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Il presidente Cai Torti: Si sta ledendo la libertà di andare in montagna

Il popolo della montagna in subbuglio per le misure anti-Covid, Torti: "Regole e minacce di sanzioni che non hanno alcun senso"

Il presidente Cai, Vincenzo Torti, si fa portavoce dell’oramai esasperazione del popolo della montagna. E non le manda a dire. In una intervista rilasciata al Corriere della Sera, Torti afferma:

Sarebbe il momento di godere delle nostre valli e cime in silenzio, con le nostre forze, specie in questo inverno che ci regala uno stupendo manto bianco, degno delle nevicate di mezzo secolo fa. Ma regolano e limitano lo scialpinismo e l’utilizzo delle ciaspole, che sono le tradizionali pratiche della montagna al naturale per piccoli gruppi di individui comunque distanziati, in modo cieco e demenziale.
Stanno avvenendo fatti molto gravi. Si sta ledendo la libertà di andare in montagna con regole e minacce di sanzioni che non hanno alcun senso.
In nome della lotta alla pandemia, i nostri amministratori creano precedenti molto pericolosi: danneggiano i diritti fondamentali dell’individuo, oltreché la bellezza dell’alpinismo, fatto essenzialmente d’avventura, scoperta e anche, inevitabilmente, di una certa dose di rischio e di scelte personali.

Il mondo degli amanti della montagna, come si diceva, è in subbuglio. Anche sui social, tanti iscritti al sodalizio o comunque appassionati di montagna, chiedevano, e chiedono tuttora, un intervento deciso del Cai per un radicale e repentino cambiamento di rotta.

Il 14 gennaio inoltre dovrebbe riunirsi la Commissione parlamentare per modificare e integrare la legge 363 sugli sport alpini. Per esempio, c’è sul tavolo la proposta di obbligare qualsiasi ciaspolatore ad avere sempre nello zaino il dispositivo Artva per individuare i sepolti sotto le valanghe, oltre a sonda e pala.

Il presidente Cai parla anche degli impianti di sci, di limitarne la presenza.

Abbiamo registrato oltre 315 impianti di risalita abbandonati ad inquinare i paesaggi alpini e dell’Appennino. Praticamente non c’è comprensorio sciistico nel nostro Paese che non sia in perdita e necessiti di sovvenzioni statali. Ciò non significa che si debbano chiudere gli impianti esistenti. Danno lavoro e reddito. Ma, per favore, non se ne costruiscano altri. La pandemia ci ha ricordato quanto è bella la montagna esplorata e scoperta con le nostre gambe. Ne parleremo alla Camera.

Per l’intervista integrale, vi invitiamo a leggere l’articolo su Il Corriere della Sera.

 

25 Commenti

  1. Occorre consentire di fare attività quali trekking, ciaspole e scialpinismo derogando dai limiti imposti dai Dpcm. Devono essere autorizzati piccoli spostamenti, entro la provincia di residenza, per poter raggiungere i sentieri o le zone adatte per praticare lo sport. Ovviamente senza assembramenti, in forma individuale o per nucleo familiare/conviventi. I frequentatori della montagna non devono essere accomunati alla movida o a quanti si assiepano nei centri commerciali. Andare in montagna fa bene al fisico ed alla mente. Il Cai ha il dovere di farsi promotore di quanto sopra.

  2. Chi emana leggi e regolamenti dovrebbe farlo in base alla conoscenza specifica dell’argomento trattato.
    Se non il singolo politico almeno il suo collaboratore.
    Se non sai non puoi legiferare.
    Se sono vere le “minacce” nelle proposte fatte direi che il futuro della montagna è in serio pericolo

  3. Messaggio molto bello e forte, vedremo cosa verrà deciso.
    Bellissima l’idea di far disporre l’obbligo di chiva a ciaspolare del dispositivo per trovare le persone sotto le valanghe con sonda e pala. Ma dal momento che diventa un obbligo imposto dalla legge l’acquisto di questi dispositivi deve essere più convenzionato. Per comprare un minimo di quellattrezzatura siamo sui 400€, essendoci l’obbligo dovremmo essere tutti convenzionati e quindi i prezzi abbassati.

  4. Belle parole dal presidente cai, ma sinceramente come socio mi aspettavo un intervento più deciso del cai nei confronti del governo, con richieste concrete per ottenere immediatamente deroghe a queste limitazioni assurde che non permettono di andare in montagna, luogo di massimo distanziamento sociale. Cai, un po’ di intraprendenza, grazie!!!

  5. Buongiorno il singolo individuo
    Non può ovviamente derogare da se,ma il CAI può e dovrebbe intervenire incisivamente sulla questione portando anche con motivazione che in montagna tl distanziamento c e sempre stato in quanto pericolo andare appiccicati. Inoltre obbligando le persone a stare mel comune on inverno si affollano ovvio i centi centri commerciali.
    Attendo interventi.
    Grazie
    Cristina

  6. Buongiorno. Condivido. Chiedo che il CAI organizzazione sicuramente piu autorevole del singolo che intervenga incisivamente. La montagna in ogni caso prevedeva un distanziamento. Resto in attesa.
    Grazie
    Cristina

  7. In montagna a volte cammini o ciaspoli per ore incrociando solo appassionati come te tra chilometri quadrati di territorio dove solo l’aria e il paesaggio fanno da contorno. L’ultimo posto dove possono avvenire contagi o trasmissioni di virus. Bisognerebbe incentivarle tali attività e non bloccarle. Forse qualcuno non è mai stato tra le montagne pur temendole.

  8. Anche quí risulta evidente l’incompetenza in materia di chi legifera. Relativamente all’obbligo di portare con se il kit artva pala e sonda, quello economico é sicuramente un problema ma di secondaria importanza, il vero problema sono le competenze necessarie per poter utilizzare efficacemente tali strumenti. Senza un vero corso teorico e pratico sarebbe solo l’obbligo di portare con se una zavorra del tutto inutile, non sapendola utilizzare. Vogliamo davvero arrivare all’assurditá di dover prendere una patente o una certificazione per andare in montagna !? Esiste altro paese al mondo con un livello così alto di ottusità?

  9. Mi aspetto una forte azione da parte del CAI. Siamo in balia di gente che sta chiusa nelle stanze e sui libri e il suo mondo è tutto lì.

  10. Anch io molto addolorata di non poter recarmi in montagna. La stretta e la regolamentazione deve avvenire presso gli impianti sciistici dove ci possono essere gli assembramenti non dove i camminatori silenziosi soli e con qualche amico passeggiano fra le montagne. Facciamo una protesta. Mettano i controlli su chi si reca in montagna x questo scopo, non temiamo nulla. Non aumentiamo di certo la pandemia, anzi.

  11. Si, nel mondo delle favole, poi c’é la realtà dove sulle cime più facilmente raggiungibili trovi decine di persone, assembrate e senza mascherine. Mi ci sono trovato in mezzo, venerdì scendevo da una cima con gli sci, ero salito molto presto ed avrò incrociato 150 persone che salivano. È inutile, non ci sappiamo comportare anche in montagna!

    1. Io la vedo così: all’aria aperta, parlare di assembramento solo perchè in tanti fanno lo stesso itinerario e si trovano in cima mi sembra un pericolo del tutto trascurabile rispetto a: bar/ristoranti/negozi, centri commerciali, trasporto pubblico. Parlare di assembramenti in questo contesto è un dogma….Poi è evidente che le chiusure anche degli impianti da sci hanno dirottato moltissimi a scegliere attività come lo scialpinismo, quindi gli itinerari più ovvi saranno battutissimi, come se già prima del covid non lo fossero…il vero allarme per me è: il potenziale aumento di incidenti (valanghe/rotture di legamenti/…) che rischia di aumentare la pressione sul sistema sanitario per la pura voglia di improvvisarsi scialpinisti…dice bene chi sottolinea come non serva rendere obbligatorio il kit nello zaino, ma serve far capire l’importanza di saperlo usare, per non parlare della tecnica sciistica….

  12. Sì alle camminate in montagna, a piccoli gruppi e rispettando le regole. No a coloro che si affollano all entrata del rifugio, o che spingono x entrare, con la paura di perdere il posto a tavola. La montagna non è mangiare e bere, ma godere dell ambiente che ci circonda, del silenzio e degli splendidi panorami. Il rifugista è felice di accoglierti con la calma x poterti salutare e fare una chiaccherata. Forza CAI, battiamoci x le nostre montagne.

    1. La montagna è sciare, camminare, arrampicare, ciaspolare, lo sci alpino da da mangiare a tutta la montagna e lo trattate come un appestato, Siete tutti come cognetti, un radicalchic arricchito che crede di essere l’unico padrone. Il mangiare bene in montagna è parte della montagna. Io adoro lo sci da discesa e il cibo con il buon vino, non ciaspolonon arrampico non cammino e pago voi non pagate nulla.

      1. Pure io amo sciare con lo sci facendo discesa, onestamente mi accontento più di un panino che rimanere in quota a mangiare primo secondo dolce e caffè. Ma approvo chi dice che la montagna è bella bella per l’ambiente i paesaggi invernali ed estivi. Onestamente penso che la televisione farebbe il bene degli italiani togliendo ore alle trasmissioni culinarie ed invitando ad andare a fare esercizio fisico immersi nella natura. Se ci sappiamo osservare, ed io avendo a che fare con tanti ragazzi per via dello sport, sto notando una grossa demuscolarizzazione dei fisici con pance sempre più prominenti!!!!! Questo è proprio sotto i nostri occhi come l’obesità o la quasi obesità infantile sia cresciuta in modo anomalo. Per cui ben venga chi tesse le lodi al movimento …sci di fondo, che è bellissimo, sci alpinismo che rende la visione delle montagne uno spettacolo unico, le ciaspole che hanno avvicinato molte persone ad un minimo di volontà di muoversi sulla neve. Ma siano tutti spronati a continuare a pensare che l’ambiente va in ogni modo assaporato con rispetto e gentilezza.

  13. Sicuramente un intervento apprezzabile, anche se penso che serva a poco, purtroppo siamo governati da personaggi assolutamente prive di qualsiasi conoscienza in materia, ditemi voi se vi sembra una cosa normale impedire di andare a praticare sci su pista, mentre è possibile andare in un qualsiasi centro commerciale al chiuso o in una qualsiasi strada centrale affollata di persone, senza alcuna regola….praticare sci penso sia una attività assolutamente tra le meno rischiose, soprattutto durante la sciata, c’è si la possibilità che soprattutto a inizio giornata si creino assembramenti alla partenza dell’impianto principale della stazione, ma poi questi di dissolvono con il passare dei minuti, la gente si distribuisce per il comprensorio e agli impianti dopo la prima oretta generalmente non si formano grandi code, giusto qualche minuto e poi su….Vogliamo essere scrupolosi, mettiamo un tetto alle presenze giornaliere e soltanto per chi ha fatto lo skipass online, con controlli lungo la strada di accesso al parcheggio da parte del personale incaricato e poi la ristorazione all’interno solo su prenotazione altrimenti all’esterno, vietando l’uso dei rifugi per passarci la giornata e quindi chi non pratica lo sci o passa la giornata all’esterno o se ne sta a casa…semplice. Ma purtroppo evidentemente è un concetto difficile da capire per chi ha deficit di comprendonio. Non siamo in bio e mani🙄😱

  14. Buongiorno , credo anche io che il CAI debba essere più deciso.
    Parlo da figlia di un escursionista di 70 anni che adora le passeggiate e le arrampicate in montagna, siano esse in gruppo e / o in solitudine.
    Gli amministratori che stanno al governo dovrebbero INIZIARE a capire che ci stanno privando della libertà anche delle semplici cose.
    Mio padre non ama i centri commerciali ma ama la NATURA. Cari amministratori come possiamo giustificare a mio padre il motivo per cui i centri commerciali sono aperti, che fino alle 18 ci sono assembramenti di ragazzi giovani nei bar ma che lui non può uscire dal suo comune semplicemente per raggiungere in totale solitudine un rifugio in montagna?
    Forza CAI !!!

  15. Alla buonora!!! Meglio tardi che mai.
    .. ora sono d accordo con il presidente generale del CAI…. Farsi ascoltare o popolo cortese della montagna!

  16. Finché si parla non si otterrà nulla.
    Occorrono azioni di disobbedienza civile.
    Io penso che la montagna in inverno non sia arancione o rossa, ma solo bianca e mi sto comportando di conseguenza

  17. Spero che il CAI si dia veramente da fare per riaprire le nostre montagne. E ora di mandare a….questo branco di cacasotto cialtroni rovina famiglie che abbiamo al governo… E chi ha paura di ammalarsi andando in montagna… Stia a casa sua. È libero di farlo.

  18. L’ambito provinciale non è sufficiente, abito fuori Milano, da una vita vado per monti a camminare ogni week end, ogni giorno libero e trekking durante le ferie….dove abito le montagne non ci sono…le zone gialle, arancioni e rosse sono a livello regionale, ne provinciale ne comunale…lavoro e prendo i mezzi per spostarmi tutta la settimana e nel week end l’unica cosa che posso fare è la spesa alla Esselunga….ben più contagiosa di una qualsiasi montagna 🙁

  19. Domanda.. nei tanti dpcm per attività sportiva.. si consente di uscire dal proprio comune per recarsi in altro luogo qualora el comune di residenza non sia presente o possibile praticare sport.. e fanno l’esempio dei campi da tennis.. ora.. se in un comune non ci sono sentieri cai.. o cmw zone praticabili per il trekking.. io posso spostarmi?! Almeno sto facendo così. ( si parla di zona arancione ovviamente)

  20. Io e mia moglie andiamo in montagna tutti i fine settimana per camminare , arrampicare , ,e ciaspolare , alla sera torniamo a casa , senza nessun fermata strada facendo , quale contaminazione possiamo creare ?

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