Il 23 ottobre 1863 la nascita ufficiale del Cai

Il Club Alpino Italiano (CAI) è la più antica e vasta associazione di alpinisti ed appassionati di montagna in Italia. L’idea di fondare un club che riunisse gli alpinisti italiani era nata nella mente di Quintino Sella presso Casa Voli (Verzuolo), il 12 agosto 1863, in occasione dell’ascensione del Monviso da parte sua e di altri alpinisti italiani tra cui si possono ricordare Giovanni Barracco, e Paolo e Giacinto di Saint Robert; ispirandosi ad analoghe associazioni esistenti in altri paesi europei come Austria, Svizzera e Inghilterra con l’Alpine Club di Londra.

La fondazione ufficiale del club si ebbe all’una del pomeriggio il 23 ottobre 1863, nel Castello del Valentino a Torino. Tra i fondatori appartenenti alla prima lista di adesione, oltre al Sella, vi furono circa altri duecento appassionati di montagna, tra cui: Giovanni Piacentini, Giorgio Tommaso Cimino, Luigi Vaccarone, Bettino Ricasoli e Giovanni Battista Schiapparelli.

Il primo presidente del CAI eletto fu il barone Ferdinando Perrone di San Martino e vicepresidente Bartolomeo Gastaldi, che ne divenne poi secondo presidente dal 1864 al 1872.

 

Le sedi

Il CAI ebbe sede dapprima a Torino, e poi dopo la seconda guerra mondiale la sede legale fu trasferita a Milano in via Errico Petrella 19, dove si trova tuttora.

In seguito furono aperte sedi anche in numerose altre città italiane. Nel 1873, con l’annessione del Lazio al Regno d’Italia Quintino Sella, in quanto ministro delle finanze del regno, si trasferì nella nuova capitale, e fondò quindi la sezione di Roma. Dopo la prima guerra mondiale il CAI assorbì la Società degli alpinisti tridentini (nel 1920) e la Società alpina delle Giulie; mentre nel 1931 fu riconosciuta come sezione del CAI anche la Società escursionisti milanesi. Nel 1938 il fascismo impose al CAI un temporaneo cambio di denominazione, da Club alpino italiano a Centro alpinistico italiano, nel tentativo di preservare la “purezza” della lingua italiana dalla commistione coi termini inglesi.

A Torino vi è ancora oggi la sede sociale, sul Monte dei Cappuccini, nella Salita al Club alpino italiano sez. Torino 39, ove è anche collocata la Biblioteca nazionale del CAI e il Museo nazionale della montagna.

Ad oggi l’associazione conta più di 300.000 iscritti in tutto il territorio nazionale, a fronte dei soli 3.500 (in prevalenza benestanti piemontesi) dell’anno 1877.

Le Sezioni

A livello periferico il CAI è diviso in gruppi regionali, uno per ogni regione italiana, ad eccezione delle province autonome del Trentino e dell’Alto Adige, che hanno ciascuna un proprio gruppo regionale.

Il vero nucleo del CAI sono però le sezioni. Queste sono raggruppamenti di soci che promuovono le finalità istituzionali in una determinata area geografica. Negli ultimi anni è stato rimosso il divieto di avere più sezioni nella stessa città, realtà che si ritrova oggi a Milano, Torino e Genova. Ogni sezione, associazione di diritto privato, possiede un proprio statuto e propri regolamenti, coordina e promuove l’attività sul territorio e gestisce le scuole (se ne possiede). Altro compito delle sezioni è la gestione dei rifugi alpini (in genere quelli situati nel proprio territorio di competenza) gestiti dal CAI. Le sezioni possono dividersi ulteriormente in sottosezioni. Le sezioni attive sul territorio sono 498, a cui sono da aggiungere 310 sottosezioni. Ogni sezione del CAI può ospitare gruppi sezionali (ad esempio di escursionismo) e scuole sezionali (ad esempio di alpinismo). I gruppi e le scuole sezionali operano in autonomia con propri regolamenti (conformi ai regolamenti sezionali e approvati dal consiglio direttivo della sezione di appartenenza), organizzando le proprie attività sotto la supervisione delle commissioni regionali e centrali e delle scuole regionali e centrali.

Le strutture

Sono più di 700 le strutture alpine gestite dal CAI. L’associazione gestisce 433 rifugi alpini, 224 bivacchi, 65 capanne sociali, 26 punti d’appoggio e 15 ricoveri per un totale di oltre 23500 posti letto. Lo scopo di queste strutture è quello di fungere da base di partenza per le ascensioni della zona (soprattutto in quei casi in cui sarebbe difficile o impossibile effettuare l’ascensione in una sola giornata), da punto di arrivo finale o intermedio di traversate o da ricovero d’emergenza in caso di condizioni avverse. Tali strutture vengono inoltre utilizzate come punto d’appoggio per lo svolgimento di attività sociali (corsi, convegni ecc.) e per iniziative culturali.

 

Museo Nazionale della Montagna

Il CAI ha fondato nel 1874 il Museo nazionale della montagna, che ha oggi come scopo quello di essere un polo culturale che riunisca idealmente tutte le montagne del mondo. Il museo si trova a Torino, sul monte dei Cappuccini, e ospita il centro di documentazione del CAI, che si occupa di trovare e conservare i documenti storici riguardanti l’alpinismo e la montagna. È composto dalla fototeca, dalla cineteca e dal Centro italiano studio e documentazione alpinismo extraeuropeo (CISDAE). Nella stessa sede si trova la Biblioteca nazionale del CAI. Si tratta di una biblioteca specializzata di rilevanza internazionale per la quantità e il valore delle opere e dei documenti che vi sono conservati. Oltre a tutte le più recenti pubblicazioni di ambito montano e alpinistico, dai periodici alle guide, la biblioteca conserva opere antiche e rare, come descrizioni di itinerari sulle Alpi risalenti all’inizio del Settecento o riviste alpinistiche di metà Ottocento.

Trento Film Festival

Inoltre il CAI cura dal 1952 il Trento Film Festival, la più antica e acclamata rassegna internazionale di film dedicati alla montagna, alpinismo, esplorazione, ambiente e avventura. Dal 2004 al 2011 la direzione artistica del Festival è stata affidata a Maurizio Nichetti. Il Trento Film Festival comprende, oltre alla rassegna cinematografica, una serie di incontri e mostre, e, dal 1987, ospita l’evento Montagna libri, rassegna internazionale dell’editoria di montagna. Durante la rassegna Montagna libri si tiene anche la Mostra mercato delle librerie antiquarie della montagna, antichi libri di montagna, cartoline, stampe, incisioni, manifesti e rarità che trattano del mondo alpinistico.

I presidenti dal 1863

  • 1863-1864: Ferdinando Perrone di San Martino
  • 1864-1872: Bartolomeo Gastaldi
  • 1874-1875: Orazio Spanna
  • 1875-1876: Giorgio Spezia
  • 1876-1884: Quintino Sella
  • 1884-1890: Paolo Lioy
  • 1891-1909: Antonio Grober
  • 1910: Guido Rey
  • 1910-1916: Lorenzo Camerano
  • 1917-1921: Basilio Calderini
  • 1922-1929: Eliseo Porro
  • 1929-1930: Augusto Turati
  • 1930-1943: Angelo Manaresi
  • 1946-1947: Luigi Masini
  • 1947-1955: Bartolomeo Figari
  • 1955-1959: Giovanni Ardenti Morini
  • 1959-1964: Virginio Bertinelli
  • 1965-1970: Renato Chabod
  • 1971-1980: Giovanni Spagnolli
  • 1980-1986: Giacomo Priotto
  • 1986-1992: Leonardo Bramanti
  • 1992-1998: Roberto De Martin
  • 1998-2004: Gabriele Bianchi
  • 2004-2010: Annibale Salsa
  • 2010-2016: Umberto Martini
  • dal 2016: Vincenzo Torti

 

 

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