Manaslu, il film sulla vita di Hans Kammerlander

Il 14 gennaio nelle sale italiane arriva Manaslu, il film sulla vita di Hans Kammerlander

Dopo l’anteprima, in lingua originale, al TrentoFilmFestival, è conto alla rovescia per il docufilm ritratto della vita di Hans Kammerlander, uno dei più grandi scalatori del nostro tempo. La data ufficiale di uscita del film è il prossimo 14 gennaio.

“Manaslu”. Nonostante il titolo, il film ripercorre la vita, le tappe di Kammerlander. Ma il Manaslu ha segnato la vita di questo alpinista; lì persero la vita due suo compagni e amici. Durante l’attacco alla vetta Karl Großrubatscher morì cadendo nel vuoto mentre scendendo Friedl Mutschlechner venne colpito da un fulmine. Kammerlander si salvò raggiungendo in qualche modo il campo base. Nel 2017 Kammerlander ci è tornato su quella montagna, ma nemmeno stavolta è riuscito ad arrivare in vetta a causa del maltempo. Ma la sua è stata più una sfida interiora.

Regia: Gerald Salmina.
Cast: Christian Bianco, Marco Boriero, Sarah Born (II), Verena Buratti, Simon Gietl.
Titolo originale: Manaslu – Berg Der Seelen.
Genere: Documentario – Austria, 2018
Durata: 128 minuti.
Uscita cinema: martedì 14 gennaio 2020
Distribuito: Mescalito Film.

 

 

La vita e le imprese

Hans Kammerlander (Campo Tures, 6 dicembre 1956) è un alpinista, esploratore, guida alpina e maestro di sci italiano.

È uno dei più forti alpinisti italiani degli anni ottanta e anni novanta, con la salita senza ossigeno supplementare di dodici dei quattordici ottomila (la tredicesima vetta in solitaria, quella dello Shisha Pangma, non è riconosciuta ufficialmente), sette dei quali insieme a Reinhold Messner. Con Messner ha compiuto inoltre il primo concatenamento assoluto di due ottomila: il Gasherbrum I e il Gasherbrum II nel 1984.

Sci alpinista estremo, ha realizzato le prime discese assolute con gli sci del Nanga Parbat nel 1990 e dell’Everest nel 1996.

A gennaio 2012 ha completato per primo la salita delle Second Seven Summits, le sette seconde cime più alte di tutti i continenti.

L’ottomila che manca al suo elenco è il Manaslu, 8.163 metri, tentato in una spedizione nel maggio 1991 compiuta con due alpinisti amici d’infanzia, entrambi deceduti durante la scalata. Grossrubatscher, tornato indietro da solo per difficoltà nel cammino, cadde e morì spezzandosi il collo. Mutschlechner morì invece colpito da un fulmine.
Riguardo a tale impresa, nel 2001 a La Repubblica Kammerlander ha dichiarato:
«Odio questa montagna che mi ha strappato gli amici. Non lo farò, riaprirebbe ferite che preferisco dimenticare.»

Poi, come detto, ci ha riprovato nel 2017, ha rinunciato a causa del meteo.

Kammerlander è stato il primo uomo a scendere con gli sci dalla cima del Nanga Parbat (estate 1990) e dall’Everest (24 maggio 1996), quest’ultimo dopo averlo scalato dal versante nord, senza bombole di ossigeno e in solitaria, nel tempo Guinness world record di 16 ore e 45 minuti (lo sherpa Babu Chiri lo scalò in 16 ore e 56 minuti, dal versante sud).

È stato anche il primo uomo a intraprendere la discesa con gli sci dalla cima del K2 (2001). Dopo alcune centinaia di metri si è però fermato nella parte alta della parete a seguito del peggiorare delle condizioni climatiche e dello shock d’essere stato sfiorato dal corpo di un alpinista coreano con cui aveva condiviso la cima: precipitatogli improvvisamente sugli sci è stato poi ritrovato un migliaio di metri più in basso.

Ha effettuato nella sua carriera alpinistica circa 2500 scalate in tutto il mondo e 50 come prime ascensioni.

È succeduto nel 1988 a Reinhold Messner alla guida della scuola alpina sudtirolese (Alpinschule Südtirol), carica che ha ricoperto fino al 2003.

Negli anni 2000 Kammerlander, accompagnato dall’amico Toni Mutschlechner, intraprende il progetto di salire tutte le Second Seven Summits, ovvero riuscire a scalare le sette seconde cime più alte di tutti i continenti. Completa le salite il 3 gennaio 2012 con la scalata del Monte Tyree, divenendo il primo e unico (al 2012) alpinista a essere riuscito in questa impresa, sebbene il risultato sia contestato. 

Ha recitato la parte dell’alpinista Hans Adler, nel film Grido di pietra di Werner Herzog del 1991.

Ha scritto:

  • Malato di montagna, Farigliano, Corbaccio, 2000.
  • Sopra e sotto – storie di montagna, Milano, Corbaccio, 2004.
  • Appeso a un filo di seta – il K2 e altre esperienze estreme, Milano, Corbaccio, 2005.

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