Guido Monzino, l’alpinista-esploratore delle grandi spedizioni

Organizzò 21 spedizioni, dal Polo Nord all'Everest dove portò anche militari italiani

Guido Monzino, l’alpinista-esploratore delle grandi spedizioni. Nato a Teolo il 2 marzo 1928 (morto a Milano l’11 ottobre 1988), figlio di Franco Monzino, che negli anni trenta fondò i grandi magazzini Standa.

Guido Monzino scoprì la sua passione per l’avventura alla metà degli anni cinquanta quando, «in seguito ad una scommessa, egli scoprì la montagna ed il Monte Cervino».

Conclusi gli studi classici, iniziò il suo lavoro alla Standa, di cui divenne direttore generale, rimanendolo fino al 1966, quando il gruppo passò alla gestione della Montedison. Nel frattempo, quasi per caso, fece l’incontro che avrebbe segnato profondamente la sua esistenza: la montagna. Verso la metà degli anni cinquanta, totalmente digiuno di alpinismo, salì infatti il Cervino con la guida di Achille Compagnoni, protagonista con Lino Lacedelli della prima scalata del K2.

Il suo principale scopo di vita divenne inserirsi nel filone delle grandi spedizioni esplorative che a cavallo fra il XIX e il XX secolo erano state organizzate da colui che fu sempre il suo modello ideale, il duca degli Abruzzi. Accanto alle montagne, anche gli spazi sterminati dei deserti, delle foreste, delle regioni polari divennero mete da perseguire e da raggiungere.

È sempre imprevedibile la potenza di questo elemento; per oltre cinquanta giorni abbiamo odiato il vento e amato il Paine.

Fu autore di grandi imprese alpinistiche e sociali: 21 spedizioni in tutto il mondo, fra cui la prima e fino ad oggi unica impresa che ha raggiunto il Polo Nord con slitte trainate da cani e con equipaggiamento originale confezionato dagli eschimesi di Qânâq nel 1971; la prima ascensione italiana all’Everest nel 1973; il lascito al FAI della straordinaria Villa Balbianellosul lago di Como; la donazione di una tenuta al Governo cileno per l’ampliamento del Parco del Cerro Paine, la realizzazione del Rifugio Monzino per le guide di Courmayeur.

Le sue spedizioni, condotte senza lesinare tempo e denaro, erano caratterizzate dalla meticolosa organizzazione; Monzino «era solito organizzarle di persona, studiandone nei minimi dettagli problemi di logistica ed equipaggiamento».

La carovana sull’Everest

Grandiosa la spedizione sull’Evrest, con il coinvolgimento delle Forze Armate italiane. Alla fine la spedizione vide la partecipazione di 54 militari e 11 civili. Nove C-130 della 46a Aerobrigata trasferirono a Kathmandu in Nepal oltre 100 tonnellate di materiale, inclusi due elicotteri. La carovana che percorse la valle del Khumbu verso l’Everest comprendeva 150 persone tra italiani e sherpa, 2000 portatori e centinaia di yak.

Volle essere sepolto, con la testa rivolta a nord, nell’antica ghiacciaia della villa del Balbianello.

Le spedizioni

  • 1955: Africa Occidentale: Senegal – Guinea – Costa d’Avorio
  • 1956: Grandes Murailles: Alpi occidentali italiane e svizzere
  • 1957-58: Cerro Paine ed alle Torri del Paine: Ande patagoniche
  • 1959: Kanjut Sar grande Karakorum
  • 1959-60: Kilimanjaro: Africa equatoriale
  • 1960: 66º parallelo: Groenlandia occidentale
  • 1960-61: Monte Kenya: Africa equatoriale
  • 1961: 74º parallelo: Groenlandia occidentale
  • 1961-62: Ruwenzori: Africa equatoriale
  • 1962: 72º parallelo con slitte: Groenlandia occidentale
  • 1962: 77º parallelo: Groenlandia occidentale
  • 1963: 1ª Spedizione alle Alpi Stauning: Groenlandia orientale
  • 1963-64: Tibesti: Africa Sahariana
  • 1964: 2ª Spedizione alle Alpi Stauning: Groenlandia orientale
  • 1964-65: monti dell’Hoggar: Sahara centrale.
  • 1968: 2ª Spedizione nautica Groenlandia orientale
  • 1969: Jacobshavn-Qânâq con slitte: Groenlandia occidentale
  • 1970: Qânâq-Cape Columbia
  • 1970: Spedizione nautica Groenlandia occidentale
  • 1971: Spediazione italiana al Polo Nord con slitte e cani
  • 1973: Spedizione italiana all’Everest Himalaya, Nepal.

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