Salviamo le Alpi Apuane
Una intensa giornata di lavori a Pietrasanta, quella di sabato 14 maggio 2016, nello splendido Chiostro Sant’ Agostino, che ha visto protagonista il cartello delle Associazioni ambientaliste nazionali e locali riunite per analizzare dati sulle Apuane, confrontare ipotesi e decidere il da farsi.
Il Cai ha dato il proprio contributo con la Commissione centrale tutela ambiente montano, il Gruppo regionale Toscana, Sezioni e Commissioni. Un impegno sentito e condiviso che ha portato Gaudenzio Mariotti, Presidente GR Toscana, a convocare una riuscita riunione per martedì 17 maggio che ha declinato priorità e obiettivi per contrastare gli irreversibili fenomeni denunciati nelle relazioni.
Dalla tutela alla promozione il Cai è presente sul territorio con una visione che si oppone alla desertificazione umana e culturale di queste singolari montagne restate ostaggio di interessi settoriali legati ai possessori di cave. Domenica 15 maggio le cave di Monte Sagro sono state il teatro ambientale dei convegnisti.
E’ tempo di Apuane! Dal Convegno/Aggiornamento nazionale TAM/CSC di ottobre 2015, alle vicende del Piano Paesistico con il ricorso del Cai, alle azioni locali crescenti contro degrado, la perdita di identità e paesaggio ci si proietterà sull’Assemblea dei Delegati Cai a Saint Vincent dei prossimi giorni. Il Cai Toscana intende rilanciare il tema Apuane a livello nazionale, chiedendo aiuto ai delegati e alla dirigenza nazionale perrivolgersi ai Ministeri competenti e ai Parchi nazionali.
L’attuale Parco Regionale delle Alpi Apuane, costituito dal 1985, non ha mai sviluppato un’efficace strategia di tutela e addirittura nel territorio del Parco sono attive circa 70 cave. Eppure il valore di questi territori è stato riconosciuto anche a livello planetario con l’inserimento – 2011 – nella rete mondiale dei Geoparchi, coordinata dall’UNESCO. Determinante sarebbe un’azione sinergica con le Aree Protette vicine,mutuando l’esperienza del Parco Nazionale Appennino Tosco Emiliano che, partendo dalle montagne, ha determinato il riconoscimento di un’estesa Area MaB Unesco, mirata alrapporto tra Uomo e Biodiversità, quindi alla convivenza che pone attenzione a Sostenibilità e Resilienza degli ambienti e delle popolazioni.
Le relazioni a Pietrasanta sono utili documenti e c’è stata l’opportunità di ascoltareresponsabili nazionali di più Associazioni riuniti in Tavola Rotonda. Il taglio degli interventi interessante e documentato. Al termine dei lavori della mattinata è stato sottoscritto il Manifesto delle Alpi Apuane che ci racconta fragilità, meraviglie e vicissitudini di questo singolare comprensorio montano con un forte appello all’unità per contrastare – insieme – quanto di peggio potrebbe accedere per le Apuane. Nel Manifesto troviamo come riferimenti la distruzione, il valore di bene comune, l’importanza dell’eredità culturale fatta di marmi d’eccellenza e dell’eredità naturale quale scrigno di biodiversità, la necessità del presidio dato dai borghi arroccati e dati terrazzamenti. L’appello a legalità e sostenibilità introduce alle azioni da seguire per la “rinascita” delle Apuane. Tra i vari sentieri del riscatto anche quello dell’arte e a Pietrasanta è stato apprezzato l’allestimento scenografico vivente sul marmo ad opera dei ragazzi dell’Associazione Aeliante.
Nel mirino delle Associazioni c’è il crescente ritmo di escavazione dovuto all’industria del carbonato di calcio distante anni luce dalla cultura del marmo. La preoccupazione è grande per regole e controlli insufficienti, con le cave che occupano interi versanti – simili a gironi danteschi – si addentrano nelle viscere dei monti, lambiscono e segnano le creste e così il paesaggio si modifica irreversibilmente. Inoltre ne soffreil sistema acquifero sotterraneo, percorso dalla marmettola e non solo, e vengono compromessi gli equilibri dell’ecosistema apuano.
Saranno di aiuto le normative europee e i riconoscimenti UNESCO, c’è poi la Costituzione con l’articolo 44 e tanto altro per rivoluzionare l’intero comparto estrattivo nel rispetto delle norme e della tutela.
Lo scenario attuale è di emergenza, bisogna essere efficacemente presenti nei tavoli dei decisori, riuscendo a incidere sul problema, che è decisamente culturale.
Filippo Di Donato
Presidente CCTAM – CAI