligente gestione del progetto “Life Ursus”, il cui intento era un calibrato ripopolamento.
    La soluzione non è l’abbattimento degli orsi, semmai un trasferimento in analoga area boschiva in Italia o all’estero degli esemplari ritenuti in esubero ed anche di quelli definiti “problematici”, perché in realtà il problema non è il comportamento dei plantigradi, ma quello dell’uomo che non li ha saputi gestire. Inoltre, credo che dopo questo tragico incidente, dovrebbe essere fatta una maggiore campagna d’informazione e di sensibilizzazione su come comportarsi in caso d’incontro con un orso in quell’area, sia per i residenti, sia per i turisti. L’orsa non ha colpa, ha avvertito un pericolo ed avendo i cuccioli ha cercato di difenderli, cosa che fa ogni madre di ogni specie. La separazione dai cuccioli e la prigionia, umanamente parlando, mi sembrano già state pene fin troppo crudeli per un animale. Quindi, spero vivamente che venga presa la decisione più giusta affinché venga presto restituita agli orsi imprigionati la libertà che avevano nel loro habitat e la dignità che meritano in quanto esseri senzienti. Un pensiero va ai tre poveri cuccioli il cui destino è purtroppo incerto per colpa della cattiveria gratuita ed insensata dell’uomo.

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