Valle Varaita, recuperato avvoltoio monaco estinto in Italia da 60 anni

Recuperato e salvato un esemlare di avvoltoio monaco a Sampeyre in Valle Varaita, in Piemonte. Con i suoi quasi tre metri di apertura alare l’avvoltoio monaco (Aegypius monachus) è il più grande rapace europeo ed in Italia risulta estinto dagli inizi degli anni ’60. Il giovane esemplare è stato recuperato martedì 3 giugno, proveniente dalla Spagna. L’uccello, visibilmente debilitato e affamato, è stato tratto in salvo dal CRAS di Bernezzo con la collaborazione della veterinaria delle Aree Protette Alpi Marittime Arianna Menzano e i Carabinieri Forestali, che per primi hanno segnalato la presenza dell’animale.
Il recupero
Pesava solamente 4,4 kg, ben al di sotto della norma per un individuo della sua stazza, ed è stato subito trasportato presso la struttura di Bernezzo, dove ha ricevuto le prime cure veterinarie.
L’animale, provvisto di anelli di riconoscimento alle zampe, è stato identificato come appartenente al Ministero dell’Ambiente spagnolo.
Immediatamente, gli esperti, fanno sapere coloro che hanno provveduto al recupero, hanno avviato le procedure veterinarie e stabilito un protocollo di osservazione per monitorarne le condizioni.
Il rapace ora sembra stare bene e si alimenta autonomamente ed è seguito con attenzione per garantirne il pieno recupero.
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L’avvoltoio monaco
L’avvoltoio monaco predilige ambienti montuosi e boscati, costruendo il nido su alberi ad alto fusto. Con un’apertura alare che può raggiungere i 295 cm e un peso che varia tra i 7 e i 12,5 kg, è un predatore necrofago, come gipeto e grifone, fondamentale per l’equilibrio degli ecosistemi.
Si nutre di carcasse di animali, contribuendo così alla prevenzione della diffusione di malattie e al mantenimento della biodiversità. Animale generalmente solitario e monogamo, manifesta una parziale tendenza migratoria, spostandosi alla ricerca di aree favorevoli alla riproduzione e all’alimentazione.
Le minacce
Negli ultimi decenni, la specie sta affrontando numerose minacce, tra cui la perdita dell’habitat, l’avvelenamento accidentale e le collisioni con infrastrutture antropiche (cavi e altro). Sebbene classificato come “prossimo alla minaccia”, gli interventi di conservazione e recupero risultano cruciali per la protezione di questa specie. In Italia, viveva in Sardegna, ma è dichiarato estinto. Gli ultimi avvistamenti risalgono agli anni Sessanta.