Monte Mare… tutto intorno a me è così perfetto!

 

monte mareMonte Mare… e il racconto finirebbe già qui…perché: cos’altro aggiungere ad un nome che è, da solo, una poesia?
Monte Mare… qualcuno potrebbe trovarlo improprio, i letterati lo potrebbero quasi definirlo un ossimoro, gli scienziati potrebbero invece affermare che tutto sommato i due nomi non sono poi così discordanti fornendo ampie spiegazioni sull’orogenesi …io ci trovo solo poesia!
Poesia pura come quella che si respira già dai primi passi… che dire di fronte alla miriade di forme che la Natura ci offre! Faggi dai tronchi contorti e sinuosi, grovigli di rami che richiamano i miei pensieri, radici che spuntano dal terreno…
E poi… che dire di fronte a quanto di più bello abbia mai visto nelle mie passeggiate! Premetto: di cose belle ne ho viste sempre e in abbondanza…ma questa ha un qualcosa di speciale! Eccolo quindi comparire, col suo immenso tronco, i suoi possenti rami, il suo labirintico intreccio… un faggio secolare… e subito lo stupore pervade i miei occhi e la mia anima! E sto lì a guardarlo in silenzio. In silenzio mi avvicino, lo accarezzo, ne sento il profumo… mi arrampico per sentirne l’abbraccio! Che dire… tutto è già lì, non c’è nulla da aggiungere! Ma arriva il momento di riprendere il cammino ed io non riesco a smettere di guardarlo, mi volto più volte…fino a che non scompare.
E con l’animo gonfio di gioia per il meraviglioso incontro si raggiunge la cresta per arrivare alla nostra meta.
Che dire… raggiunta una cima ne vedi subito un’altra dietro, e scopri allora che non è ancora quella la tua meta! E’ sempre così, lo sto imparando pian piano, e per questo alla prima cima non mi illudo, lo so che ce ne sarà un’altra, e forse un’altra ancora… E penso che l’errare in montagna sia un po’ la metafora della vita, un percorso in continua salita, fatto di tante cime da superare, una dietro l’altra, fino alla meta finale, qualunque essa sia.
Che dire nel vedere le trincee dominare sulla vallata! Una coccinella è lì, poggiata su una pietra, ad occupare quella che un tempo era la postazione di arditi soldati. Certo, lei così piccola e colorata, non ha affatto l’aria di un ardito soldato e rende quasi difficile pensare a quali atrocità si siano verificate in queste montagne in tempi relativamente recenti. Ora qui ci sono solo tanta pace e meraviglia!
Che dire ancora di fronte alle nuvole e agli ultimi lembi di neve sul terreno…nuvole bianche si confondono con neve bianca… quasi non ne vedi più il confine. Eh già! Perché confine forse non ce n’è. Nuvole diventano neve e neve diventa nuvole.
Dopo la… ormai ho perso il conto delle cime illusorie!… si vede finalmente Monte Mare! Un’onda di neve si tuffa dalla sua cresta, mentre un camoscio con la sua veste invernale ci guarda da lontano e la nebbia lentamente arriva.
Così scendiamo rapidamente lungo il versante che affaccia su Monte Marrone, fino ad arrivare ai suoi piedi… ma non è il momento di scalarlo…lo salutiamo e ci inoltriamo nel bosco.
Che dire…me lo sono ripetuta continuamente in questa giornata… me lo dico sempre quando tutto intorno a me è così perfetto da non avere bisogno che si aggiunga altro…

Isabella Pannunzio
i.pannunzio@mountlive.com

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio