John Hunt, il capo spedizione della prima salita all’Everest

29 maggio 1953: la conquista della montagna più alta della terra: l’Everest, 8.848 metri. A metterci piede fu il neozelandese Edmund Hillary, con lui lo sherpa Tenzing Norgay. Scalarono l’Everest dal Colle Sud e la cresta sud-est. La scelta del versante sud fu obbligata poiché il versante nord era chiuso per questioni politiche da anni. Stando alle dichiarazioni successive di Tenzing, divenuto celebre in patria e nel mondo, il neozelandese giunse qualche secondo prima perché in quel momento stava battendo la traccia. Giunti sulla cima, in segno di ringraziamento, Hillary pose nella neve una croce mentre Tenzing mangiava biscotti e cioccolato. La spedizione fu organizzata e finanziata dal Joint Himalayan Committee britannico, e fu molto importante anche per il prestigio che il suo successo garantì al governo di Londra. L’impresa di Hillary e Norgay fu poi raccontata in diversi libri.

La spedizione

La spedizione di Hillary e Norgay era formata da 15 alpinisti ed era guidata dal colonnello britannico John Hunt, un alpinista che a quel tempo lavorava nel quartier generale della NATO in Europa. Hunt era stato invitato a diventare capo della spedizione, in maniera piuttosto inaspettata, dal Joint Himalayan Committee, formato dall’Alpin Club e dalla Royal Geographical Society.

John Hunt

Chi era Henry Cecil John Hunt? Nato a Sinda il 22 giugno 1910 morì a Henley-on-Thames il 7 novembre 1998: è stato un esploratore e ufficiale britannico. Colonnello dell’esercito britannico, come detto, nel 1953 organizzò una spedizione per scalare il monte Everest; di questa impresa lasciò i due scritti L’ascesa dell’Everest (1953) e La nostra avventura sull’Everest (1954).

La scalata

Il gruppo si riunì in Nepal verso metà febbraio, a Katmandu dormivano nell’ambasciata britannica, visto che a quel tempo nella capitale del Nepal non c’era nemmeno un hotel che potesse ospitare gli stranieri. Ai primi di marzo, venti sherpa scelti dal Club dell’Himalaya arrivarono a Katmandu per aiutare gli uomini della spedizione a trasportare la loro attrezzatura fino al luogo di partenza: a capo del gruppo degli sherpa c’era Tenzing Norgay, che aveva già tentato di scalare l’Everest altre sei volte, e che era considerato il miglior sherpa alpinista di tutto il mondo. Tra il 26 e 27 marzo il gruppo arrivò a Tengboche, situato a 3.867 metri di altezza dove rimasero sino fino al 17 aprile.
La scalata fu difficile e faticosa. La prima chance fu data a Tom Bourdillon e Charles Evans; era il 28 maggio, ma i due riuscirono ad arrivare a soli 100 metri dalla cima, ma furono costretti a tornare indietro esausti per mancanza di ossigeno.

Il giorno dopo ci provarono Hillary e Norgay: salirono dal percorso del Colle Sud, raggiungendo la vetta alle 11.30 di quello stesso giorno

Prima e dopo

Prima della spedizione del 1953 c’erano stati diversi tentativi di scalare l’Everest: nessuno di questi ebbe successo. Dal 1953 molte (troppe!!!) persone sono salite in vetta.

Poi i vari record. E questi parlano anche italiano. Reinhold Messner, infatti, fu il primo a scalare la montagna da solo senza ossigeno nel 1980. Come non ricordare, poi, la tragedia del 1996.

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