Il nuovo progetto segreto di Nirmal Purja

Per essere i migliori, bisogna superare le scuse e allenarsi duramente. Questa clip è dal dietro le quinte di un progetto segreto che non vedo l’ora di condividere presto con voi. Per cosa pensi mi stia allenando qui?
Per affrontare le grandi montagne è importante costruire resistenza, fitness cardio e forza…

nirmal purja

Nirmal Purja non si ferma. La sua mente continua ad elaborare piani, progetti. Ricordiamo che Purja è l’uomo del Project Impossible. L’uomo che è salito sui 14 Ottomila in 189 giorni.

 

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Chiuse il discorso sullo Shisha Pangma, il 29 ottobre 2019. Avventura iniziata il 23 aprile 2019 con l’Annapurna. Il primato era del coreano Kim Chang-ho, che ci aveva impiegato sette anni, 10 mesi e sei giorni, prima ancora di Jerzy Kukuczka, che ci impiegò un circa mese in più. Nirmal Purja diventò il 43° alpinista ad aver scalato tutti gli 8000 utilizzando l’ossigeno supplementare, il 3° nepalese a completare l’impresa.

I 14 8000 saliti

  • Annapurna, 23 aprile 2019
  • Dhaulagiri, 12 maggio 2019
  • Kanchenjunga, 15 maggio 2019
  • Lhotse, 22 maggio 2019
  • Everest, 22 maggio 2019
  • Makalu, 24 maggio 2019
  • Nanga Parbat, 3 luglio 2019
  • Gasherbrum I, 15 luglio 2019
  • Gasherbrum II, 18 luglio 2019
  • K2, 24 luglio 2019
  • Broad Peak, 26 luglio 2019
  • Cho Oyu, 23 settembre 2019
  • Manaslu, 27 settembre 2019
  • Shisha Pangma, 29 ottobre 2019

Ma Purja è stato anche il “condottiero” della squadra nepalese che lo scorso inverno è riuscito nell’impresa di salire, per la prima volta nella storia, il K2 in inverno.

Chissà cosa starà pianificando l’ex Gurkha. Ma, stando a quanto scrive sui suoi canali social, a breve svelerà il suo piano. Con la sua agenzia da qui al 2022 ha diverse sfide: Elbrus, Manaslu, Ama Dablam, Monte Vinson, Aconcagua, e poi nel 2022 di nuovo K2 ed Everest…

 

Nirmal Purja

 

Nirmal Purja

Nirmal “Nims” Purja è nato nella regione del Myagdi del Nepal ed ha fatto parte dei Gurkha, reparto d’élite della fanteria britannica. Dal 2012 decide di concentrarsi sull’alpinismo d’alta quota, scalando poi nel 2014 il suo primo Ottomila, il Dhaulagiri. Nel 2016 scala l’Everest. Nel 2018 lascia l’esercito, dedicandosi a tempo pieno sull’alpinismo.

Nasce quindi il suo progetto, molto ambizioso, di scalare tutti i 14 Ottomila in meno di 7 mesi da lui denominato “Project Possible 14/7” (il record precedente apparteneva al sudcoreano Kim Chang-Ho che nel 2013 aveva scalato l’ultimo Ottomila in un percorso durato 7 anni, 10 mesi e 6 giorni). La squadra da lui scelta per completare il progetto è composta dai seguenti amici e sherpa: Mingma David Sherpa, Gesman Tamang, Galjen Sherpa, Lakpa Dendi Sherpa e Halung Dorchi Sherpa (Mingma Sherpa, oltre a condividere il record di velocità con Nirmal Purja, diventa il più giovane, a 30 anni, ad aver scalato tutti gli Ottomila).

La corsa agli 8000

Il primo Ottomila è l’Annapurna, salito il 23 Aprile lungo la via normale per la parete nord.  Il 12 maggio, in condizioni davvero proibitive a causa del forte vento, alle ore 18:00 raggiunge la vetta del Dhaulagiri senza far uso dell’ossigeno supplementare (unica squadra a salire la via normale in primavera). Alle 7 del mattino successivo la squadra rientra al campo base, spostandosi subito via elicottero alla base del Kanchenjunga che scala il 15 maggio. A fine maggio Purja è protagonista di un’impresa titanica: il 22 maggio scala la montagna più alta della terra, l’Everest: dopo un breve riposo di due ore a Colle Sud, raggiunge la vetta del Lhotse (8516 m) dopo sole 10 ore e 15 minuti dal raggiungimento della vetta più alta del pianeta. Tornato al campo base parte per il Makalu che scala il 24 maggio, 38 ore dopo l’arrivo in vetta al Lhotse: conquista così il record mondiale di salita di 3 Ottomila in 3 giorni. Col Makalu Purja termina il programma dei sei Ottomila nepalesi e si concede un riposo di circa un mese per affrontare gli Ottomila del Pakistan. Il 3 luglio raggiunge la vetta del Nanga Parbat, il 15 luglio il Gasherbrum I e il 18 luglio il Gasherbrum II. La mattina del 24 luglio alle 7:50 (ora locale), dopo aver guidato il suo team nel fissaggio delle corde lungo il Collo di bottiglia e il traverso, raggiunge la vetta della seconda montagna più alta della terra, il K2. La scalata risulta molto impegnativa a causa del pericolo valanghe e della neve alta. Due giorni dopo è già in cima al vicino Broad Peak, completando il suo 11° Ottomila in soli 3 mesi. Il 23 e il 27 settembre scala, rispettivamente, Cho Oyu e Manaslu. Il completamento del progetto viene però messo in discussione nei giorni seguenti: la Cina, reputando che lo Shishapangma fosse diventata troppo pericolosa a seguito di una serie di incidenti mortali, decide di non rilasciare più permessi di scalata. Grazie all’aiuto del governo nepalese, tuttavia, Purja ottiene un permesso speciale di scalata. Il 29 ottobre alle 8:58 locali, assieme a Mingma David Sherpa, Galen Sherpa, Gesmam Tamang raggiunge il suo ultimo Ottomila, completando il progetto nel tempo record di 6 mesi e 6 giorni.

Le critiche

Lo stile scelto da Purja per completare il suo progetto è stato oggetto di numerose critiche da parte di alcuni alpinisti di fama internazionale per il ricorso ad elicotteri negli spostamenti tra i vari campi base e per l’uso dell’ossigeno oltre i 7500 m di quota. L’impresa sostenuta dal gurkha, d’altro canto, risulta titanica e difficilmente ripetibile per gli enormi sforzi fisici, economici e logistici sostenuti per completare il record di velocità.

 

 

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