Simon Gietl al Sass dla Crusc: “Da solo, passata la paura sono felice e libero”

Nel giro di un mese doppia impresa di Gietl sulle Dolomiti, in invernale e in solitaria, la "Via del Grande Muro" e sul "Pilastro di Mezzo"

Simon Gietl La differenza più grande tra arrampicare con un compagno e tutto da solo è che percepisco ogni singolo momento ancora più intensamente: prendo tutte le decisioni da solo e ho la piena responsabilità nei miei confronti.
Il pensiero di essere qui per me stesso, prendermi cura di me e sapere che non c’è nessuno con me può provocare un sentimento molto ansioso, ma una volta affrontato questo sentimento poi sono  felice, perché Mi sento molto più del solito e questo mi fa crescere dentro come non farei mai.
Nel momento in cui passa la paura, sento la libertà nel mio fare, fortuna di essere lì e gratitudine verso me stesso proprio per aver superato questo passo!

Simon Gietl in questo ultimo mese ha messo a segno colpi da maestor. Nel suo stile. In solitaria.
Pochi giorni fa il bis al Sass dla Crusc, ancora in inverno, ancora in solitaria. Stavolta sulla “Via del Grande Muro”.
Lo ha fatto una settimana dopo la probabile prima invernale in solitaria del Pilastro di Mezzo sul Sass dla Crusc lungo la via di Günther e Reinhold Messner del 1968, con la variante Mariacher.

La Via del Grande Muro fu aperta nekl ’69 da Reinhold Messner e Hans Frisch sulla parete sud con difficoltà sino al VII-.

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E non è tutto

Quest’ultima sua impresa l’ha fatta sorprendendo. Al di là della solitaria invernale, Gietl è sceso in parapendio. Dalle 8 di mattina in 4 ore circa ha percorso l’intera via in salita. Verso le 12 era pronto a volare

Il Pilastro di Mezzo

A fine febbraio, sempre sulle Dolomiti, Simon Gietl ha ripetuto in solitaria il Pilastro di Mezzo sul Sass de la Crusc, con la Variante Mariacher.

Fu una delle meraviglie di Reinhold Messner insieme al fratello Günther. Eravamo nel luglio 1968.

Gietl nella parte bassa ha seguito quella linea, poi salendo si è attaccato al traverso a destra, alla variante di Heinz Mariacher (1978). Attacco della via originale (autoassicurato) alle 6 di mattino, in cima alle 14.

Lo scorso anno, negli stessi giorni, l’altoatesino Gietl metteva a segno un altro colpaccio. Il primo concatenamento invernale (integrale), sempre in solitaria, delle Tre Cime di Lavaredo.

 

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